Pendolari non perdete l’ultimo treno, salite a bordo della Class Action Altroconsumo vs Trenord
settembre 2, 2014 alle 4:38 PM | Pubblicato su CONSUMATORI, DIRITTO | Lascia un commentoTag: Altroconsumo, class action, Class Action Trenord, Pendolari, Trenord, Ultimo treno
Leggi qui il comunicato di Altroconsumo:
Class action Trenord, raccolta di adesioni in quattro stazioni lombarde
Per chi subì i disagi a dicembre del 2012 – oltre 700mila gli utenti coinvolti – si avvicina la possibilità concreta di ottenere giustizia.
Dicono i Saggi che occorre migliorare la disciplina della class action. Bene! Ecco come
aprile 15, 2013 alle 2:25 PM | Pubblicato su CONSUMATORI, DIRITTO | Lascia un commentoTag: Altroconsumo, class action, documento economico Saggi, Saggi
Il paragrafo 4.5 del documento dei Saggi di Napolitano sulle misure economiche è dedicato ad “Aprire alla concorrenza, tutelare meglio i consumatori” cosa apprezzabile e non certo scontata. In particolare a pag 41 troviamo scritto:
“Inoltre, occorre una tutela diretta contro le pratiche commerciali scorrette e la pubblicità ingannevole. Al riguardo, già esistono gli strumenti offerti dal Codice del consumo, ma la tutela va rafforzata lungo le seguenti direttrici: rapido recepimento della nuova direttiva UE sui diritti dei consumatori; garanzia di una migliore informazione del consumatore, anche attraverso l’uso di siti pubblici espressamente dedicati (per esempio, sui prezzi giornalieri dei carburanti praticati dai differenti distributori); miglioramento della disciplina della class action in modo tale da renderne più agevole l’esercizio; valorizzazione del ruolo delle associazioni di tutela dei consumatori.”
Ora, data la drammatica situazione del Paese, c’è da sperare che si possa formare un Governo e che questa Legislatura vada avanti. In tal caso occorrerebbe senz’altro valorizzare anche questo utile spunto dei Saggi tramutandolo in un apposito disegno di legge volto a migliorare la disciplina della class action e a renderne più agevole l’esercizio. Il perdurare della crisi sta infatti cominciando a intaccare pericolosamente anche i diritti dei consumatori che, riconosciuti ormai sempre più spesso solo sulla carta, devono diventare oggetto di una faticosa riconquista giornaliera sia nei confronti delle imprese sia nei confronti della Pubblica Amministrazione e dello Stato.
Se è giusto ed opportuno tenere sotto controllo i conti del Paese, pare evidente che questo non possa essere fatto mettendo sostanzialmente in crisi le basi dello Stato di diritto prevaricando coloro che, come i consumatori finali, da soli non hanno gli strumenti per potersi difendere. E’ proprio in tale ottica che Altroconsumo ha deciso di dedicare maggiori risorse e attenzione alle proprie attività di advocacy dimostrando che anche i consumatori, unendo le proprie forze e assistiti da un’associazione seria e professionale, sono in grado di tirare fuori i denti ove i diritti dei consumatori e dei cittadini vengano calpestati.
Le oltre 100.000 preadesioni alle 5 class action promosse dalla nostra associazione in vari settori di consumo stanno a dimostrare la potenzialità dello strumento che – concordiamo con i Saggi – deve tuttavia essere perfezionato per poter avere un maggiore effetto di deterrenza e introdurre efficienza nel mercato nell’interesse generale.
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Disservizi Trenord: Altroconsumo tira dritto con la class action
dicembre 22, 2012 alle 1:01 PM | Pubblicato su CONSUMATORI, DIRITTO | Lascia un commentoTag: Altroconsumo vs Trenord, class action, Pendolari, Rai News, Trenord
Non ci sono ancora state fatte proposte accettabili di risarcimento in favore dei pendolari.
Tiriamo dritto con la class action verso il Tribunale.
Per chi ne vuole sapere di più, oggi ne parlo alle 14,30 su Rai News a Consumi e Consumi, una anteprima qui
Pratiche commerciali scorrette: dagli “utonti” ai consumatori
aprile 16, 2012 alle 10:57 am | Pubblicato su CONSUMATORI, DIRITTO, POLITICA | Lascia un commentoTag: class action, CONSUMATORI, Consumatori Diritti e Mercato, pratiche commerciali scorrette, Utonti
La disciplina delle pratiche commerciali scorrette, ancora molto giovane, ha già dimostrato di poter dare ottimi risultati sia per quanto riguarda un più pieno enforcement dei diritti dei consumatori sia per quanto riguarda la riduzione di vere e proprie distorsioni di mercato da tempo inveterate nei settori tradizionali di consumo e ora tracimanti anche in quelli emergenti.
L’Antitrust ha, in tal senso, saputo valorizzare con coraggio e determinazione sin dalla sua prima implementazione in Italia gli aspetti innovativi insiti in questa normativa che, vale la pena ricordarlo (come la maggior parte delle norme a tutela del consumatore e del mercato) anche in questo caso deriva da una direttiva comunitaria.
Dall’analisi delle decisioni Antitrust in materia di pratiche commerciali scorrette pare, infatti, potersi leggere una chiara volontà di interpretare la protezione dei consumatori non più tanto o solo nel senso statico di tutela del soggetto inesorabilmente debole ma, in una chiave più moderna e dinamica, che guarda al riconoscimento dei suoi diritti come leva di promozione di un mercato più efficiente, innovativo e sostenibile. Insomma, se mi è concessa una piccola licenza, con il beneficio del dolus bonus, possiamo finalmente salutare il passaggio dalla tutela degli “utonti” al pieno riconoscimento dei diritti dei consumatori quali soggetti attivi e determinanti del mercato.
De iure condendo, per non disperdere questo valore, occorrerebbe affiancare al public enforcement un altrettanto efficiente private enforcement, eliminando le molte aporie presenti nella disciplina delle class action.
Per chi ne vuole sapere di più, qui l’articolo per esteso Pratiche commerciali scorrette: dagli “utonti” ai consumatori
Rafforzare la disciplina della class action: se non ora quando ?
febbraio 16, 2012 alle 8:08 am | Pubblicato su CONSUMATORI, DIRITTO, POLITICA | Lascia un commentoTag: Altroconsumo e class action, Articolo 6 decreto liberalizzazioni, class action, Private enforcement, senatore belisario, senatore perduca, senatrice poretti
Come è noto il decreto liberalizzazioni, attualmente in discussione presso la X Commissione del Senato per la conversione in legge, è stato oggetto di un vero e proprio assalto alla diligenza a colpi di migliaia di proposte di emendamento alcune delle quali inutili, altre incomprensibili ma soprattutto dannose, in quanto per massima parte sollecitate dalle lobbies nell’ottica di limitare la portata innovativa – per vero già molto automoderata – dell’iniziativa governativa in termini di apertura del mercato alla concorrenza.
In questo scenario caotico e per certi versi inquietante, dati i modi e le forme con le quali il Parlamento, in uno scenario economico ancora molto preoccupante, si appresta a legiferare su materie di primaria importanza per il futuro del nostro Paese, pare opportuno segnalare invece in senso positivo gli emendamenti all’art. 6 del decreto presentati dal senatore Belisario e dai senatori Perduca e Poretti che, ove approvati, avrebbero il pregio di ripulire l’istituto della class action, ancora molto giovane nel nostro Paese, da una serie di aporie che ne hanno finora limitato l’efficacia quale strumento di tutela dei consumatori e dell’efficienza del mercato in chiave di private enforcement.
Va detto subito che l’articolo 6 del decreto liberalizzazioni, nel testo approvato dal Governo sotto l’epigrafe “norme per rendere efficace l’azione di classe”, interviene già in maniera apprezzabile su un aspetto importante della disciplina della class action di cui all’art. 140 bis del Codice del Consumo, apportando modifiche al comma 2, lettera a) e coerentemente anche alle successive lettere b) e c) ivi sostituendo il limitante requisito dell’identità del diritto, che inficia sensibilmente la possibile formazione di una ampia classe di aderenti ad una class action, con il più adeguato concetto di omogeneità dei diritti che si vogliono fare valere collettivamente in giudizio.
Continua a leggere l’articolo qui su Leggi Oggi
Su, riempiamo di contenuti l’Agenda Digitale Italiana
febbraio 9, 2012 alle 5:48 PM | Pubblicato su CONSUMATORI, DIRITTO, INTERNET, PROPRIET INTELLETTUALE | Lascia un commentoTag: abolire il monopolio SIAE, Agenda Digitale, Agorà Digitale, Altroconsumo, Cabina di Regia, class action
Bella mattinata ieri in Senato. Ecco cosa ne è scaturito:
Dieci tra le maggiori associazioni del settore digitale e telecomunicazioni e che rappresentano imprese, consumatori e diritti dei cittadini hanno inviato alla Cabina di Regia sui temi dell’Agenda Digitale, che si instaura oggi, una serie di richieste di riforme da approvare subito all’interno del decreto liberalizzazioni.
“L’Italia ha bisogno di uno shock digitale per far ripartire l’economia ed innovare” – si legge nella lettera – “Il contributo al PIL del settore Internet in Italia è il 2%, in Inghilterra il 7%. Anni di annunci da parte dei precedenti governi hanno esasperato un settore che ha bisogno di segnali forti dal governo. È giusto che l’Italia si doti una cabina di Regia che sappia dare una visione generale e un piano industriale e infrastrutturale al mercato digitale e delle telecomunicazioni nel nostro paese. Ma allo stesso tempo non c’e’ alcun motivo per non approvare subito alcune puntuali ma decisive riforme per sbloccare il mercato digitale e l’innovazione”.
Tra le proposte di riforma, che sono state sottoscritte in queste ore da uno schieramento trasversale di parlamentari, vi sono una delega al governo per la riforma del diritto d’autore nel rispetto dei diritti degli utenti, l’abolizione del monopolio e del bollino SIAE, l’obbligo di apertura dei dati pubblici anche per uso commerciale per favorire imprese innovative, l’abbattimento delle tasse ai piccoli imprenditori del settore della banda larga, l’apertura degli archivi digitali delle biblioteche e la liberalizzazione degli sconti sui libri e l’abbattimento dell’IVA sugli ebook. Incluse nel pacchetto anche una proposta per la nuova asta delle frequenze, un piano di distribuzione delle frequenze in grado di sostenere l’imprenditoria giovanile e femminile eliminando il cd digital divide, una riforma dell’istituto della class action, norme che vietano finestre di distribuzione e accordi sulla diffusione dei contenuti troppo vincolanti, il libero utilizzo delle frequenze su suolo privato e la preferenza del Software Libero nella pubblica amministrazione.
Il pacchetto di proposte è stato elaborato da Agorà Digitale, Articolo 21, Associazione Italiana Internet Provider, Associazione Italiana per l’Open Government, Assoprovider, Altroconsumo, Istituto per le Politiche dell’Innovazione, Libertiamo, Stati Generali dell’Innovazione e lo Studio Legale Sarzana.
Il pacchetto di emendamenti al DL liberalizzazioni è leggibile qui
Mentre qui di seguito potete ascoltare grazie a Radio Radicale il mio intervento in conferenza stampa incentrato ovviamente su abolizione della SIAE e potenziamento class action
Class action potenziata, bravo Monti! e ora tiri dritto senza cedere nulla alle lobby
gennaio 14, 2012 alle 12:59 am | Pubblicato su CONSUMATORI, DIRITTO, POLITICA | 1 commentoTag: Altroconsumo, class action, decreto liberalizzazioni, lobby
Stando a quanto è leggibile nella bozza che è circolata, il decreto sulle liberalizzazioni introduce, tra le altre rilevantissime cose (all’articolo 6) una serie di modifiche migliorative alla norma sulla class action, in particolare:
– Le posizioni degli aderenti alla class action non dovranno più essere identiche ma omogenee – la cosa è particolarmente rilevante in quanto molte delle ipotesi di class action che avevamo preso in esame fino ad ora si scontravano contro questa definizione limitativa e abbastanza assurda
– Per attivare una class action non ci sarà più bisogno di un rapporto contrattuale diretto tra i consumatori e il fornitore del servizio o del prodotto – Questa è una modifica epocale e amplia moltissimo la gamma di class action che si potranno promuovere. Per esempio la class action di Altroconsumo contro la Rai è stata dichiarata inammissibile proprio perchè, a detta del Tribunale di Roma, non sussisteva un rapporto contrattuale diretto tra gli abbonati e la RAI. Sarà da valutare se la modifica potrà avere un effetto diretto sulla nostra class action pendente ora davanti alla Corte d’Appello di Roma. In tal senso sarebbe auspicabile che il governo emendi la propria proposta introducendo una misura transitoria per le class action pendenti, in modo che ad esse si applichi più correttamente la nuova norma, altrimenti si creerebbe una discriminazione nei confronti di soggetti diversi per i medesimi diritti lesi.
– Una volta che la class action viene dichiarata ammissibile la finestra per l’adesione da parte dei consumatori interessati non sarà più limitata al ristrettissimo periodo di 4 mesi successivi all’ordinanza, i consumatori potranno aderire fino all’udienza di precisazione delle conclusioni del giudizio d’appello – la modifica è estremamente positiva è impatterà direttamente sulle class action che abbiamo intrapreso e quelle che intraprenderemo
– Il vaglio di ammissibilità delle class action in prima udienza diverrà molto meno stringente di conseguenza sarà molto più facile ottenere in generale l’ammissione delle class action
– L’appello sarà più veloce, la Corte d’Appello deve decidere entro 40 giorni dal reclamo
– Si reintroduce infine la conciliazione sulla liquidazione del danno dei singoli aderenti una volta che il giudice abbia accolto la domanda della class action. Questa misura era presente nella legge prcedente approvata dal governo Prodi.
Bene dunque, bravo Monti ! e, più in generale, su tutto il decreto liberalizzazioni – qui più ampiamente sul sito di Altroconsumo un’analisi dellle misure contenute nella bozza – l’auspicio è che il governo tiri dritto e non ceda in alcun modo alle pressioni delle lobby. Nel corso dell’attuale legislatura purtroppo le politiche di liberalizzazione hanno conosciuto una battuta d’arresto, addirittura abbiamo assistito per molti settori ad accenni di controriforme. Occorre invece abbattere le rendite di posizione, creare più concorrenza, fare rispettare adeguate regolamentazioni nel caso di presenza di monopoli naturali o di posizioni dominanti, tenere alto il profilo del cambiamento in settori chiave come libere professioni, carburanti, banche e assicurazioni, farmaci, commercio e grande distribuzione, trasporti, etc .
Per risollevarsi dall’attuale situazione di crisi il nostro sistema Paese deve diventare più competitivo a livello internazionale e la via principale per ottenere ciò è quella di eliminare le barriere anticoncorrenziali interne, sviluppare finalmente una seria politica dei consumatori e realizzare una società più moderna ed quilibrata.
La bozza di decreto sulle liberalizzazioni va nella giusta direzione e pone di nuovo il cittadino/consumatore al centro delle scelte politiche, vogliamo un Paese innovativo, competitivo ed europeo, anziché, come troppo spesso è avvenuto sinora, conservatore, corporativo e localistico. Molte delle legittime esigenze sociali e di tutela dei lavoratori che sono emerse ed è normale che emergano in caso di liberalizzazioni vere devono essere affrontate seriamente e risolte, vanno poste adeguate garanzie ma con strumenti nuovi e in un quadro regolamentare che necessariamente, nel futuro prossimo, sarà diverso e forse per questo ci intimorisce. Non dobbiamo avere paura del futuro ma contribuire tutti a crearne uno migliore per questo Paese.
Altroconsumo vs Intesa Sanpaolo: la class action s’ha da fare!
settembre 26, 2011 alle 4:14 PM | Pubblicato su CONSUMATORI, DIRITTO | Lascia un commentoTag: ammissibile l'azione collettiva risarcitoria, andare in rosso, Banca Intesa, class action, Class Action Altroconsumo, commissioni di scoperto di conto, Intesa san Paolo

Class action Intesa San Paolo: via libera dal giudice
La Corte d’appello di Torino ha dichiarato ammissibile l’azione collettiva risarcitoria presentata da Altroconsumo contro Intesa Sanpaolo s.p.a. per le commissioni di scoperto di conto applicate ai correntisti in rosso dopo il 15 agosto 2009 (una class action è possibile in Italia solo per eventi successivi a questa data). Spese che Altroconsumo ritiene illegittime e quindi da restituire.
Spese non dovute
Quello che chiediamo è il risarcimento dei costi illeciti fatti pagare ai correntisti di Intesa Sanpaolo: si tratta di spese, come la “Commissione per scoperto di conto (Csc)”, fatte pagare dalla banca sui conti non affidati, vale a dire i conti ai quali, al momento dell’apertura, non è concesso un fido. Spese che sono state introdotta dalla banca in sostituzione delle commissioni di massimo scoperto abolite per legge nel 2009.
La Corte d’appello di Torino ha ritenuto che Altroconsumo rappresenti adeguatamente gli interessi dei correntisti e che la class action non possa essere bloccata sul nascere, come richiesto da Intesa Sanpaolo.
“E’ un risultato senza precedenti per i correntisti bancari coinvolti e per i consumatori più in generale, in un momento di grave sofferenza finanziaria del Paese e dell’intera area euro, e di discussione sulla credibilità del settore bancario”, ha dicharato Paolo Martinello, presidente di Altroconsumo. “La trasparenza e il rispetto delle regole sono criteri da applicare irrinunciabilmente alla priopria clientela e utenza. In mancanza, i diritti dei correntisti devono poter essere tutelati attraverso il nuovo strumento della class action, che per la prima volta in Italia viene ammesso nei confronti di un importante istituto bancario, per una vicenda che coinvolge migliaia di consumatori” – ha concluso Martinello.Continuano le adesioni
Ora la palla torna al tribunale di Torino che dovrà decidere tempi e modalità di pubblicità dell’azione e di raccolta delle adesioni.
Nel frattempo, tutti i consumatori interessati, ovvero i correntisti di Intesa Sanpaolo che pur non avendo un fido sono andati in rosso e hanno subìto dopo il 15 agosto 2009 l’applicazione di voci di spesa come la “Commissione per scoperto di conto (CSC)”, possono compilare il form di pre-adesione alla class action.Le altre class action
Otteniamo così il via libera alla prima delle tre class action in corso per ristabilire i diritti negati ai consumatori. Si attende ancora l’esito per le altre due richieste d’azione collettiva: quella sull’ipotesi di cartello nelle tariffe dei traghetti in viaggio per la Sardegna e quella sull’interruzione di servizio pubblico da parte della Rai nei confronti dei telespettatori paganti il canone di abbonamento.
Class Action Altroconsumo vs RAI: aderisci, più siamo, più contiamo !
Maggio 3, 2011 alle 11:17 am | Pubblicato su - Class Action vs RAI, CONSUMATORI, DIRITTO | 2 commentiTag: Altroconsumo, class action, Class action vs Rai, Par condicio, Rai, Violazione del Contratto di Servizio
Nel corso del 2010, la RAI si è resa ripetutamente inadempiente rispetto agli obblighi prescritti dal Contratto di Servizio Pubblico di fornire un’informazione libera, obiettiva e corretta in favore di tutti coloro che hanno sottoscritto l’abbonamento RAI.
Altroconsumo ha promosso una Azione Colletiva Risarcitoria (Class Action).
Class Action contro la Rai: violazione del contratto di servizio pubblico
Chi ha pagato il canone per il 2010 ha diritto a un risarcimento di 500 euro per il danno causato dai comportamenti della Rai. Per questo abbiamo promosso un’Azione Collettiva Risarcitoria contro la tv di Stato. Il 1 giugno si terrà la prima udienza .
Aderisci anche tu alla nostra Class Action
La Class Action di Altroconsumo contro Rai, oltra ad essere caratterizzata dall’elevato numero di possibili aderenti – potenzialmente tutti gli abbonati RAI – ha l’obiettivo di salvaguardare un diritto civile primario dal rango costituzionale quale è quello a un’informazione libera, plurale ed obiettiva. Interessi di parte, o meglio di una pluralità di soggetti offesi, come è normale che sia in tutte le azioni collettive, coincidono in questo particolare caso anche con l’interesse generale se, come ritiene Altroconsumo, appare ancora utile che nel nostro Paese continui a sussistere una tv di servizio pubblico, purché essa svolga adeguatamente tale importante mandato adempiendo correttamente alle obbligazioni prescritte dal contratto di servizio nonché dal contratto di abbonamento sottoscritto con ciascuno degli abbonati RAI.
Aderite, aderite, aderite, più siamo, più contiamo !
Una conferma formale all’adesione sarà necessaria successivamente alla verifica dell’ammissibilità dell’azione da parte del Tribunale.
Il ddl intercettazioni è deleterio anche per la difesa dei consumatori, parola di Altroconsumo
giugno 11, 2010 alle 6:15 PM | Pubblicato su CONSUMATORI, DIRITTO, INTERNET, TELECOMUNICAZIONI | Lascia un commentoTag: Altroconsumo, bavaglio, censura, class action, ddl Alfano, ddl intercettazioni, libertà di informazione, rettifica blog
Riprendo di seguito l’articolo appena pubblicato da Altroconsumo in home page. Sono molto orgoglioso che la mia associazione, dopo aver atteso, senza voler contribuire ad alzare i toni in un clima già esacerbato ed estremamente politicizzato, che il ddl Alfano potesse essere adeguatamente modificato in sede parlamentare, abbia ora preso questa posizione, considerato che il testo approvato ieri dal Senato, sebbene emendato, mantiene tuttavia una serie di elementi critici che rischieranno di limitare seriamente la libertà di informazione:
Ddl intercettazioni: conseguenze sull’informazione ai consumatori11-06-2010Il ddl intercettazioni approvato dal Senato avrà un impatto anche sull’informazione che facciamo a difesa dei consumatori.
Informare per difendere i consumatori
Questo disegno di legge avrà anche l’effetto di limitare l’azione che svolge giornalmente un’associazione di consumatori, come la nostra, che fra i suoi obiettivi ha sempre avuto, da oltre 35 anni, quello di colmare ogni tipo di lacuna informativa, nell’interesse generale dei cittadini. Pensiamo agli scandali finanziari, a quelli inerenti la malasanità o la sicurezza alimentare, che nostro malgrado si sono ripetuti negli ultimi anni. Tutte situazioni che, oltre ad avere rilevanza penale, possono essere estremamente lesive di diritti primari dei consumatori.
Limitare oltre misura lo strumento delle intercettazioni rischierebbe di inficiare l’attività dei pubblici ministeri. Impedire che le informazioni rilevanti scaturite dalle indagini preliminari siano rese di pubblico dominio ostacolerebbe l’attivazione in tempo utile di azioni collettive nei confronti di soggetti e società responsabili.Le nostre inchieste a rischio
Sulla base del testo del disegno di legge, verrebbero intaccate anche le nostre inchieste sul campo, di cui beneficiano in primo luogo i nostri soci, ma anche più in generale l’efficienza e la correttezza del mercato di servizi e prodotti. Le persone che mandiamo sul campo non potrebbero più effettuare riprese e registrazioni, essendo tali attività consentite ai soli giornalisti professionisti iscritti nell’albo. A nostro avviso dovrebbero, invece, essere consentite tutte le volte che sono finalizzate ad indagini di tipo giornalistico a scopo di informazione, indipendentemente da chi le fa.Censura alla rete
Il ddl introduce anche alcune modifiche che limitano le nostre possibilità di replica ai produttori che replicano ai nostri articoli. Il nuovo testo prevede che in caso di rettifica non ci sia più la facoltà di replicare per far valere le proprie ragioni. Queste condizioni vengono anche estese blog o e siti internet.
Ogni singolo deputato, al di là della sua appartenenza politica, dovrebbe riflettere con attenzione prima di approvare definitivamente questo disegno di legge nell’imminente passaggio alla Camera.
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