Oscuramenti sul satellite: povera Mamma RAI, l’hanno costretta a prostituirsi …
novembre 6, 2009 alle 12:39 PM | Pubblicato su - Rai/Sky Tivù Sat, CONSUMATORI, DIRITTO, TV | 3 commentiTag: Altroconsumo, Inibitoria, oscuramenti, Rai, Raiset, servizio pubblico radiotelevisivo, Tribunale di Roma
Torno sulla questione oscuramenti RAI sul satellite stimolato da un articolo de l’Espresso online che, anticipando in esclusiva il dossier di Altroconsumo con l’elenco delle centinaia di ore di oscuramenti della programmazione di RAI 1, Rai 2 e Rai3 intervenuti sul satellite dal 4 agosto al 4 ottobre, commenta, tra le altre cose, in questo modo:
Una quantità impressionante di “oscuramenti”. Concentrati soprattutto su Raidue, la rete di Stato che in alcune regioni è già stata tolta dall’analogico e si può vedere solo sul digitale terrestre. Per “convincere” con le cattive gli italiani a passare al digitale terrestre.
Al di là delle questioni più prettamente giuridiche inerenti la violazione del Contratto di Servizio e del Testo Unico della radiotelevisione, già ampiamente discusse in questo blog e che ora si troverà a dover prendere in esame anche il Tribunale di Roma al quale Altroconsumo si è rivolto con un ricorso d’urgenza quello che viene spontaneamente da chiedersi, direi quasi d’impulso, è se Rai possa ancora considerarsi servizio pubblico.
Non dovrebbe essere, in effetti, solo oggetto di un obbligo giuridico ma l’intrinseco portato del suo mandato quale Tv di Stato quello di diffondere la sua programmazione e renderla disponibile alla cittadinanza con ogni tecnologia e su tutte le piattaforme. A tal punto che impedire l’accesso alla propria programmazione a parte della cittadinanza, che peraltro continua a pagare il canone, in un momento già reso complicato per gli utenti dal passaggio al digitale terrestre con tutte le complicazioni e gli adeguamenti tecnologici che conseguono, appare un gesto contro natura da parte della RAI, molto simile al suicidio.
Chi scrive ritiene che possa e debba avere ancora un senso nel nostro Paese l’esistenza di una televisione di servizio pubblico, il fatto è che la stiamo perdendo e, soprattutto, non è certo di questo servizio pubblico che abbiamo bisogno nel nuovo scenario competitivo e tecnologico.
Uno dei commenti all’articolo de L’Espresso recita come segue: mamma rai, l’hanno costretta a prostituirsi …
3 commenti »
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