Il copyright non è über alles, altro che pirati … tuteliamo la democrazia !
febbraio 25, 2011 alle 9:25 am | Pubblicato su CONSUMATORI, DIRITTO, INTERNET, PROPRIET INTELLETTUALE | 1 commentoTag: Adiconsum, Agcom, Agorà Digitale, Altroconsumo, Assonet, Assoprovider, diritto d'autore, Fulvio sarzana, Guido Scorza, Nicola D'Angelo, Risposta alla consultazione AGCOM, Vincenzo Vita
Ieri sono stato alla tavola rotonda “Un diritto d’autore per tutti” organizzata dall’Istituto per le Politiche per l’Innovazione, dalla Federazione FEMI e Nexa. Un dibattito indetto a margine della consultazione Agcom sulla nuova disciplina del diritto d’autore online.
E’ stata una giornata lunga, il dibattito intenso e a volte acceso magistralmente moderato da Guido Scorza , ho molto apprezzato le parole del Commissario AGCOM Nicola D’angelo e del Senatore del PD Vincenzo Vita, l’intero evento si può rivedere in video qui
Nello slot di 7 minuti consentiti a me come ai tanti altri relatori ovviamente non si può dire tutto, per chi ne volesse sapere di più della risposta formale alla consultazione AGCOM depositata insieme da Adiconsum, Agorà Digitale, Altroconsumo, Assonet, Assoprovider e Studio Legale Sarzana e Associati, di seguito ne incollo le premesse, buona lettura e fatemi sapere cosa ne pensate
CONSULTAZIONE PUBBLICA
SUI LINEAMENTI DI PROVVEDIMENTO CONCERNENTE L’ESERCIZIO DELLE COMPETENZE DELL’AUTORITA’ NELL’ATTIVITA’ DI TUTELA DEL DIRITTO D’AUTORE SULLE RETI DI COMUNICAZIONE ELETTRONICA
Osservazioni di
Adiconsum, Agorà Digitale, Altroconsumo, Assonet, Assoprovider
e Studio Legale Sarzana e Associati
Milano/Roma 24 febbraio 2011
Le questioni che sottengono l’esercizio delle competenze dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (di seguito “l’Autorità”) nell’attività di tutela del diritto d’autore sulle reti di comunicazione elettronica sono a nostro avviso cruciali non solo per il futuro dell’industria dei contenuti audiovisivi ma anche e soprattutto, sotto il profilo dell’interesse generale, per un equilibrato sviluppo economico, sociale, tecnologico e culturale del nostro Paese. Ringraziamo, pertanto, l’Autorità per l’opportunità concessaci di meglio esplicitare, nell’ambito di codesta consultazione, tutte le perplessità che nutriamo sui lineamenti di provvedimento proposti.
Stanti i diversi profili di possibile lesività delle prerogative del Parlamento e di conflitto con il vigente diritto comunitario, le presenti osservazioni vengono contestualmente inviate ai Presidenti della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica e al Commissario europeo per l’Agenda Digitale.
1) Premessa
Con l’appello lanciato lo scorso 31 gennaio (allegato n 1 con le 3750 adesioni a supporto raccolte sul sito www.sitononraggiungibile.it) le scriventi associazioni, prima ancora che sottoporre le loro risposte formali all’Autorità, hanno ritenuto opportuno rivolgersi all’opinione pubblica e al Parlamento indicando i gravi rischi insiti nel procedimento sommario a tutela del diritto d’autore, così come delineato al punto 3.5 della Delibera oggetto di questa consultazione che, ove definitivamente approvato in queste forme, introdurrebbe meccanismi tali da consentire all’Autorità di impedire – in modo automatico e prescindendo da qualsivoglia requisito di colpevolezza accertato dell’Autorità giudiziaria – l’accesso ai siti posti fuori dal territorio italiano e di rimuovere contenuti sospettati di violare il diritto d’autore. In pratica, gli utenti potrebbero vedersi in tal modo sbarrato l’acceso a siti, blog, testate online o altre fonti informative che siano solo sospettate di aver violato la disciplina del diritto d’autore.
La richiesta di moratoria da noi avanzata è stata peraltro già accolta e condivisa in sede parlamentare da un’interpellanza urgente presentata alla Camera dei Deputati lo scorso 16 febbraio (allegato n. 2) e da una mozione presentata al Senato della Repubblica il 23 febbraio (allegato n. 3). Riteniamo ingiusto, inopportuno e inappropriato che l’Autorità possa pretendere di regolamentare direttamente ambiti che la Costituzione affida al potere legislativo e al potere giudiziario, che in altri Paesi dell’Unione europea sono stati oggetto di lunghe discussioni parlamentari e con un approccio che, peraltro, come evidenzieremo meglio di seguito, in sede comunitaria è stato nettamente rigettato.
Se è vero che il diritto d’autore e, più in generale, i diritti di proprietà intellettuale costituiscono, infatti, un cardine inamovibile del sistema culturale ed il loro rispetto rappresenta un’esigenza ineliminabile per garantire un adeguato sviluppo del patrimonio culturale, le misure di enforcement di tali diritti devono, tuttavia, sempre essere contemperate con il necessario ed irrinunciabile rispetto di altri diritti fondamentali dei cittadini prima ancora che dei consumatori ed utenti. Ci riferiamo, in particolare, alla libertà di manifestazione del pensiero (anche attraverso strumenti telematici), ad un processo celebrato dinanzi ad un’Autorità giurisdizionale nel rispetto del principio del contraddittorio nonché al diritto alla privacy, come ha inteso ribadire recentemente in forma prescrittiva il legislatore europeo a norma dell’articolo 1 pragrafo 3 bis della Direttiva 2009/140/CE del 25 novembre 2009.
A ben vedere è la stessa Autorità a porre nelle premesse del documento di consultazione in esame le seguenti apprezzabili dichiarazioni di principio: “Sul tema del diritto d’autore online si è sviluppato negli ultimi anni un ampio dibattito, focalizzato principalmente sulle misure più efficaci per contrastare il fenomeno. Tale approccio, che è sempre stato guidato dalla esigenza di tutelare l’”autore” dinanzi al “consumatore”, ha portato all’adozione, in diversi Paesi, di misure di contrasto fondate essenzialmente su divieti e sanzioni. Gli effetti pratici di un siffatto tipo di reazione, tuttavia, sono quantomeno dubbi. Sarebbe infatti opportuno individuare un modello di regolazione che poggi sull’attribuzione del giusto valore anche ai diritti dei consumatori di accedere ai contenuti online, contestualmente però, va da sé, sostenendo gli autori e le associazioni rappresentative dei loro interessi e i soggetti che veicolano i contenuti sul web. In questo senso, qualunque politica o intervento di contrasto della pirateria non può prescindere dalla coeva promozione di misure finalizzate a favorire l’offerta legale di contenuti accessibili ai cittadini: politiche che guardino ad uno solo di questi due aspetti sono destinate a fallire, come dimostra l’inefficacia delle misure tecniche di contrasto alla pirateria”.
E’ anche nostra salda convinzione che il diritto d’autore dovrebbe essere regolamentato in modo da garantire che nella sfera digitale ci sia il giusto equilibrio tra i diversi interessi, altrimenti da strumento di promozione della creatività e di nuovi contenuti esso diverrà un sistema di controllo e censura pervasivo e un ostacolo intollerabile all’accesso alla cultura e all’informazione. Purtroppo, però, con un salto logico di cui è difficile comprendere i motivi fondanti, alle pur apprezzabili ed equilibrate dichiarazioni di principio poste nell’incipit del documento di consultazione non fa seguito nel suo prosieguo alcuna proposta di azione concreta per quanto concerne la promozione del mercato legale e l’eliminazione delle barriere di natura contrattuale che ne rallentano lo sviluppo. Per questi aspetti l’Autorità si limita, con estrema timidezza, a svolgere considerazioni di massima astenendosi dall’ipotizzare misure prescrittive nonostante le prerogative conferitele dalla sua stessa legge istitutiva, in tema di concorrenza e tutela dei consumatori nel mercato delle comunicazioni elettroniche, le consentirebbero ampio spazio di manovra.
Una timidezza e una cautela tanto più incomprensibili e stridenti se confrontate con la stringente quanto invasiva proposta avanzata invece dall’Autorità al paragrafo 3.5 con misure prescrittive per quanto concerne l’ipotizzato procedimento sommario di tutela del diritto d’autore.
Per questo motivo, e nostro malgrado, di seguito approfondiremo in primis le ampie criticità di questa parte del documento di consultazione stanti i diversi profili di possibile lesività delle prerogative del Parlamento e di conflitto con il vigente diritto comunitario che esso solleva.
A strenua difesa del “compagno” Masi ;))
febbraio 23, 2011 alle 6:40 PM | Pubblicato su TV | Lascia un commentoTag: Luca e Paolo, Mauro Masi, Rai, San Remo, Ti sputtanerò
ma guarda un pò cosa tocca fare … addirittura difendere con convinzione Mauro Masi , e chi l’avrebbe mai pensato ? !
Eh sì perchè, secondo quanto riporta il Corriere.it, il Direttore Generale della RAI starebbe ora rischiando la poltrona per non essere riuscito ad impedire il duetto di Luca e Paolo a San Remo sulle note di Ti sputtanerò (vedi video sopra)
ROMA – La Rai è imprevedibile. Nelle aziende tradizionali si allontana un top manager dopo un insuccesso. A viale Mazzini può capitare che il direttore generale rischi di dover traslocare dopo uno dei Festival di Sanremo di maggior successo di pubblico (e in parte anche di critica) degli ultimi tempi. Mauro Masi non dovrà fronteggiare nei prossimi giorni un problema legato agli ottimi ascolti Rai. Ma potrebbe pagare il prezzo del duetto del «Ti sputtane rò» cantato martedì 15 scorso da Luca e Paolo e interamente dedicato al duello politico Berlusconi-Fini («Ti sputtanerò, con certi filmini che darò alla Boccassini dove ci sei tu e le mostrerò donne sopra i cubi e ci metto pure Ruby e ti fotterò». «Ti sputtanerò, sarà un po’ il mio tarlo con la casa a Montecarlo dei parenti tuoi». «Ti sputtanerò, farò l’inventario con Noemi e la D’Addario dei festini tuoi»…)
Ma dico, con tutto quello che ha combinato Masi finora nella sua gestione della RAI è possibile mai che si possa pensare di mandarlo a casa per questo motivo ?
Da leggere con attenzione anche il resto dell’articolo:
Silvio Berlusconi sarebbe andato su tutte le furie. Traccia visibile del malcontento del presidente del Consiglio, la gelida dichiarazione di Antonio Verro, consigliere di amministrazione Rai, vicinissimo a Berlusconi: «Una satira politica da televisione commerciale non adatta ad una platea così vasta ed eterogenea come quella del Festival che fa servizio pubblico. Il direttore generale mi ha dato rassicurazioni sul fatto che le questioni che in questi giorni hanno interessato la direzione artistica del Festival verranno portate all’attenzione del prossimo consiglio di amministrazione». Proprio quel passaggio, una richiesta esplicita di chiarimenti a Masi, prefigura il clima che si respirerà domani, giovedì in Consiglio di amministrazione. Chi è vicino a Berlusconi (secondo il tam tam di viale Mazzini si tratterebbe soprattutto del ministro Paolo Romani) avrebbe considerato l’episodio sanremese la goccia capace di far traboccare il vaso del malcontento verso Masi.
Ecco l’accusa del Pdl: ci dici di non riuscire a controllare Santoro perché c’è una sentenza del giudice, lo stesso problema c’è per Paolo Ruffini a Raitre ma non è possibile che tu non sia in grado di non far attaccare Berlusconi nemmeno a Sanremo e su Raiuno, rete filo-governativa per eccellenza. Masi ha smentito qualsiasi voce di sue possibili dimissioni. Ma secondo altri si sarebbe già aperta una caccia alla collocazione alternativa (Eni?) per il direttore generale. Si delinea il possibile identikit del suo successore che potrebbe corrispondere a Vincenzo Novari, amministratore delegato di 3 Italia. Comunque giovedì sarà un Consiglio Rai anomalo e senza maggioranza di centrodestra. Sulla testa di Angelo Maria Petroni e di Giovanna Bianchi Clerici pende la minaccia di una sanzione di 200 mila euro della Corte dei Conti per aver votato nell’agosto 2005 la nomina a direttore generale di Alfredo Meocci, incompatibile in quanto fresco ex membro dell’Autorità per le Telecomunicazioni. Finché non si sarà chiarito il nodo hanno fatto sapere che non parteciperanno ai lavori del Cda.
Francamente rimango allibito, non riesco neanche a mettere insieme un commento tanto sono frastornato, mi riservo di farlo quando mi riprenderò … segnalo solo una cosa, pur volendo mandarlo via gli avrebebro già trovato un’altra poltrona d’atterraggio all’ENI !!!!!!!!!!!!!!
Roberto Cassinelli e altri 45 deputati supportano il nostro appello: no al regolamento Agcom fino a nuova normativa parlamentare
febbraio 16, 2011 alle 6:54 PM | Pubblicato su CONSUMATORI, DIRITTO, INTERNET, PROPRIET INTELLETTUALE | Lascia un commentoTag: Adiconsum, Agcom, Agorà Digitale, Altroconsumo, Assonet, diritto d'autore, Interpellanza parlamentare, Roberto Cassinelli, Studio Legale Sarzana
Qui la notizia dal sito di Altroconsumo:
Anche 45 deputati contro il regolamento AgCom che censura la reteDopo il nostro appello online, che ha raccolto quasi 4.000 adesioni, anche la Camera interviene sulle regole del diritto d’autore. Sottoscrivi anche tu.
Si è mossa anche la Camera per difendere la libertà di comunicazione e di manifestazione del pensiero. Quarantacinque deputati hanno sottoscritto oggi un’interpellanza urgente, presentata dall’Onorevole Roberto Cassinelli, per chiedere al ministro per i Beni e le attività culturali, al ministro dello Sviluppo economico e al ministro della Giustizia, “se il governo non ritenga di assumere adeguate iniziative, anche di carattere normativo, al fine di pervenire rapidamente alla revisione della disciplina del diritto d’autore”.
L’AgCom non è competente sul diritto d’autore
In discussione è il procedimento sommario a tutela del copyright proposto da AgCom. Il rischio è che l’Authorithy si possa spingere a regolamentare direttamente ambiti che la Costituzione affida al potere legislativo e al potere giudiziario, e che negli altri Paesi dell’Unione europea sono stati oggetto di lunghe discussioni parlamentari. L’interpellanza urgente conferma che 45 parlamentari concordano con noi: AgCom non è competente in materia.L’appello ha dato i suoi frutti
L’interpellanza segue l’appello rivolto ai parlamentari qualche settimana fa da Altroconsumo, Adiconsum, Agorà Digitale, Assonet-Confesercenti, Assoprovider-Confcommercio, e lo Studio legale Sarzana e associati, che invocava una moratoria sul regolamento dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni “sul diritto d’autore e l’accesso alla conoscenza”. Il rischio è che il regolamento, se approvato, consenta all’Autorithy di impedire l’accesso ai siti posti fuori dal territorio italiano e di rimuovere contenuti sospettati di violare il diritto d’autore in modo automatico e prescindendo da qualsiasi requisito di colpevolezza accertato dell’Autorità giudiziaria.Tutelare la libertà dei consumatori, firma l’appello
Nel rispetto del principio di separazione dei poteri dello Stato, il Parlamento deve tornare ad essere la sede di un dibattito che coinvolga tutti gli attori della Rete, la società civile, ma anche e soprattutto i consumatori. E perché i consumatori possano beneficiare dello sviluppo delle nuove tecnologie, i loro diritti debbono essere tutelati e garantiti anche in internet e nell’ambiente digitale. Sottoscrivi anche tu l’appello su www.sitononraggiungibile.it, dove abbiamo già raccolto quasi 4.000 adesioni, tra le quali quelle di diverse personalità autorevoli come il giurista Stefano Rodotà, ex garante della Privacy.
La proposta AGCOM sul diritto d’autore e i lobbisti delle major dalla vista corta
febbraio 14, 2011 alle 12:55 PM | Pubblicato su CONSUMATORI, DIRITTO, INTERNET, PROPRIET INTELLETTUALE | Lascia un commentoTag: Adiconsum, Agcom e diritto d'autore, Altroconsumo, Assoprovider, Cultura Italia, Delibera AGCOM 668/2010, FIMI, Giulia Aranguena del La Paz, Market failure dell'industria dell'audiovisivo, www.sitononraggiungibile.it
Ho letto con interesse sulle pagine di Key4biz il bell’articolo a firma Giulia Aranguena De La Paz che descrive con dovizia di particolari la posizione di FIMI e Cultura Italia circa le proposte avanzate da AGCOM nel documento di consultazione in tema di diritto d’autore sulle reti di comunicazione elettronica.
Mi sembra di capire che, in sostanza, FIMI e Cultura Italia appoggino la proposta Agcom solo limitatamente alla parte che hanno fortemente voluto se non addirittura scritto, inerente l’instaurazione di un procedimento sommario di enforcement ad opera dell’Autorità. Per quanto invece riguarda le misure previste dal documento di consulatazione concernenti la promozione del mercato legale, l’eliminazione delle barriere di natura contrattuale che ne rallentano lo sviluppo e la riduzione delle windows, si dicono contrarie perché sarebbero intrusive della loro libertà imprenditoriale. Infine, al contrario, per quanto riguarda l’interoperabilità e l’abbattimento dei walled garden dicono che l’Agcom sarebbe addirittura troppo blanda. Sono d’accordo ovviamente solo su quest’ultimo punto ma, al contempo, mi corre l’obbligo di sottolineare come risulti sempre troppo facile fare gli amanti della concorrenza con il mercato degli altri e questo appare addirittura stucchevole quando si è iperprotettivi del proprio mercato e delle relative posizioni di rendita.
Il fatto è che, per non riconoscere e affrontare seriamente un tipico fenomeno di market failure prodotto dall’avvento di Internet e del digitale nell’industria dell’audiovisivo, da più di dieci anni a questa parte continuiamo a raccontarci che il solo problema della distribuzione dei contenuti online è costituito dalla pirateria e così, all’insegna della sconfitta del mercato ma anche del diritto, abbiamo assistito ad un vero e proprio abuso della proprietà intellettuale. Questo abuso si è manifestato, da una parte, nel forzoso mantenimento in vita di modelli di gestione collettiva dei diritti d’autore su base nazionale in quanto tali, oltre che antieconomici, apertamente lesivi dei principi del mercato interno e della concorrenza dell’Unione europea, dall’altra in forme eccessive di enforcement, invasive di altri diritti fondamentali, come la libertà di manifestazione del pensiero, il giusto processo, la privacy e l’accesso alla cultura e all’informazione.
Quello di cui stiamo discutendo è un comportamento noto, studiato prima ancora che in economia in sociologia e in atropologia e adottato da sempre nel campo militare: per serrare le fila del proprio esercito e motivare le truppe conviene e risulta più efficace creare un nemico esterno anche se, come nel caso di specie, il nemico esterno, la cosiddetta pirateria, è nato e si è poi diffuso ampiamente a causa dell’inefficacia e l’intempestività con le quali l’industria dell’audiovisio ha inteso ristrutturarsi a seguito del mutato scenario tecnologico.
Segue qui su Key4biz
Agenda Digitale: grazie Neelie ;)
febbraio 9, 2011 alle 4:42 PM | Pubblicato su DIRITTO, INTERNET | Lascia un commentoTag: Agenda Digitale, Commissaria Kroes, Ministro Romani, Twit della Commissaria Kroes
Twit della Commissaria Kroes in favore dell’Appello per l’Agenda Digitale in Italia:
– pleased to see this initiative in Italy; step to get every Italian digital! http://www.agendadigitale.org
magari qualcuno lo gira al Ministro Romani ?
C’e squeeze ?
febbraio 8, 2011 alle 6:51 PM | Pubblicato su CONSUMATORI, DIRITTO, INTERNET, TELECOMUNICAZIONI | Lascia un commentoTag: Agcom, Altroconsumo, aumenti adsl, aumenti telefonia fissa, squeeze, unbundling
ne parlavo in un precedente post qualche settimana fa: Aumenti sul fisso e adsl: come previsto il regalo dell’AGCOM a Telecom sull’unbundling alla fine lo paga pantalone … Ora Altroconsumo ha fatto una botta di conti: Scotta la bolletta del telefono. Previsti aumenti fino al 7%.
Oltre al fatto che, come ampiamente previsto e prevedibile, a fronte della decisione Agcom sull’unbundling a farne le spese è come al solito l’utente finale, la domanda successiva è sempre quella: c’è squeeze ?
L’appello per l’Agenda Digitale fa infuriare Romani: bene, un ottimo segnale !
febbraio 4, 2011 alle 12:55 PM | Pubblicato su CONSUMATORI, DIRITTO, INTERNET | Lascia un commentoTag: Agenda Digitale, interesse generale, Ministro Romani
Leggo che l’Appello per dare all’Italia una Strategia Digitale che ho sottoscritto con molta convinzione avrebbe fatto infuriare il Ministro Romani
Ora, per vero, ciò che sembrerebbe aver dato più fastidio a Romani è la presenza tra i 100 firmatari dei CEO delle principali aziende di tlc, gli stessi che siedono al c.d. Tavolo Romani istituito con l’obiettivo di favorire la realizzazione delle nuove reti in fibra ottica, come a dire: che ingrati !
Questa reazione mi stimola tre brevissime riflessioni:
la prima: bene, è un ottimo segnale, l’Agenda Digitale ha colto nel segno!
la seconda: l’Appello che si chiude con queste parole “Richiamiamo l’attenzione di tutte le forze politiche, gli imprenditori, i lavoratori, i ricercatori, i cittadini, perchè non vedano in queste parole la missione di una sola parte, ma di tutto il Paese”, pone questioni che toccano tutti e ognuno di noi, stiamo parlando del nostro futuro, dell’interesse generale, e non (solo) degli interessi di alcune grandi aziende che Romani ha riunito, a porte chiuse, in un tavolo che non sembra peraltro ancora aver prodotto risultati concreti, per quanto concerne un tema specifico, le reti NGN, che sono solo una parte – come rileva giustamente Civati – della necessaria Strategia Digitale che dovrebbe darsi un Paese moderno …
la terza e, forse, la più importante: è che il concetto di interesse generale sfugge, sfugge spesso, anzi sempre, in questo Paese…l’interesse generale, infatti, non consiste nella e non può scaturire dalla giustapposizione di interessi “particulari”, per dirla alla Guicciardini … non basta fare una sorta di baratto, magari con il bilancino, dando qualcosa all’uno e qualcosa all’altro stakeholder, qualcosa a questa grande azienda, qualcosa all’altra, questo produce inevitabilmente una mediazione al ribasso che sicuramente non riuscirebbe a soddisfare le legittime esigenze dei cittadini. Occorre avere i coglioni, come si suol dire, sentire tutti ma poi prendere delle scelte e implementarle, basta fare melina. Non è facile, certo, ma il nostro futuro ci sta sfuggendo …
Le clausole di esclusiva territoriale nella trasmissioni tv delle partite di calcio sono contrarie al diritto comunitario
febbraio 4, 2011 alle 12:47 am | Pubblicato su CONSUMATORI, DIRITTO, PROPRIET INTELLETTUALE, TV | 1 commentoTag: Avvocato Generale Kokott, Corte di Giustizia, Diritti tv, diritto comunitario, esclusiva territoriale, mercato unico, partite di calcio
Lo dice l’Avvocato Generale della Corte di Giustizia Kokott in un parere, a mio modo di vedere, molto importante e rivoluzionario, staremo a vedere se la Corte conferma.
Il diritto dell’Unione non consente di vietare la trasmissione in diretta di incontri di calcio della Premier League (serie A inglese) in locali pubblici utilizzando schede di decoder straniere – continua a leggere qui le Conclusioni dell’Avvocato Generale Kokott
AGCOM e diritto d’autore: ecco perchè non dormo sonni tranquilli …
febbraio 3, 2011 alle 7:57 PM | Pubblicato su CONSUMATORI, DIRITTO, INTERNET, PROPRIET INTELLETTUALE | 1 commentoTag: Agcom, Altroconsumo, diritto d'autore, Pirateria
Torno sulle spinose questioni che solleva il testo messo in consultazione da AGCOM in materia di diritto d’autore non solo per salutare con soddisfazione il successo che sta avendo la petizione condivisa con gli amici di Adiconsum, Agorà Digitale, Assonet e Assoprovider che, dopo soli tre giorni, si avvia verso le 3000 adesioni ma anche e soprattutto per chiarire un paio di questioni.
La cosa si rende necessaria a fronte dei rilievi mossi dall’amico Egenio Prosperetti che, essendo persona seria e preparata, merita risposte, per quanto possibile, adeguatamente motivate nel merito e oltretutto perchè il meme in Rete rischia di diffondersi …
Punto 1: il termine per rispondere alla consultazione AGCOM è di 60 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale che mi risulta essere avvenuta il 3 gennaio, va da sè che i soggetti, come Altroconsumo, che hanno ritenuto opportuno lanciare una petizione per fare in modo che una fascia più ampia dell’opinione pubblica, oltre ai soli addetti ai lavori e ivi compresi i parlamentari, fossero resi edotti dei rischi che correremmo ove l’AGCOM approvasse definitivamente le proposte indicate nel documento di consultazione per quanto concerne l’enforcement, ovviamente invieranno all’Autorità un contributo formale nei termini previsti e chiederanno anche di essere auditi. Personalmente sto già lavorando alla redazione del documento e più leggo la parte della delibera che propone di introdurre un provvedimento sommario quanto antidemocratico a tutela della presunta lesione del diritto d’autore più i dubbi e le perplessità sulla sua legittimità nel nostro Ordinamento si infittiscono.
Punto 2: Nel merito, oltre a tutto quanto esposto nel testo della petizione http://sitononraggiungibile.e-policy.it/it/lettera-ai-parlamentari/ e a quanto opportunamente evidenziato da Fulvio Sarzana con un paio di post di cui consiglio la lettura: qui il primo qui il secondo aggiungo che Agcom, a mio modo di vedere, ha un ulteriore piccolo problemino: il procedimento sommario ipotizzato dall’Autorità, molto ben dettagliato nel testo della consultazione, pretermette completamente il consumatore sebbene questo sia necessariamente parte in causa soprattutto per quanto concerne le iptesi di lesione nelle piattaforme ugc. Bene, personalmente ci vedo un conflitto grosso come una casa con l’art 1 pragrafo 3 bis della direttiva 2009/140/CE del 25 novembre 2009 – più volgarmente il telecoms package – al quale dovremo dare attuazione in Italia entro breve, ecco un altro motivo, e direi non da poco, per il quale la sede naturale per ogni decisione in materia deve tornare il Parlamento, a meno che non si voglia ancora una volta fare approdare le nostre assurdità nazionali in sede comunitaria con un probabile procedimento di infrazione.
Punto 3 – ci sarebbe anche da rispondere a FAPAV ma qui il discorso si fa un pò più lungo, abbiate pazienza: Internet e, ancora di più il web 2.0, hanno reso di fatto obsoleti una serie di modelli di business consolidati ma, per un altro verso, hanno aperto incredibili, nuove prospettive economiche e imprenditoriali. Colpita da questo classico esempio di disruptive technology, che cosa poteva fare l’industria dell’audiovisivo? Difendere le proprie posizioni di rendita o aprirsi al futuro: ha scelto la prima strada. Che cosa poteva fare la politica? Accompagnare e stimolare l’industria dell’audiovisivo verso il futuro o proteggerla nel business del passato. Ha scelto decisamente la seconda strada, anche perché, per molti aspetti, significava anche proteggere sé stessa. Quale risultato, negli ultimi dieci anni, nel corso dei quali abbiamo continuato a raccontarci che il solo problema della distribuzione dei contenuti online era costituito dalla pirateria telematica, all’insegna della sconfitta del diritto e del mercato, abbiamo assistito a un vero e proprio abuso della proprietà intellettuale. Questo abuso si è manifestato, da una parte, in forme eccessive di enforcement, invasive di altri diritti fondamentali, come la libertà di manifestazione del pensiero, il giusto processo, la privacy e l’accesso alla cultura e all’informazione, dall’altra nel forzoso mantenimento in vita di modelli di gestione collettiva dei diritti d’autore su base nazionale e, in quanto tali, oltre che antieconomici, apertamente lesivi dei principi del mercato interno e della concorrenza dell’Unione europea.
La chiusura iniziale poteva essere comprensibile, ma insistere rischia di diventare preoccupante: perseverare diabolicum est. E, tuttavia, ancora oggi si preferisce – per molti versi – guardare al futuro con gli occhi del passato pur di non mettere in discussione meccanismi palesemente assurdi e obsoleti nel nuovo scenario tecnologico, che hanno però il pregio di essere ben noti e, in quanto tali, di non mettere in discussione lo status quo.
Circa i dati sui cosiddetti danni da pirateria rinvio invece al video qui sopra.
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febbraio 2, 2011 alle 6:50 PM | Pubblicato su CONSUMATORI, DIRITTO | Lascia un commentoTag: Altroconsumo, Pendolari, ritardi e disservizi ferroviari, Siamo uomini o pendolari ?, Trenitalia, www.ultimotreno.com

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