Altroconsumo chiede a Renzi l’abolizione del canone RAI

giugno 9, 2014 alle 4:44 PM | Pubblicato su CONSUMATORI, DIRITTO, TV | Lascia un commento
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RaiQuesto il testo della petizione:

Petizione sciopero Rai: firma anche tu

I cittadini non intendono più accettare di assistere al lento e crescente degrado del servizio pubblico televisivo. Altroconsumo e tutti i sottoscrittori della presente petizione chiedono al Presidente del Consiglio Matteo Renzi di abolire il Canone RAI e di porre in essere un pacchetto di riforme strutturali, serio, concreto e sostenibile, che preveda il mantenimento di un solo canale di vero servizio pubblico e la privatizzazione degli altri canali RAI.

Vai qui per aderire

Vai qui per conoscere meglio la proposta di Altroconsumo

Canone RAI, bufale che non aiutano ad elevare il rispetto dei diritti degli utenti

gennaio 9, 2014 alle 7:05 PM | Pubblicato su - Class Action vs RAI, CONSUMATORI, DIRITTO, TV | Lascia un commento
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Rai

Sta girando in rete, anche su testatate giornalistiche, una vera e propria bufala relativa ad una supposta sentenza della Corte Europea dei diritti dell’uomo che avrebbe come effetto di rendere illegittimo il canone Rai.

Al di là del sussulto circa la assoluta assenza di capacità di fact checking rispetto a chi continua a far circolare questa notizia, posto che la sentenza non è stata semplicemente travisata ma purtroppo non esiste affatto, avendo combattuto una battaglia seria contro RAI quando ha violato palesemente i diritti degli utenti, lasciatemi dire che queste cose non aiutano.

Piuttosto, visto che questa tassa c’è, e finchè non sarà abolita, occorrerebbe pretendere subito e al più presto che il Parlamento modifichi il Contratto di Servizio per consentire ai cittadini che pagano il canone di poter far valere i loro diritti, mi sembra il minimo.

Vi consiglio la lettura del seguente articolo di Altroconsumo:

Come ogni gennaio che si rispetti, anche quest’anno impazza (complice la rete) il tormentone sul canone Rai. Chi ne chiede l’abolizione, chi vorrebbe caricarne l’importo sulla bolletta della luce, in modo da farlo pagare a tutti gli italiani, e chi, senza troppe remore, semplicemente non lo paga. Ma, al di là delle discussioni, una cosa è certa: se possiedi un apparecchio televisivo devi sborsare il denaro che serve a sostenere i canali della televisione pubblica nazionale. In pratica, perché scatti l’obbligo del pagamento è sufficiente possedere un qualsiasi dispositivo potenzialmente in grado di ricevere il segnale dall’antenna tv.

Quelle notizie prive di fondamento

A sostegno della causa per boicottare il canone, in rete si moltiplicano notizie del tutto infondate su provvedimenti volti a legittimare l’evasione. Secondo alcune di queste, esisterebbe una sentenza della Corte europea dei diritti umani che si sarebbe espressa sull’illegittimità della tassa. Mettiamoci l’anima in pace perché, come ha precisato l’Agenzia delle entrate, si tratta di una notizia falsa e priva di qualsiasi fondamento. Al contrario, con una decisione del 2009, la Corte ha affermato la piena legittimità della sua riscossione. Quindi, se possiedi un apparecchio adattabile o in grado di ricevere programmi radiotelevisivi, sei tenuto al pagamento del Canone entro il 31 gennaio 2014.

Quando è possibile non pagarlo

Se in casa non hai la tv, ma solo la radio, il canone Rai non è dovuto. Stessa cosa se possiedi un pc, un tablet o uno smartphone: paradossalmente, anche se vengono utilizzati per vedere i canali Rai tramite internet non sono soggetti alla tassa. Nel caso di seconda casa, il canone non raddoppia: l’abbonamento per l’abitazione principale consente di possedere anche altri apparecchi, senza sovrapprezzi. È possibile chiedere l’annullamento del canone se, per esempio, ti trasferisci in una casa di riposo: basta indicare, nella comunicazione, i dati della casa di riposo e la data di inizio della degenza. L’esenzione spetta a chi possiede questi tre requisiti: chi ha compiuto i 75 anni entro il termine di pagamento del canone (31 gennaio 2014, in questo caso), convive solamente con il coniuge e, conteggiando anche il reddito del coniuge, ha un reddito annuo lordo non superiore a 6.713,98 euro.

Come dare la disdetta

Sei un abbonato Rai e hai deciso di voler sfuggire legalmente al pagamento del canone? La disdetta non è un’operazione semplice ed è prevista solo in questi tre casi:

  • Comunichi all’Agenzia delle entrate (Direzione Provinciale I di Torino – Ufficio territoriale di Torino 1 Sportello S.A.T. Casella postale 22 – 10121 Torino), tramite raccomandata a.r., il mancato possesso di apparecchi televisivi (in seguito a furto, rottamazione, incendio…),
  • Segnali la cessione degli apparecchi in grado di ricevere il segnale televisivo, indicando le generalità del nuovo proprietario,
  • Richiedi all’Agenzia delle entrate (Direzione Provinciale I di Torino – Ufficio territoriale di Torino 1 Sportello S.A.T. Casella postale 22 – 10121 Torino) il suggellamento (chiusura tramite appositi involucri) degli apprecchi, in modo da risultare inutilizzabili. Questa operazione costa 5,16 euro per ogni apparecchio da suggellare.

Gli abbonati devono poter far valere i propri diritti

Nel corso del 2010, la Rai aveva arbitrariamente sospeso le trasmissioni di informazione pubblica. Noi abbiamo promosso una class action in difesa degli abbonati Rai, che si sono visti – di fatto – negare il diritto all’informazione. Dopo un travaglio burocratico di circa 3 anni, la nostra class action è stata respinta perché, sebbene sussistessero evidenti violazioni del contratto di servizio, secondo il Tribunale e la Corte d’Appello di Roma, gli abbonati non hanno alcun titolo per agire. Altroconsumo chiede a Governo e Parlamento di sanare questo assurdo giuridico modificando il contratto di servizio Rai, in modo che gli abbonati possano finalmente far valere i propri diritti in caso di inadempienze.

Altroconsumo diffida RTI per gli oscuramenti di Mediaset Premium

settembre 18, 2013 alle 10:11 am | Pubblicato su CONSUMATORI, DIRITTO, TV | 1 commento
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mediaset premiumAltroconsumo ha diffidato RTI e chiede il rimborso per gli utenti 

Quando i canali Mediaset Calcio trasmettono più partite in contemporanea (tipicamente in alcuni orari del weekend), altri canali Mediaset Premium vengono oscurati, da due ore prima dell’inizio delle partite e tre ore dopo la fine. Di conseguenza gli abbonati non possono vedere trasmissioni per le quali hanno già acquistato il diritto di visione attraverso il pagamento dell’abbonamento. Altroconsumo ha segnalato la pratica commerciale scorretta all’Antitrust e diffidato Mediaset (RTI) affinchè cessi immediatamente tale comportamento lesivo e rimborsi gli abbonati. Aderisci alla nostra azione, più siamo più contiamo!

Qui per aderire e supportare l’azione, qui per leggere diffida e ricorso all’Antitrust

Oscuramenti RAI su SKY: Il tempo è galantuomo, o quasi … (updated)

settembre 9, 2013 alle 8:11 am | Pubblicato su - Rai/Sky Tivù Sat, CONSUMATORI, DIRITTO, TV, Uncategorized | Lascia un commento

mauro%20masiCome dicevo qui dopo la Sentenza del TAR Lazio:

A volte è veramente difficile gioire per il fatto che si aveva effettivamente ragione se, quando alla fine te la riconoscono, è passato troppo troppo tempo.

Adesso il Consiglio di Stato ha reso la decisione definitiva e vi invito a leggere in proposito il commento di Guido Scorza:

E’ una storia fatta di centinaia di milioni di euro sprecati – poco conta se per incompetenza o malafede – dal management della tv di Stato e di macroscopiche violazioni del contratto di servizio pubblico da parte della Rai quella raccontata nella sentenza con la quale, lo scorso 30 agosto, i Giudici del Consiglio di Stato hanno messo fine ad una delle più vergognose epopee consumatesi nel sistema televisivo italiano. Ma non basta. La storia che emerge dalla Sentenza del Consiglio di Stato nella vicenda che ha visto contrapposti, per anni, Sky, Rai, Tivusat e l’Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni, racconta anche di un Ministero delle Comunicazioni che sbaglia clamorosamente nell’interpretare il contratto di servizio pubblico da esso stesso scritto e firmato, agevolando così la commissione di un illecito da parte della tv di Stato anziché tutelare l’interesse di milioni di cittadini e racconta, soprattutto, di un’Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni incapace – a pensar bene – di vigilare su una vicenda di sconvolgente linearità e di garantire il diritto di milioni di utenti ad accedere ai contenuti del servizio pubblico radiotelevisivo finanziati con i loro soldi.

Ce n’è abbastanza per riempire una delle pagine più buie della storia del Paese ma nella Sentenza è scritto molto altro e molto di più. Tanto che vale la pena ricominciare dal principio. Continua a leggere qui

A rileggere adesso alla luce del Consiglio di Stato questi miei vecchi post viene in effetti un pò di rabbia: 

Rottura Rai/Sky e nuova piattaforma Tivù Sat: forse il Santo che cercavamo è sul Colle più alto

Raiset vs Sky: il silenzio dell’Agcom è ormai assordante

Ma dove sono questi decoder Tivù Sat ?

RAI, must offer or not ?!

Altroconsumo porta RAI in Tribunale: inibitoria contro gli oscuramenti sul satellite

Oscuramenti sul satellite: povera Mamma RAI, l’hanno costretta a prostituirsi …

 Quest’ultimo post concludeva così:

Al di là delle questioni più prettamente giuridiche inerenti la violazione del Contratto di Servizio e del Testo Unico della radiotelevisione, già ampiamente discusse in questo blog e che ora si troverà a dover prendere in esame anche il Tribunale di Roma al quale Altroconsumo si è rivolto con un ricorso d’urgenza quello che viene spontaneamente da chiedersi, direi quasi d’impulso, è se Rai possa ancora considerarsi servizio pubblico.

Non dovrebbe essere, in effetti, solo oggetto di un obbligo giuridico ma l’intrinseco portato del suo mandato quale Tv di Stato quello di diffondere la sua programmazione e renderla disponibile alla cittadinanza con ogni tecnologia e su tutte le piattaforme. A tal punto che impedire l’accesso alla propria programmazione a parte della cittadinanza, che peraltro continua a pagare il canone, in un momento già reso complicato per gli utenti dal passaggio al digitale terrestre con tutte le complicazioni e gli adeguamenti tecnologici che conseguono, appare un gesto contro natura da parte della RAI, molto simile al suicidio.

Chi scrive ritiene che possa e debba avere ancora un senso nel nostro Paese l’esistenza di una televisione di servizio pubblico, il fatto è che la stiamo perdendo e, soprattutto, non è certo di questo servizio pubblico che abbiamo bisogno nel nuovo scenario competitivo e tecnologico.

Uno dei commenti a questo articolo de l’Espresso del 2009 recitava invece come segue: mamma rai, l’hanno costretta a prostituirsi …

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Nicola D’Angelo   commenta così su Facebook questo mio post: Caro Marco per la verità non tutta l’Agcom. Sollevai formalmente la questione in modo energico ma in solitudine. Poi fui quasi irriso. Tuttavia, ne rimane testimonianza nei verbali e nelle mie prese di posizione pubbliche.

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  • Caro Nicola ricordo in effetti molto bene il tuo impegno sul dossier in oggetto come su tanti altri e altrettanto importanti in seno ad AGCOM e questo imho ci deve ancora una volta rammentare: a) di quanto ci sia bisogno tanto più oggi in Agcom di una persona con sensibilità istituzionale e consumerista come te; b) di quanto sia urgente rendere trasparenti le dissenting opinion all’interno del Consiglio AGCOM.  Scusa se avevo dimenticato di ricordare nel post che c’era chi anche all’interno di Agcom condivideva e ha supportato le nostre battaglie, spero ora di aver rimediato!

TAR Lazio: RAI non poteva oscurare su Sky, alla buon ora !

luglio 12, 2012 alle 5:57 PM | Pubblicato su - Rai/Sky Tivù Sat, CONSUMATORI, DIRITTO, TV | 2 commenti
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A volte è veramente difficile gioire per il fatto che si aveva effettivamente ragione se, quando alla fine te la riconoscono, è passato troppo troppo tempo:

Sentenza del Tar: la Rai non può oscurare Sky<!–

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Il tribunale regionale del Lazio definisce illegittimo l’oscuramento Rai su Sky e accoglie il ricorso della tv satellitare contro la delibera dell’Agcom. Una decisione che anche noi auspicavamo.

 I canali Rai potranno di nuovo essere visti integralmente sulla piattaforma Sky. Il Tar del Lazio ha infatti annullato la delibera Agcom del 16 dicembre 2009 che legittimava l’oscuramento di alcuni programmi Rai sulla tv satellitare. Delibera che Sky aveva impugnato.

Il fatto
Criptando i programmi con un protocollo di codifica incompatibile con quello del decoder Sky, Rai e Mediaset avevano in pratica reso inaccessibile la propria programmazione a 5 milioni di utenti Sky, contravvenendo a nostro avviso alle regole della concorrenza. La Rai, inoltre, in quanto servizio pubblico, doveva ritenersi a maggior ragione tenuta a fornire questa prestazione. Anche se già in possesso di un decoder Sky, gli utenti sono stati costretti a mettere mano al portafogli una seconda volta per acquistare un decoder satellitare Tivùsat che permetteva l’accesso a tutta la programmazione Rai e Mediaset.
Proprio per evitare che la pratica degli oscuramenti continuasse, Altroconsumo aveva presentato ricorso contro la Rai presso il Tribunale di Roma. In quella sede però la tv di stato se la cavò grazie al provvidenziale aiuto dell’Agcom che con una delibera le dava ragione.

La decisione del Tar 
Il Tar ha deciso che la Rai dovrà essere vista integralmente anche su Sky. La decisione della tv di stato di impedire la visione integrale dei propri programmi agli utenti con decoder satellitare Sky, infatti, secondo il Tribunale costituisce una grave violazione degli obblighi di servizio pubblico previsti nel contratto di servizio. Non possiamo che essere d’accordo con la sentenza del Tar.

 La sentenza del TAR Lazio è leggibile qui
A leggere questi miei vecchi post ora viene in effetti un pò di rabbia:

Rottura Rai/Sky e nuova piattaforma Tivù Sat: forse il Santo che cercavamo è sul Colle più alto

Raiset vs Sky: il silenzio dell’Agcom è ormai assordante

Ma dove sono questi decoder Tivù Sat ?

RAI, must offer or not ?!

Altroconsumo porta RAI in Tribunale: inibitoria contro gli oscuramenti sul satellite

Oscuramenti sul satellite: povera Mamma RAI, l’hanno costretta a prostituirsi …

 Quest’ultimo post concludeva così:

Al di là delle questioni più prettamente giuridiche inerenti la violazione del Contratto di Servizio e del Testo Unico della radiotelevisione, già ampiamente discusse in questo blog e che ora si troverà a dover prendere in esame anche il Tribunale di Roma al quale Altroconsumo si è rivolto con un ricorso d’urgenza quello che viene spontaneamente da chiedersi, direi quasi d’impulso, è se Rai possa ancora considerarsi servizio pubblico.

Non dovrebbe essere, in effetti, solo oggetto di un obbligo giuridico ma l’intrinseco portato del suo mandato quale Tv di Stato quello di diffondere la sua programmazione e renderla disponibile alla cittadinanza con ogni tecnologia e su tutte le piattaforme. A tal punto che impedire l’accesso alla propria programmazione a parte della cittadinanza, che peraltro continua a pagare il canone, in un momento già reso complicato per gli utenti dal passaggio al digitale terrestre con tutte le complicazioni e gli adeguamenti tecnologici che conseguono, appare un gesto contro natura da parte della RAI, molto simile al suicidio.

Chi scrive ritiene che possa e debba avere ancora un senso nel nostro Paese l’esistenza di una televisione di servizio pubblico, il fatto è che la stiamo perdendo e, soprattutto, non è certo di questo servizio pubblico che abbiamo bisogno nel nuovo scenario competitivo e tecnologico.

Uno dei commenti all’articolo de L’Espresso recita come segue: mamma rai, l’hanno costretta a prostituirsi …

Frequenze TV: capisco (anche se non condivido) Mediaset, chi mi spiega invece la posizione del PDL?

aprile 18, 2012 alle 2:43 PM | Pubblicato su CONSUMATORI, DIRITTO, INTERNET, POLITICA, TV | Lascia un commento
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Sulla vicenda beauty contest mi sono più volte espresso e quindi non avrei da aggiungere nulla di nuovo nel merito. Allo stesso modo, sulla notizia del ricorso da parte di Mediaset c’è veramente poco da dire, mi sembra più che legittimo che un’azienda che ritenga di essere stata lesa nei suoi interessi da un atto della Pubblica Amministrazione lo impugni, sta anche nella sua libertà ricorrere in giudizio anche solo semplicemente per  evidenziare la propria contrarietà nei confronti di una scelta – GIUSTISSIMA A MIO AVVISO – del Governo.

D’altra parte, leggendo le dichiarazioni di Confalonieri mi spingerei anche a ritenere che possano essere assolutamente in buona fede. E’ infatti più che mai comprensibile l’umano risentimento da parte dei vertici di un’azienda che ha visto fiorire il proprio business in lunghi periodi di complicità con il governo, fino al punto di ottenere – con la legge Gasparri – addirittura la cristallizzazione del duopolio televisivo anche con il passaggio al digitale a discapito della netta contrarietà della Commissione europea e la evidente lesione del mercato e dei diritti e interessi dei consumatori. Pare a me insomma assolutamente normale che Confalonieri ritenga ora la decisione del nuovo Governo di mettere all’asta l’assegnazione delle frequenze tv come “mosso da qualcosa di punitivo” nei confronti di Mediaset. Succede anche ai bambini – e si sa che gli anziani regrediscono a comportamenti simili – se gli togli il lecca lecca piangono e sbraitano, ma un pò di lecca lecca tocca lasciarlo anche agli altri e poi, troppo lecca lecca in prospettiva fa male anche a loro stessi no ? Sul mercato tocca imparare a starci con le proprie forze, no ?

Non è però in primis per questo motivo che ho scritto questo post, è in realtà tutt’altro il problema che mi assilla e che non riesco a comprendere, ho veramente bisogno del vostro aiuto. C’è qualcuno tra i miei tre o quattro lettori che – in grado di interpretare il sentito profondo del PDL – possa spiegarmi, in termini di interesse generale, le fortissime contrarietà espresse da questo partito all’emendamento governativo sul beauty contest ? E’ una domanda seria e, fino ad ora, non ho sentito – magari me la sono persa – la benchè minima argomentazione da parte degli esponenti del PDL che si sono espressi pubblicamente sul tema. Perchè sono contrari ? Perchè regalare a Mediaset (e Rai) le frequenze sarebbe preferibile ? Perchè questo è nell’interesse del Paese o, perlomeno, perchè dovrebbe essere nell’interesse di chi li ha votati e di chi forse in futuro vorrà ancora farlo ?

Attendo risposte, aiutatemi, grazie !

Annullamento Beauty Contest: bene così !

aprile 10, 2012 alle 10:09 am | Pubblicato su CONSUMATORI, DIRITTO, INTERNET, POLITICA, TV | 2 commenti
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Altroconsumo insieme a FEMI avevano diffidato il Ministro Passera chiedendo l’annullamento del beauty contest. Ora, dopo aver sospeso la gara che avrebbe regalato le nuove frequenze tv del digitale al duopolio Rai-Mediaset, il Governo annuncia di voler azzerare il beauty contest, si tratta di un passo che va nella giusta direzione. Oltre 10.000 persone hanno firmato la nostra petizione, Grazie !

Sì del governo all’odg sull’asta per le frequenze tv: che ci abbiano ascoltato ?

dicembre 16, 2011 alle 6:57 PM | Pubblicato su CONSUMATORI, TV | 2 commenti
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Da repubblica.it:

Gli ordini del giorno presentati da Idv e Lega: l’asta sarà “a titolo oneroso”. L’assenso dell’esecutivo è venuta dopo che il ministro Giarda aveva chiesto l’accantonamento della richiesta

Il governo ha accolto nell’aula della Camera due ordini del giorno analoghi, di Idv e Lega, che lo impegna ad annullare l’assegnazione gratuita delle frequenze Tv, e a indire una successiva asta “a titolo oneroso”. Il documento, essendo stato accolto, non è stato posto ai voti. Lo ha comunicato il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Piero Giarda, che ha corretto una sua precedente indicazione in cui ne chiedeva l’accantonamento.

Altroconsumo e FEMI scrivono a Passera per annullare il beauty contest sulle frequenze tv: firma la petizione

dicembre 13, 2011 alle 5:20 PM | Pubblicato su CONSUMATORI, TV | 9 commenti
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Come anticipato nel mio precedente post e da Guido Scorza a  ServizioPubblico (vedi video sopra) Altroconsumo insieme a FEMI (Federazione Media Digitali Indipendenti) hanno inviato al Ministro per lo Sviluppo Economico, Corrado Passera, una formale istanza perché il Governo si ravveda completamente sulla procedura del beauty contest, annullandola e avviando al suo posto un’asta pubblica come si è fatto con le frequenze per la banda larga di internet mobile. 

Altroconsumo da tempo paventa il rischio di un rafforzamento delle posizioni di dominio di Rai e Mediaset, da decenni protagonisti del duopolio televisivo italiano, anche nel nuovo contesto digitale. In tal senso, l’Associazione già nel 2005, con un esposto inviato alla Commissione europea aveva chiesto l’apertura di una procedura di infrazione contro l’Italia in seguito all’introduzione della legge Gasparri che ha disciplinato il passaggio dal sistema televisivo analogico a quello digitale cristallizzando il duopolio televisivo arrecando limitazioni ai diritti e agli interessi dei consumatori, in contrasto con il diritto comunitario. Procedura di infrazione poi puntualmente avviata dalla Commissione nel 2006 e ancora non ritirata definitivamente.

Basta con i regali ai soliti noti: l’asta avrebbe anche il pregio di far pagare il dovuto per la concessione delle frequenze digitali a Rai, Mediaset e ogni altro operatore che vorrà aggiudicarsele, portando qualche miliardo nelle casse dello Stato.

Leggi di più qui e firma la petizione a supporto dell’iniziativa congiunta di FEMI e Altroconsumo.

Caro Ministro Passera, blocchi il beauty contest: qualche miliardo nelle casse dello Stato non darebbero certo fastidio

dicembre 9, 2011 alle 1:50 am | Pubblicato su CONSUMATORI, DIRITTO, TV | 7 commenti
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Come ha sottolineato giustamente oggi Luca De Biase:

Dice il proprietario di Mediaset, parlando da uomo politico, che se le frequenze televisive dovessero assegnate a pagamento invece che gratuitamente, l’asta andrebbe probabilmente deserta. (Reuters).

Significa che nelle sue previsioni non si troverebbero stranieri disposti a comprare frequenze in Italia, che le attuali televisioni dominanti non hanno bisogno di pagare quello che in passato hanno avuto gratis, che non c’è business televisivo in Italia visto che il duopolio un poco disturbato da Sky e la7 continua a mangiarsi la gran parte della torta. E visto che la crescita è sul web non sulla televisione.

Oppure significa che l’uomo politico, parlando da proprietario di Mediaset si augura che non sia a pagamento perché in quel caso si scatenerebbe forse una competizione alla quale dovrebbe partecipare per non vedersi erodere la posizione dominante: quindi dovrebbe pagare per quello che spera di avere gratis.

Propenderei per la seconda ipotesi ma poco importa, ciò che invece in ogni caso più rileva è che occorre fermare al più presto il beauty contest e riassegnare le frequenze digitali attraverso un regolare bando di gara.

Se, infatti, il beauty contest non fosse annullato le nuove frequenze digitali terrestri verrebbero assegnate gratuitamente ai due incumbent RAI e Mediaset, rafforzando peraltro la loro posizione di dominio anche nel nuovo contesto digitale come Altroconsumo va dicendo in Italia e in Europa sin dal 2006, quando il nostro esposto aveva dato luogo alla procedura di infrazione.

Nel corso della conferenza stampa di presentanzione della manovra economica un giornalista aveva posto questo tema chiedendo all’Esecutivo se volesse o meno intervenire, il ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera aveva risposto che ancora non si era occupato della questione.

Beh. è giunta l’ora che lo faccia. Come annunciato questa sera da Guido Scorza a ServizioPubblico (vedi video sopra) Altroconsumo intende presentare istanza formale al Ministro perchè, in sostanza, il governo si ravveda completamente sulla procedura del beauty contest bloccandola e avvii al suo posto un’asta pubblica come si è fatto con le frequenze per la banda larga mobile.  In questo modo si eviterebbe di rafforzare ulteriormente il duopolio nel contesto digitale ma, soprattutto, considerata la situazione economica del Paese e il fatto che si stanno chiedendo sacrifici a tutti i cittadini, parrebbe assurdo non chiedere a RAI e Mediaset, o alle altre aziende che vorranno partecipare all’asta, il dovuto: qualche miliardo nelle casse dello Stato non darebbe certo fastidio …

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