Oscuramenti RAI su SKY: Il tempo è galantuomo, o quasi … (updated)
settembre 9, 2013 alle 8:11 am | Pubblicato su - Rai/Sky Tivù Sat, CONSUMATORI, DIRITTO, TV, Uncategorized | Lascia un commentoCome dicevo qui dopo la Sentenza del TAR Lazio:
A volte è veramente difficile gioire per il fatto che si aveva effettivamente ragione se, quando alla fine te la riconoscono, è passato troppo troppo tempo.
Adesso il Consiglio di Stato ha reso la decisione definitiva e vi invito a leggere in proposito il commento di Guido Scorza:
E’ una storia fatta di centinaia di milioni di euro sprecati – poco conta se per incompetenza o malafede – dal management della tv di Stato e di macroscopiche violazioni del contratto di servizio pubblico da parte della Rai quella raccontata nella sentenza con la quale, lo scorso 30 agosto, i Giudici del Consiglio di Stato hanno messo fine ad una delle più vergognose epopee consumatesi nel sistema televisivo italiano. Ma non basta. La storia che emerge dalla Sentenza del Consiglio di Stato nella vicenda che ha visto contrapposti, per anni, Sky, Rai, Tivusat e l’Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni, racconta anche di un Ministero delle Comunicazioni che sbaglia clamorosamente nell’interpretare il contratto di servizio pubblico da esso stesso scritto e firmato, agevolando così la commissione di un illecito da parte della tv di Stato anziché tutelare l’interesse di milioni di cittadini e racconta, soprattutto, di un’Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni incapace – a pensar bene – di vigilare su una vicenda di sconvolgente linearità e di garantire il diritto di milioni di utenti ad accedere ai contenuti del servizio pubblico radiotelevisivo finanziati con i loro soldi.
Ce n’è abbastanza per riempire una delle pagine più buie della storia del Paese ma nella Sentenza è scritto molto altro e molto di più. Tanto che vale la pena ricominciare dal principio. Continua a leggere qui
A rileggere adesso alla luce del Consiglio di Stato questi miei vecchi post viene in effetti un pò di rabbia:
Rottura Rai/Sky e nuova piattaforma Tivù Sat: forse il Santo che cercavamo è sul Colle più alto
Raiset vs Sky: il silenzio dell’Agcom è ormai assordante
Ma dove sono questi decoder Tivù Sat ?
Altroconsumo porta RAI in Tribunale: inibitoria contro gli oscuramenti sul satellite
Oscuramenti sul satellite: povera Mamma RAI, l’hanno costretta a prostituirsi …
Quest’ultimo post concludeva così:
Al di là delle questioni più prettamente giuridiche inerenti la violazione del Contratto di Servizio e del Testo Unico della radiotelevisione, già ampiamente discusse in questo blog e che ora si troverà a dover prendere in esame anche il Tribunale di Roma al quale Altroconsumo si è rivolto con un ricorso d’urgenza quello che viene spontaneamente da chiedersi, direi quasi d’impulso, è se Rai possa ancora considerarsi servizio pubblico.
Non dovrebbe essere, in effetti, solo oggetto di un obbligo giuridico ma l’intrinseco portato del suo mandato quale Tv di Stato quello di diffondere la sua programmazione e renderla disponibile alla cittadinanza con ogni tecnologia e su tutte le piattaforme. A tal punto che impedire l’accesso alla propria programmazione a parte della cittadinanza, che peraltro continua a pagare il canone, in un momento già reso complicato per gli utenti dal passaggio al digitale terrestre con tutte le complicazioni e gli adeguamenti tecnologici che conseguono, appare un gesto contro natura da parte della RAI, molto simile al suicidio.
Chi scrive ritiene che possa e debba avere ancora un senso nel nostro Paese l’esistenza di una televisione di servizio pubblico, il fatto è che la stiamo perdendo e, soprattutto, non è certo di questo servizio pubblico che abbiamo bisogno nel nuovo scenario competitivo e tecnologico.
Uno dei commenti a questo articolo de l’Espresso del 2009 recitava invece come segue: mamma rai, l’hanno costretta a prostituirsi …
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- Caro Nicola ricordo in effetti molto bene il tuo impegno sul dossier in oggetto come su tanti altri e altrettanto importanti in seno ad AGCOM e questo imho ci deve ancora una volta rammentare: a) di quanto ci sia bisogno tanto più oggi in Agcom di una persona con sensibilità istituzionale e consumerista come te; b) di quanto sia urgente rendere trasparenti le dissenting opinion all’interno del Consiglio AGCOM. Scusa se avevo dimenticato di ricordare nel post che c’era chi anche all’interno di Agcom condivideva e ha supportato le nostre battaglie, spero ora di aver rimediato!
TAR Lazio: RAI non poteva oscurare su Sky, alla buon ora !
luglio 12, 2012 alle 5:57 PM | Pubblicato su - Rai/Sky Tivù Sat, CONSUMATORI, DIRITTO, TV | 2 commentiTag: Oscuramenti RAI, Rai, Sky
A volte è veramente difficile gioire per il fatto che si aveva effettivamente ragione se, quando alla fine te la riconoscono, è passato troppo troppo tempo:
Sentenza del Tar: la Rai non può oscurare Sky<!–
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Il tribunale regionale del Lazio definisce illegittimo l’oscuramento Rai su Sky e accoglie il ricorso della tv satellitare contro la delibera dell’Agcom. Una decisione che anche noi auspicavamo.
I canali Rai potranno di nuovo essere visti integralmente sulla piattaforma Sky. Il Tar del Lazio ha infatti annullato la delibera Agcom del 16 dicembre 2009 che legittimava l’oscuramento di alcuni programmi Rai sulla tv satellitare. Delibera che Sky aveva impugnato.Il fatto
Criptando i programmi con un protocollo di codifica incompatibile con quello del decoder Sky, Rai e Mediaset avevano in pratica reso inaccessibile la propria programmazione a 5 milioni di utenti Sky, contravvenendo a nostro avviso alle regole della concorrenza. La Rai, inoltre, in quanto servizio pubblico, doveva ritenersi a maggior ragione tenuta a fornire questa prestazione. Anche se già in possesso di un decoder Sky, gli utenti sono stati costretti a mettere mano al portafogli una seconda volta per acquistare un decoder satellitare Tivùsat che permetteva l’accesso a tutta la programmazione Rai e Mediaset.
Proprio per evitare che la pratica degli oscuramenti continuasse, Altroconsumo aveva presentato ricorso contro la Rai presso il Tribunale di Roma. In quella sede però la tv di stato se la cavò grazie al provvidenziale aiuto dell’Agcom che con una delibera le dava ragione.La decisione del Tar
Il Tar ha deciso che la Rai dovrà essere vista integralmente anche su Sky. La decisione della tv di stato di impedire la visione integrale dei propri programmi agli utenti con decoder satellitare Sky, infatti, secondo il Tribunale costituisce una grave violazione degli obblighi di servizio pubblico previsti nel contratto di servizio. Non possiamo che essere d’accordo con la sentenza del Tar.
Rottura Rai/Sky e nuova piattaforma Tivù Sat: forse il Santo che cercavamo è sul Colle più alto
Raiset vs Sky: il silenzio dell’Agcom è ormai assordante
Ma dove sono questi decoder Tivù Sat ?
Altroconsumo porta RAI in Tribunale: inibitoria contro gli oscuramenti sul satellite
Oscuramenti sul satellite: povera Mamma RAI, l’hanno costretta a prostituirsi …
Quest’ultimo post concludeva così:
Al di là delle questioni più prettamente giuridiche inerenti la violazione del Contratto di Servizio e del Testo Unico della radiotelevisione, già ampiamente discusse in questo blog e che ora si troverà a dover prendere in esame anche il Tribunale di Roma al quale Altroconsumo si è rivolto con un ricorso d’urgenza quello che viene spontaneamente da chiedersi, direi quasi d’impulso, è se Rai possa ancora considerarsi servizio pubblico.
Non dovrebbe essere, in effetti, solo oggetto di un obbligo giuridico ma l’intrinseco portato del suo mandato quale Tv di Stato quello di diffondere la sua programmazione e renderla disponibile alla cittadinanza con ogni tecnologia e su tutte le piattaforme. A tal punto che impedire l’accesso alla propria programmazione a parte della cittadinanza, che peraltro continua a pagare il canone, in un momento già reso complicato per gli utenti dal passaggio al digitale terrestre con tutte le complicazioni e gli adeguamenti tecnologici che conseguono, appare un gesto contro natura da parte della RAI, molto simile al suicidio.
Chi scrive ritiene che possa e debba avere ancora un senso nel nostro Paese l’esistenza di una televisione di servizio pubblico, il fatto è che la stiamo perdendo e, soprattutto, non è certo di questo servizio pubblico che abbiamo bisogno nel nuovo scenario competitivo e tecnologico.
Uno dei commenti all’articolo de L’Espresso recita come segue: mamma rai, l’hanno costretta a prostituirsi …
In Italia puntate sullo Squalo, per salvare il vostro pluralismo ?!
aprile 5, 2011 alle 12:14 am | Pubblicato su - Rai/Sky Tivù Sat, CONSUMATORI, DIRITTO, TV | Lascia un commentoTag: Digitale terrestre, Frequenze, Mediaset, Paolo Romani, pluralismo, Rai, Rupert Murdoch, Sky
Da L’Espresso:
La scena risale a pochi giorni fa. Cornice internazionale: Bruxelles. Protagonisti il presidente dell’associazione Altroconsumo, Paolo Martinello, e un giornalista inglese che lo sta intervistando. Il cronista vuole risposte sul sistema televisivo italiano, e in particolare sul passaggio in corso dall’universo analogico a quello digitale. Martinello, quindi, inizia il suo ragionamento. Mettendo le cose in chiaro: “In Italia”, dice, “è essenziale che Sky partecipi alla gara per le frequenze del digitale terrestre”. Di più: “Rupert Murdoch”, spiega, “è un garante del pluralismo, un tassello imprescindibile nell’evoluzione democratica dei nostri media”. Al che il giornalista sgrana gli occhi. Smette di prendere appunti, e dopo un flash di stupore chiede: “Murdoch? Il magnate australiano? Puntate sullo Squalo, per salvare il vostro pluralismo?”. “Io stesso”, confida Martinello, “coglievo il paradosso delle mie parole. Ma non cambio idea: anche uno schiacciasassi alla Murdoch, da noi, è il benvenuto. Comunque sia, può limitare lo strapotere di Rai e Mediaset. E già questo è un successo, parlando di digitale…”.
Bella Paolo ! della cosa mi ero già occupato in questo post, leggete tutto l’articolo su L’Espresso, ne vale la pena
Purtroppo non è solo Bunga Bunga …
gennaio 27, 2011 alle 7:52 PM | Pubblicato su - Rai/Sky Tivù Sat, CONSUMATORI, DIRITTO, TV | 1 commentoTag: Bunga Bunga, Gara nuove frequenze, RTI vs Commissione Europea, Sky nel DTT

Altroconsumo ribadisce alla Commissione Europea: l’ingessatura del sistema-paese passa anche attraverso il duopolio tvAltroconsumo ha ribadito formalmente alla Commissione europea il parere positivo sul fatto che Sky possa trasmettere in chiaro contenuti televisivi sul digitale terrestre, attraverso l’assegnazione di frequenze DTT. Ogni iniziativa diretta ad ampliare agli utenti l’offerta di contenuti televisivi in chiaro deve essere sostenuta e stimolata. Ancora oggi, come già denunciato da Altroconsumo nel 2006 alla Commissione Europea, si ripropone nel passaggio al digitale il duopolio che in Italia ha caratterizzato la diffusione di contenuti televisivi, Mediaset e RAI, assetto anticoncorrenziale su cui pende una procedura d’infrazione CE nei confronti del Governo italiano.RTI è ricorsa al Tribunale dell’Unione europea, chiedendo l’annullamento della decisione della Commissione europea che permette a Sky di entrare nel digitale terrestre. Ma l’ingessatura del mercato delle frequenze tv continua anche nei palazzi della Capitale. Il Governo, tramite il ministro Romani, chiedendo un ulteriore parare al Consiglio di Stato, sta rallentando l’avvio della gara per l’assegnazione delle nuove frequenze del DTT, gara che vedrebbe partecipare anche Sky.Diversi attori isituzionali in gioco, come l’AGCOM, a cui è stato chiesto il parere dal Consiglio di Stato, hanno dato risposte positive all’ingresso di Sky in quanto nuovo concorrente nell’offerta in chiaro. Che a decidere le sorti del mercato tv in Italia, dopo che anche l’Europa si è detta favorevole all’ingresso di nuovi soggetti televisivi, sia l’unica azienda privata interessata a mantenere il proprio status di monopolista insieme alla tv di Stato è indice di sistema malato dove sono saltate tutte le regole del gioco.
SIAE e Tivù – Altroconsumo chiede l’intervento della Commissione europea su due bubboni italiani
febbraio 9, 2010 alle 2:52 PM | Pubblicato su - Equo Compenso, - Rai/Sky Tivù Sat, CONSUMATORI, DIRITTO, INTERNET, PROPRIET INTELLETTUALE, TV | 1 commentoTag: aiuti di stat, Decreto Bondi, equo compenso, Mediaset, oscuramenti, Rai, Raiset, RTI, siae, Telecom Italia Media, Tivù, Tivù Sat
Dopo alcuni giorni di silenzio torno a bomba su due questioni ampiamente dibattute in questo blog: circa la prima, Rai, Mediaset, Tivù, in una sola parola: Raiset era da un pò che non ne parlavamo, sulla seconda, il decreto SIAE/Bondi e l’iniquo compenso ci eravamo, invece, lasciati recentemente su questo punto fermo: il Decreto Bondi è attaccabile sia a Bruxelles sia a Roma
Ebbene, oggi Altroconsumo ha presentato due corposi ricorsi alla DG Concorrenza della Commissione europea su entrambi i bubboni, tutti italiani, vi rinvio al comunicato dell’associazione che trovate anche di seguito, avremo sicuramente modo di approfondire._
Aiuti di stato nell’operazione tivù e nel decreto Bondi sull’equo compenso. Altroconsumo ricorre alla Commissione europea
Si insedia la nuova Commissione UE, la Barroso II, e Altroconsumo augura buon lavoro al nuovo titolare della DG Concorrenza, Joaquin Almunia, presentando due ricorsi, tutti italiani: contro Tivù per concentrazione e aiuti di Stato e contro il decreto Bondi sull’equo compenso, sempre per aiuti di Stato e abuso di posizione dominante.
Il contesto in cui sono avvenute le due operazioni, distinte ma con effetti simili, è lo stesso, caratterizzato da dinamiche di accordi per privilegiare gli interessi di alcuni a danno dello sviluppo del mercato tecnologico, dei contenuti e di programmi di qualità, con consolidamento di posizioni già esistenti.
Con la creazione della joint venture Tivù, Telecom Italia media, RTI e RAI hanno realizzato una concentrazione di dimensione comunitaria, che tuttavia non è stata notificata alla Commissione europea. Le conseguenze saranno ingessare ulteriormente il mercato pubblicitario televisivo già oggi caratterizzato da un’elevata concentrazione. Dinamiche collusive, a tutto vantaggio del potere di mercato delle imprese coinvolte, contro eventuali competitor. Tutto ciò a discapito di incentivi verso lo studio e la realizzazione di programmi di qualità, innovativi, aperti al confronto e alla sperimentazione.
Criptando i programmi con un protocollo di codifica incompatibile con quello del decoder Sky, Rai e RTI hanno in pratica reso inaccessibile la propria programmazione generalista sulla piattaforma Sky in lesione delle regole della concorrenza (Articolo 101 del Trattato). Risultato: circa 5 millioni di utenti Sky non potranno ricevere programmi free-to-air e di servizio pubblico. Ma la RAI, proprio per assolvere al ruolo di servizio pubblico, beneficia del canone di abbonamento, un aiuto di Stato giudicato dalla Commissione compatibile con la natura del servizio erogato. Sino alla creazione di Tivù.
Con il decreto Bondi sull’equo compenso è stato esteso il prelievo da parte della SIAE di una quota di prezzo destinato a remunerare gli autori per la copia privata (prima previsto solo su CD, DVD vergini e masterizzatori) a tutti i dispositivi dotati di memoria, come telefoni cellulari, decoder, console di videogiochi. Secondo Altroconsumo si tratta di una tassa iniqua, in concreto aiuti di Stato alla SIAE e all’industria dell’audiovisivo, con abuso di posizione dominante. E un’interferenza illegittima con il funzionamento del mercato interno UE.
Commissario Almunia, buon lavoro.
Oscuramenti sul satellite: povera Mamma RAI, l’hanno costretta a prostituirsi …
novembre 6, 2009 alle 12:39 PM | Pubblicato su - Rai/Sky Tivù Sat, CONSUMATORI, DIRITTO, TV | 3 commentiTag: Altroconsumo, Inibitoria, oscuramenti, Rai, Raiset, servizio pubblico radiotelevisivo, Tribunale di Roma
Torno sulla questione oscuramenti RAI sul satellite stimolato da un articolo de l’Espresso online che, anticipando in esclusiva il dossier di Altroconsumo con l’elenco delle centinaia di ore di oscuramenti della programmazione di RAI 1, Rai 2 e Rai3 intervenuti sul satellite dal 4 agosto al 4 ottobre, commenta, tra le altre cose, in questo modo:
Una quantità impressionante di “oscuramenti”. Concentrati soprattutto su Raidue, la rete di Stato che in alcune regioni è già stata tolta dall’analogico e si può vedere solo sul digitale terrestre. Per “convincere” con le cattive gli italiani a passare al digitale terrestre.
Al di là delle questioni più prettamente giuridiche inerenti la violazione del Contratto di Servizio e del Testo Unico della radiotelevisione, già ampiamente discusse in questo blog e che ora si troverà a dover prendere in esame anche il Tribunale di Roma al quale Altroconsumo si è rivolto con un ricorso d’urgenza quello che viene spontaneamente da chiedersi, direi quasi d’impulso, è se Rai possa ancora considerarsi servizio pubblico.
Non dovrebbe essere, in effetti, solo oggetto di un obbligo giuridico ma l’intrinseco portato del suo mandato quale Tv di Stato quello di diffondere la sua programmazione e renderla disponibile alla cittadinanza con ogni tecnologia e su tutte le piattaforme. A tal punto che impedire l’accesso alla propria programmazione a parte della cittadinanza, che peraltro continua a pagare il canone, in un momento già reso complicato per gli utenti dal passaggio al digitale terrestre con tutte le complicazioni e gli adeguamenti tecnologici che conseguono, appare un gesto contro natura da parte della RAI, molto simile al suicidio.
Chi scrive ritiene che possa e debba avere ancora un senso nel nostro Paese l’esistenza di una televisione di servizio pubblico, il fatto è che la stiamo perdendo e, soprattutto, non è certo di questo servizio pubblico che abbiamo bisogno nel nuovo scenario competitivo e tecnologico.
Uno dei commenti all’articolo de L’Espresso recita come segue: mamma rai, l’hanno costretta a prostituirsi …
Altroconsumo porta RAI in Tribunale: inibitoria contro gli oscuramenti sul satellite
novembre 2, 2009 alle 2:34 PM | Pubblicato su - Rai/Sky Tivù Sat, CONSUMATORI, DIRITTO, TV | 3 commentiTag: CONSUMATORI, Inibitoria, oscuramenti, Rai, Raiset, Sky, Tivù Sat, Tribunale di Roma
Altroconsumo si è occupato con serietà sin da subito degli oscuramenti sul satellite da parte di RAI, degli aspetti discutibili della creazione di Tivù Sat e della evidente violazione dell’art. 26 del Contratto di servizio. Lo ha fatto anche questo blog sin dai suoi primissimi post.
La questione è seria e coinvolge tematiche centrali per il nostro Paese quali una effettiva concorrenza e una vera libertà di informazione nel settore televisivo e la sussistenza in vita di un vero Servizio Pubblico, considerato anche che continuiamo a pagare il canone.
Ora, dopo aver ottenuto l’apertura dell’inchiesta da parte di AGCOM, considerato che purtroppo l’Autorità non è ancora intervenuta d’urgenza, Altroconsumo porta la questione davanti al Tribunale di Roma, con una inibitoria attraverso la quale chiede a RAI di porre immediatamente termine agli oscuramenti. Qui e di seguito il comunicato odierno dell’Associazione:
Ricorso Altroconsumo al Tribunale di Roma per oscuramento servizio pubblico RaiL’oscuramento delle trasmissioni del servizio pubblico radiotelevisivo RAI è una pratica commerciale scorretta, lesiva dei diritti e degli interessi collettivi dei consumatori utenti. A causa di quest’attività per oltre 1 milione e mezzo di famiglie che non saranno mai raggiunte dal digitale terrestre sarà impossibile accedere ai contenuti del servizio pubblico RAI attraverso il canale satellitare. Per evitare che la pratica degli oscuramenti continui Altroconsumo ha depositato il ricorso d’urgenza contro RAI presso il Tribunale di Roma.
Privare gli utenti della visione di telegiornali, programmi di attualità e approfondimento politico, persino le previsioni meteo, significa aver violato il Testo Unico sulla radiodiffusione, il contratto di servizio e la delibera 481/06/ CONS dell’Autorità garante per le comunicazioni. Queste norme impongono al servizio pubblico di trasmettere su tutte le piattaforme esistenti.
Secondo i calcoli di Altroconsumo dal 4 agosto al 4 ottobre 2009 è stato impossibile vedere sul satellite Raiuno per 87 ore 58 minuti e 54 secondi Raidue per 220 ore 26 minuti 23 secondi, Raitre per 104 ore 53 minuti 31 secondi.
Oscurare il contenuto del servizio pubblico RAI per gli utenti non è solo una violazione di diritti. Ci sono conseguenze economiche ben tangibili, poiché il pagamento del canone non è più condizione sufficiente per accedere ai programmi.
Gli utenti dovranno mettere mano al portafogli, dovendo acquistare il nuovo decoder satellitare Tivùsat, anche se già in possesso di un decoder satellitare generalista o Sky, pagando un canone di 6 euro per l’utilizzo del software di gestione della smartcard per accedere alla programmazione Tivùsat, e richiedere l’assistenza di un antennista, dovendo adeguare gli impianti satellitari domestici alla coesistenza dei due decoder.
L’associazione indipendente di consumatori chiede al giudice del Tribunale di inibire il prima possibile la pratica illecita degli oscuramenti.
Istruttoria AGCOM su RAI e limiti per Tivù Sat: bene! bene? dipende se si fa sul serio
settembre 15, 2009 alle 3:08 PM | Pubblicato su - Rai/Sky Tivù Sat, CONSUMATORI, DIRITTO, TV | 7 commentiTag: Agcom, Altroconsumo, calabrò, CONSUMATORI, decoder, Rai, Raiset, Sky, Tivù Sat
Finalmente AGCOM apre ufficialmente un’istruttoria sugli oscuramennti sul satellite per verificare il rispetto da parte della Rai degli obblighi di servizio pubblico.
Come ricorderete, in un precedente post Questione RAI/SKY: AGCOM, se ci sei batti un colpo prima che sia troppo tardi mi chiedevo cosa stesse ancora attendendo l’Authority considerato che l’esposto di Altroconsumo sugli illegittimi oscuramenti da parte di RAI porta la data del 10 luglio.
Bene ! Bene ? Mica tanto … si avvicna lo switch off in alcune importanti regioni e quindi a questo punto era lecito aspettarsi un provvedimento d’urgenza. Come già paventavo qui rimane infatti il dubbio che l’AGCOM stia facendo semplicemente melina in attesa della modifica di cui si vocifera dell’art 26 del Contratto di Servizio che leverebbe le castagne dal fuoco all’Autorità.
Il Consiglio dell’Agcom ha inoltre deciso – su questo a maggioranza – che:
allo stato degli atti, non esistono i presupposti per l’avvio di un’istruttoria relativa alla costituzione della società Tivù-Sat ai sensi dell’art.43 del Testo Unico della radiotelevisione a condizione che le smart card Tivù-Sat non siano utilizzate per la fruizione di programmi a pagamento e che la piattaforma offra i propri servizi a tutti i soggetti che ne fanno richiesta a condizioni eque, trasparenti e non discriminatorie. Qualunque modifica agli accordi notificati all’Autorità comporterà il riesame della decisione.
Per maggiore intelleggibilità su questo aspetto ricordo che l’art. 43 del Testo Unico è quello relativo alle “Posizioni dominanti nel sistema integrato delle comunicazioni” e che Rai, Mediaset e Telecom hanno assicurato che non ci sarà coordinamento né editoriale, né commerciale su Tivù Sat … mah !
Altro punto sul quale AGCOM ha deciso di volerci vedere chiaro è quello sulle tipologie dei decoder attualmente sul mercato, la loro conformità degli accordi di cessione delle licenze alla normativa di settore nonchè tutte le iniziative utili all’adozione di un decoder unico.
mmm … noto che anche ad altri colleghi rimangono parecchi dubbi, staremo a vedere, nel frattempo voglio ribadire molto sinteticamente questo concetto: l’articolo 26 del Contratto di Servizio è in vigore, parla chiaro ed impegna la RAI nei confronti di tutti i cittadini
Art 26 Neutralità tecnologica 1. La Rai si impegna a realizzare la cessione gratuita, e senza costi aggiuntivi per l’utente, della propria programmazione di servizio pubblico sulle diverse piattaforme distributive, compatibilmente con i diritti dei terzi e fatti salvi gli specifici accordi commerciali.
L’emittente pubblica smetta quindi di oscurare abusivamente trasmissioni pagate da tutti noi con il canone !
Questione RAI/SKY: AGCOM, se ci sei, batti un colpo prima che sia troppo tardi
settembre 1, 2009 alle 12:24 am | Pubblicato su - Rai/Sky Tivù Sat, CONSUMATORI, DIRITTO, TV | 1 commentoTag: Agcom, Altroconsumo, calabrò, CONSUMATORI, Rai, Raiset, Sky, Tivù Sat
Oggi è il primo settembre e le ferie agostane anche per l’AGCOM dovrebbero essere terminate. L’esposto di Altroconsumo sugli illegittimi oscuramenti da parte di RAI porta la data del 10 luglio, non c’è più tempo da perdere.
Altroconsumo, il 5 agosto scorso, faceva qui il punto della situazione sulla complessa vicenda che vede contrapposte Rai (partner di Mediaset nel lancio della nuova piattaforma Tivù Sat) da una parte e Sky dall’altra. Nel frattempo gli oscuramenti sul satellite dei canali generalisti RAI sono diventati sempre più numerosi e frequenti e, a complicare le cose, c’è l’avvicinarsi della data dello switch off per quanto riguarda il digitale terrestre nel Lazio.
Nel corso delle prossime settimane avremo modo di verificare se, come già paventavo in questo precedente post , l’AGCOM non stia facendo semplicemente melina in attesa della modifica di cui si vocifera dell’art 26 del Contratto di Servizio che leverebbe le castagne dal fuoco all’Autorità.
Ma il Contratto di Servizio è in vigore e impegna la RAI nei confronti di tutti i cittadini almeno fino alla fine dell’anno, se così fosse dunque significherebbe che l’AGCOM si sottrae all’esercizio delle sue stesse prerogative e si dovrebbero dunque necessariamente percorrere altre strade per tutelare i legittimi interessi degli utenti.
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