Indagine Altroconsumo sulle tariffe sms: il tesso massimo concertato tra AGCOM e operatori rischia di indurre aumenti di prezzo
novembre 27, 2009 alle 10:45 PM | Pubblicato su - Caro sms, CONSUMATORI, DIRITTO, TELECOMUNICAZIONI | Lascia un commentoTag: Agcom, Altroconsumo, caro sms, cellulari, sms
Come già scrivevo ieri, non sembra proprio che ci sia da cantare vittoria per questa decisione dell’AGCOM che, attraverso una peculiare concertazione con gli operatori, allineerà anche in Italia il tetto massimo sulle tariffe sms a quello stabilito precedentemente in Europa a 13,2 cents dal Regolamento della Reding.
Ebbene, ora Altroconsumo con una botta di calcoli precisa la bontà di questa sensazione:
Sms, inchiesta sulle tariffe. Grazie all’annuncio Agcom tagli sicuri (per pochi), rischio rincari (per molti)L’annuncio di ieri dell’AGCOM sul costo degli sms nel mercato italiano non risolve l’anomalia, tutta del belpaese, delle tariffe ingessate. Anzi, peggiora in alcuni casi la situazione.
Dall’inchiesta di confronto tariffario sugli sms di Altroconsumo emerge che oggi, per ben due terzi dei casi, cioè il 66% delle offerte sul mercato, le tariffe sono già sotto la soglia di AGCOM. Che si dimostra inutile e anzi rischia di legittimare livellamenti verso l’alto.
Il raffronto è fatto sui costi degli sms per tutte le tariffe ricaricabili attualmente attivabili. Compresi gli operatori virtuali, che da tempo propongono sul mercato tariffe molto convenienti, ma poiché ci sono grossissimi vincoli a un loro significativo inserimento, non riescono a fare breccia e arrivare al consumatore.
Per Altroconsumo l’AGCOM deve continuare a farsi garante della regolarità e della trasparenza nelle offerte degli operatori. Essere il punto di partenza, nel far funzionare il mercato, non di arrivo. Con più incisività. Per esempio, eseguendo interventi che impediscano ai soggetti dominanti di creare barriere agli utenti al cambio di operatore, oppure misure che stimolino gli operatori virtuali.
Rimane oscuro, infatti, dato che le conclusioni sono state formulate dall’Autorità consultando solo gli operatori di telefonia e non le associazioni di consumatori, perché gli utenti dovranno attivarsi in prima persona per avere una tariffazione al secondo. Non è chiaro in quale forma, né con quale tariffa. Rimane aperta, infine, per ammissione della stessa Autorità, la questione del traffico dati. L’annuncio dell’AGCOM sarà misurato negli effetti delle sue applicazioni. Ad oggi, cantare vittoria, via sms, non vale la pena.
Sul sito di Altroconsumo trovate i dati dell’inchiesta.
La Carta dei cento per il libero Wi-fi
novembre 27, 2009 alle 1:15 am | Pubblicato su - Libero WiFi, CONSUMATORI, DIRITTO, INTERNET, TELECOMUNICAZIONI | 3 commentiTag: Accesso alla Rete, Decreto Pisanu, La Carta dei cento, libero wi-fi
Ho sottoscritto e promuovo la Carta dei cento per il libero Wi-fi, ci credo:
LA CARTA DEI CENTO PER IL LIBERO WI-FI
Il 31 dicembre 2009 sono in scadenza alcune disposizioni del cosiddetto Decreto Pisanu (”Misure urgenti per il contrasto del terrorismo internazionale”) che assoggettano la concessione dell’accesso a Internet nei pubblici esercizi a una serie di obblighi quali la richiesta di una speciale licenza al questore.
Lo stesso Decreto, inoltre, obbliga i gestori di tutti gli esercizi pubblici che offrono accesso a Internet all’identificazione degli utenti tramite documento d’identità .
Queste norme furono introdotte per decreto pochi giorni dopo gli attentati terroristici di Londra del luglio 2005, senza alcuna analisi d’impatto economico-sociale e senza discussione pubblica. Doveva essere provvisoria, ed è infatti già scaduta due volte (fine 2007 e fine 2008) ma è stata due volte prorogata.
Si tratta di norme che non hanno alcun corrispettivo in nessun Paese democratico; nemmeno il Patriot Act USA, approvato dopo l’11 settembre 2001, prevede l’identificazione di chi si connette a Internet da una postazione pubblica.
Tra gli effetti di queste norme, ce n’è uno in particolare: il freno alla diffusione di Internet via Wi-Fi, cioè senza fili. Gli oneri causati dall’obbligo di identificare i fruitori del servizio sono infatti un gigantesco disincentivo a creare reti wireless aperte.
Non a caso l’Italia ha 4,806 accessi WiFi mentre in Francia ce ne sono cinque volte di più.
Questa legge ha assestato un colpo durissimo alle potenzialità di crescita tecnologica e culturale di un paese già in ritardo su tutti gli indici internazionali della connettività a Internet.
Nel mondo la Rete si apre sempre di più, grazie alle tecnologie wireless e ai tanti punti di accesso condivisi liberamente da privati, da istituzioni e da locali pubblici: in Italia invece abbiamo imposto lucchetti e procedure artificiali, contrarie alla sua immediatezza ed efficacia e onerose anche da un punto di vista economico.
Questa politica rappresenta una limitazione nei fatti al diritto dei cittadini all’accesso alla Rete e un ostacolo per la crescita civile, democratica, scientifica ed economica del nostro Paese.
Per questo, in vista della nuova scadenza del 31 dicembre, chiediamo al governo e al parlamento di non prorogare l’efficacia delle disposizioni del Decreto Pisanu in scadenza e di abrogare la previsione relativa all’obbligo di identificazione degli utenti contribuendo così a promuovere la diffusione della Rete senza fili per tutti.
FIRMATARI
Alberto Abruzzese, docente universitario
Paolo Ainio, ceo Banzai
Paolo Basilico, ceo Kairos
Paolo Barberis, presidente Dada
Elvira Berlingieri, giurista
Giovanni Boccia Artieri, docente universitario
Raffaele Bianco, consigliere comunale e blogger
Antonio Boccuzzi, parlamentare
Stefano Bonaga, docente universitario
Roberto Bonzio, giornalista e blogger
Dino Bortolotto, Assoprovider
Mercedes Bresso, presidente Regione Piemonte
Giulia Caira, artista
Giovanni Calia, docente universitario, Supervisor New Media
Alessandro Campi, docente universitario
Luisa Capelli, editrice
Marco Cappato, presidente Agorà Digitale
Roberto Casati, filosofo e docente CNRS Parigi
Marco Cavina, docente universitario
Giuseppe Civati, consigliere regionale e blogger
Gianluca Comin, presidente Federazione Relazioni Pubbliche italiana
Luca Conti, consulente e giornalista
Davide Corritore, vicepresidente Consiglio Comunale di Milano
Carlo Felice Dalla Pasqua, giornalista e blogger
Mafe De Baggis, consulente Web
Derrick De Kerkhove, docente universitario
Juan Carlos De Martin, docente universitario
Gianluca Dettori, imprenditore Web
Lorenzo Diana, Fondazione Caponnetto
Arturo Di Corinto, saggista e ricercatore
Alberto D’Ottavi, docente e blogger
Stefano Esposito, parlamentare
Alberto Fedel, ceo Newton Management Innovation
Mario Fezzi, avvocato
Franco Fileni, docente universitario
Ricky Filosa, direttore Italiachiamaitalia.net
Paolo Gentiloni, parlamentare
Marco Ghezzi, editore
Alessandro Gilioli, giornalista e blogger
Giorgio Gori, imprenditore
Giuseppe Granieri, saggista
Matteo Ulrico Hoepli, editore
Alessio Jacona, giornalista e blogger
Giorgio Jannis, progettista sociale e blogger
Manuela Kron, manager Nestlè
Daniela Lepore, urbanista, docente e blogger
Gad Lerner, giornalista
Alessandro Longo, giornalista e blogger
Francesco Loriga, Responsabile provincia WiFi – Provincia di Roma
Riccardo Luna, direttore Wired Italia
Sergio Maistrello, giornalista e blogger
Fabio Malagnino, giornalista e blogger
Massimo Mantellini, blogger
Alberto Marinelli, docente universitario
Ignazio Marino, parlamentare
Giacomo Marramao, filosofo, saggista e docente universitario
Carlo Massarini, conduttore radiotelevisivo
Marco Massarotto, consulente di comunicazione
Maria Grazia Mattei, MGM Digital Communication.
Giampiero Meani, St Microelectronics
Fabio Mini, generale ed ex vicecomandante Nato
Antonio Misiani, parlamentare e blogger
Marco Montemagno, imprenditore Web e conduttore Sky
Andrea Nativi, giornalista esperto di questioni militari
Riccardo Neri, produttore cinematografico
Luca Nicotra, Segretario Agorà Digitale
Gloria Origgi, docente CNRS Parigi
Marco Pancini, Google Italia
Lorenza Parisi, ricercatrice universitaria e blogger
Vittorio Pasteris, Giornalista
Piergiorgio Paterlini, scrittore
Matteo Penzo, cofounder Frontiers of Interaction
Gian Paolo Piazza, presidente Sunrise Advertising, responsabile settore informazione Legacoop Piemonte
Marco Pierani, Altroconsumo
Roberto Placido, vicepresidente del consiglio regionale del piemonte e blogger
Marco Revelli, storico e politologo
Stefano Rocco, Wired.it
Stefano Rodotà, giurista
Andrea Romano, direttore Fondazione Italia Futura
Gino Roncaglia, docente universitario
Massimo Russo, direttore di Kataweb
Claudio Sabelli Fioretti, giornalista e blogger
Francesco Sacco, docente universitario
Marcello Saponaro, consigliere regionale e blogger
Ivan Scalfarotto, vicepresidente del Pd e blogger
Sergio Scalpelli, dirigente d’azienda
Tiziano Scarpa, scrittore
Guido Scorza, docente universitario, presidente Istituto politiche dell’innovazione
Antonio Sofi, giornalista e blogger
Luca Sofri, giornalista e blogger
Elena Stancanelli, scrittrice
Tommaso Tessarolo, direttore Current tv
Eva Teruzzi, direttore innovazione Fiera Milano
Irene Tinagli, docente universitaria
Antonio Tombolini, imprenditore
Andrea Toso, newmedia project manager
Antonio Tursi, saggista e docente universitario
Paolo Valdemarin, imprenditore
Gianni Vattimo, docente universitario
Andrea Verde, collaboratore fondazione Farefuturo
Giancarlo Vergori, manager
Michele Vianello, direttore del Parco Scientifico e Tecnologico di Venezia
Luigi Vimercati, parlamentare
Vincenzo Vita, parlamentare
Vittorio Zambardino, giornalista e blogger
Giovanni Zanolin, assessore Pordenone
Marcella Zappaterra, presidente della Provincia di Ferrara
Giovanna Zucconi, giornalista e autrice
Gli operatori si autoimpongono un tetto sulle tariffe sms: c’è da gioire ? mah, ho i miei dubbi …
novembre 27, 2009 alle 12:16 am | Pubblicato su - Caro sms, CONSUMATORI, TELECOMUNICAZIONI | 3 commentiTag: Agcom, calabrò, caro sms, cellulari, sms, telefonini
Pare che, attraverso un’operazione di moral suasion se non altro almeno peculiare dal punto di vista procedurale, l’AGCOM sia riuscita a convincere gli operatori ad auto-imporsi un tetto che li allinea a quello già stabilito in Europa per gli sms in roaming dal Regolamento della Reding.
Beh, si dirà: meglio di niente! ma non mi sembra ci sia da stappare bottiglie di champagne. Come già scrivevo qui, tra le altre cose, in queste domandine a Parisi che, peraltro, mi sembrano ancora tutte attuali:
dopo che, con la nuova regolamentazione europea, gli sms in roaming tra un Paese e l’altro dell’UE non possono costare più di 13 centesimi, sarebbe bastato almeno a salvare la faccia agli operatori italiani decidere di allinearsi almeno a questo tetto massimo, e invece in Italia ci sono ancora sms a 15 centesimi a piede libero.
Quindi quanto annuncia trionfalmente l’AGCOM corrisponde, come dire, al “minimo sindacale” che era lecito attendersi dagli operatori, quello che ci aspettremmo sarebbe, invece, maggiore concorrenza e trasparenza
Già dal 2003 Altroconsumo aveva segnalato all’Antitrust la possibile sussitenza di un cartello tra gli operatori, o almeno una pratica concordata a non offrire il servizio di sms sotto un certo livello di prezzo, anche perché la scelta della tariffa telefonica da parte del consumatore non si basa su quanto pagherà per gli sms, in quanto il loro costo è percepito come irrisorio. Purtroppo, come è ben noto, per aprire un fascicolo per cartello è necessario avere l’evidenza dell’accordo, ovvero prove schiaccianti e quindi non si è mai arrivati a nulla. Tuttavia, il fatto che l’Antitrust si sia fatta parte attiva con Agcom per produrre la suddetta indagine congiunta la dice lunga sul fatto che in questo settore di mercato i comportamenti degli operatori fossero perlomeno sospetti.
Continuo a pensare che:
In una cosa concordo tuttavia con Parisi, sono anch’io assolutamente contrario ai prezzi amministrati tanto che considero il tetto imposto agli sms in roaming dalla Reding come una misura straordinaria imposta da un fallimento di mercato.
Ribadisco sono contrario a prezzi amministrati, sono infatti talmente a favore del mercato che voglio che questo funzioni correttamente !
Dicembre si avvicina e Mediaset presenta ricorso all’Antitrust contro la chiavetta Sky
novembre 18, 2009 alle 2:07 am | Pubblicato su CONSUMATORI, DIRITTO, TV | 2 commentiTag: Chiavetta Sky, decoder, Mediaset, Rai, Ricorso all'Antitrust
Era prevedibile e, infatti, tra le altre cose nel mio precedente post sulla chiavetta Sky dicevo anche questo:
Penso che da qui a dicembre avremo altre notizie, non solo maggiori informazioni tecniche, ma anche qualche ripercussione dovuta all’intervento degli altri operatori, perché questa cosa ha un impatto importante sul mercato.
Ora, dicembre è dietro l’angolo ed ecco che, come si legge sul Corriere, Mediaset porta la chiavetta Sky di fronte all’Antitrust , quale motivazione giuridica hanno trovato gli avvocati ? Eccola:
La distribuzione da parte di Sky di questa chiavetta, secondo Mediaset, è contraria alla normativa comunitaria e nazionale in materia di concorrenza e costituisce una violazione degli impegni assunti nel 2003 da Newscorp in occasione della concentrazione delle attività di Telepiù e Stream. Le norme antitrust, infatti, non consentono a un’impresa dominante di ostacolare l’ingresso sul mercato di concorrenti mediante vendite abbinate o aggregate dei propri prodotti». Per Mediaset, «il fine della Digital Key – che non consente l’accesso né ai servizi interattivi né ai contenuti a pagamento – è quello di frenare la diffusione sul mercato di decoder che consentano di ricevere i programmi a pagamento e i servizi interattivi di altri operatori. Il tutto evidentemente a danno dei consumatori che vedranno così limitata la loro possibilità di scelta a livello di offerta e di contenuti».
mmm … facilmente prevedibile anche la replica di Sky:
La Digital Key è una semplice iniziativa di Sky che garantirà a milioni di famiglie la possibilità di fruire dell’offerta in chiaro sul digitale terrestre in modo facile ed efficace. Si tratta di uno strumento che aiuta il processo di digitalizzazione del Paese offrendo un servizio per i consumatori in un mercato in veloce sviluppo.
Con l’aggiunta di una puntura di spillo:
Uno sviluppo che, evidentemente, non è facile da accettare per un gruppo come Mediaset che per molti anni è stato, ed è ancora oggi, il principale soggetto privato operante in Italia nella televisione commerciale e dominante nel mercato della pubblicità».
Che dire ? Mi avvalgo, per una volta, della facoltà di non commentare ! … anche perchè per buona parte l’avevo fatto già prima
Noleggio un dvd, lo rippo e me lo guarderò quando avrò tempo, che ho fatto di male?
novembre 17, 2009 alle 5:49 PM | Pubblicato su CONSUMATORI, DIRITTO, INTERNET, PROPRIET INTELLETTUALE | 5 commentiTag: Noleggio DVD, Principio di effettività del diritto, Ripping, Stefano Quintarelli
E’ sempre un piacere leggere il blog del Quinta, oggi questo suo post Domanda e offerta secondo Lapalisse mi ha fatto pensare:
Stamattina lavoro da casa…
Dopo aver accompagnato la prole a scuola, improcrastinabile taglio di capelli. Che poi e’ di fianco alla videoteca che e’ una vita che non ci vado (la sera corro a casa…) prendo un film e vado a casa, poi quando esco lo rendo.
No, non lo guardo adesso. Nel tempo che ho scritto questo post, lo ho rippato e messo sul server; lo guardero’ con XBMC (xbox media center) quando avro’ tempo.
Non e’ colpa mia se i titolari dei diritti vogliono impormi una modalità d’uso che non è adeguata alla mia vita.
D’altronde sono abbastanza convinto che, nonostante i loro comportamenti suggeriscano il contrario, siano piu’ felici di incassare i miei 4 euro che non incassare nulla.
Accompagnare i bambini a scuola, passare dal barbiere per tagliarsi i capelli, noleggiare un dvd e ripparlo … comportamenti comuni, quotidiani, che c’è di male ? L’ ultimo di questi, tuttavia, è illecito nonostante Stefano, come la maggior parte della cittadinanza non lo riconosca (più) come degno di biasimo, se è vero che ne scrive apertamente sul suo blog.
A questo mio commento, in effetti, lo stesso Stefano replica:
ecchenonloso che e’ un illecito ? ne ho scritto apertamente sul blog per denuncia (sperando che Davide non mi denunci… 😉 ma proprio per questo ne ho scritto. “disobbedienza civile”, as they call it…
Una cosa che spesso sfugge quando si parla di questi temi, di modelli di business ormai resi obsoleti dallo sviluppo della tecnologia, di comportamenti protezionistici da parte di industrie che non vogliono rivedere i loro sistemi di distribuzione e, quindi, il loro potere, di assurdi inasprimenti nell’enforcement di normative che non corrispondono più al comune sentire di gran parte dei cittadini è che ci stiamo giocando ben di più e ben altro, ovvero il principio di effettività del diritto, che dovrebbe essere un cardine in una democrazia.
Quando si comincia così non si può sapere dove si andrà a finire … e ben venga allora la “disobbedienza civile” del Quinta, è un atto di profonda democrazia.
Google: Mucchetti sul Corriere e quello strano retrogusto, IMHO non è proteggendo che si compete ma gareggiando nel trasferire valore agli utenti
novembre 16, 2009 alle 11:17 am | Pubblicato su - Quello strano retrogusto, CONSUMATORI, DIRITTO, INTERNET, PROPRIET INTELLETTUALE, TELECOMUNICAZIONI | 9 commentiTag: Corriere della Sera, Google, Google News, Mucchetti, Riproduzione riservata
Oggi Mucchetti con un bell’articolo sul Corrirere alimenta quel mio strano retrogusto.
Voglio riprendere e ribadire, a scanso di equivoci, la parte iniziale di quel mio ragionamento:
… che Google abbia portato incredibile innovazione in Internet e trasferito valore agli utenti è fuori di dubbio, che gli editori tradizionali (rappresentati in questo caso dalla FIEG), così come, mutatis mutandis, le major dell’audiovisivo, le collective societies e le reti televisive scontino invece carenza di innovazione e che stiano combattendo in varie forme una lotta di retroguardia a tutela protezionistica di modelli di business ormai obsoleti e di una catena del valore da rivedere completamente è altrettanto evidente a tutti.
E, d’altra parte anche Mucchetti fa un’ampia premessa:
Google è il simbolo della libertà globale, ma potrebbe anche diventare il simbolo di una libertà che divora se stessa. E’ il più potente e utilizzato tra i motori di ricerca, l’indirizzario di tutti gli indirizzi. Come tale abbatte tante barriere nello spazio e nel tempo. Tutte le informazioni disponibili, vecchie e nuove, sono a disposizione nello stesso momento. E’ sufficiente cliccare. E tanto basta ad aprire i recinti delle ideologie e delle religioni. Google può dunque essere un grande strumento di democrazia, perché senza informazione non si esercitano i diritti di cittadinanza.
Tuttavia, tuttavia … scrivevo:
… quello che stiamo vivendo è un momento di passaggio epocale per quanto concerne l’intero mercato dei mass media in primis perchè il meccanismo di sostenibilità economica del sistema basato sulla pubblicità “tradizionale” da segni evidenti di crisi e i nuovi modelli di pubblicità online non sono ancora in grado di fornire la stessa affidabilità dal punto di vista dei ritorni economici… I nuovi strumenti si stanno tuttavia affinando e allora IMHO è proprio in questo preciso momento che chi ha a cuore la salvaguardia degli interessi generali dovrebbe cercare di guardare anche un pò oltre le diatribe dell’oggi tra dinosauri in via di estinsione e nuove specie che sembrano invece coincidere in toto con la loro azione, la loro innovazione e la loro rispondenza agli interessi e alle esigenze degli utenti per focalizzare invece la propria attenzione sugli scenari in divenire (e già in parte attuali) che vanno a delinearsi.
Tuttavia, tuttavia, scrive Mucchetti:
Ma Google, di per sé e in quanto alfiere di una nuova economia, è anche altro. L’impresa fondata da Sergei Brin e Larry Page ha conquistato una posizione dominante della quale tende ad abusare. La tentazione monopolistica non sarebbe nuova. L’avevano già coltivata i robber barons nel secolo XIX e gli Usa vararono lo Sherman Act per addomesticarli con l’Antitrust. Ma il motore di ricerca universale è un soggetto mai visto prima, che mette fuori gioco le democrazie sui piani cruciali della regolazione e del fisco. Ad accendere la spia rossa è il contenzioso con la stampa.
Da qui il mio strano retrogusto:
… per il quale non sento di trovarmi completamente a mio agio in uno scenario dove, una volta passata la nottata, ci troveremo ad avere un soggetto già ampiamente dominante sul mercato dei motori di ricerca che, oltre a non dover rendere conto a nessuno sui propri algoritmi, maneggerà, al di fuori di ogni controllo, gli strumenti intrusivi del targeting advertising … Insomma, magari mi sbaglio, ma c’è qualcuno che mi leva questo retrogusto? Stiamo pur sempre parlando di un presupposto fondamentale della libertà di informazione diamine, e cioè di come ci sarà presentato il mondo attraverso occhi che non sono i nostri, in un regime di concorrenza precario e quindi senza grande possibilità di scelta nè di controllo pubblico o diffuso, vogliamo parlarne ?
Mucchetti qui aggiunge un importante elemento di riflessione:
… Questo scontro fa emergere la nuova natura che il motore di ricerca ha acquisito grazie alla sua crescita esponenziale: da brillante applicazione fra le tante possibili su Internet è diventato esso stesso infrastruttura. Come aveva profetizzato nel 1997 David Isenberg, le telecomunicazioni, madri del web, diventano stupide e l’intelligenza migra nell’informazione: ieri era la rete a portare i dati dove voleva, adesso accade il contrario. L’infrastruttura di telecomunicazioni ha una fisicità che la situa dentro i confini degli Stati e perciò la rende regolabile da Autorità e governi. Il grande motore di ricerca opera in uno spazio virtuale ed extraterritoriale dove non esistono Autorità e governi. Le multinazionali sono un insieme di luoghi. Google è un’impresa universale: un non luogo tendenzialmente senza diritto, la sublimazione della multinazionale. E’ un’infrastruttura globale che, al momento, non pare replicabile ma non è regolata.
Stefano in un commento al mio originario post scriveva:
il mercato toglie il retrogusto. Ci vuole piu’ mercato, piu’ attori, piu’ concorrenza, niente sussidi incrociati, niente sfruttamento di posizioni dominanti per rafforzarsi o per danneggiare. questo e’ vero sempre, a prescidere che sia online ed offline. (anche per il tetrapak!) qui ci sono due questioni che si intersecano: vecchio contro nuovo e uno contro tutti. purtroppo rischiamo di confonderli e pensare che sia vecchio offline contro uno online.
Ora, se è vero che Google si può porre tendenzialmente al di fuori e al di là del diritto c’è da dire che non è la sola multinazionale a trovarsi in tali condizioni. Il fatto, a mio avviso più importante, sul quale concordo con Mucchetti, è che si tratta di una infrastruttura globale al momento non replicabile quindi le sole forze del mercato potrebbero non essere in grado di aiutarci a salvaguardare l’interesse generale.Va tutelato il mercato finchè ce ne può essere uno, è per questo che a mio avviso la questione va affrontata ora, la prospettiva del vecchio offline contro uno solo online è una di quelle rispetto alle quali francamente non vorrei essere mai chiamato a scegliere …
PS: certo che se gli strumenti finora messi in campo dai soggetti che potrebbero contrapporsi a Google sono quelli della © RIPRODUZIONE RISERVATA ! che compare anche in calce al bell’articolo di Mucchetti, campa cavallo … non è proteggendo che si compete ma gareggiando nel trasferire valore agli utenti
Banda Larga, il governo ci ripensa ? a sentire Scajola sì
novembre 15, 2009 alle 11:18 PM | Pubblicato su CONSUMATORI, DIRITTO, INTERNET, TELECOMUNICAZIONI | 2 commentiTag: 800 milioni, Banda larga, Governo, Ministro Scajola, Silvio Berlusconi
Torno sul tema degli 800 milioni bloccati per la banda larga perchè a vedere il video qui sopra sembrerebbe che il governo ci stia ripensando. Speriamo …
Ma che diavolo è ‘sto browser ?!
novembre 15, 2009 alle 12:31 PM | Pubblicato su CONSUMATORI, INTERNET | 4 commentiTag: Altroconsumo, browser, Chrome, Firefox, Hi Test, Internet Explorer, Opera, Safari
Simpatico video di Altroconsumo !
Online targeting e behavioural advertising: domani se ne discute al BEUC Forum “Consumer Privacy and Online Marketing”
novembre 11, 2009 alle 7:10 PM | Pubblicato su CONSUMATORI, DIRITTO, INTERNET, TELECOMUNICAZIONI | 2 commentiTag: behavioural advertising, BEUC, Marketing online, privacy, targeting advertising
Domani sarò al BEUC Forum su Consumer Privacy e Online Marketing dove si discuterà, tra i diversi stakeholders, di una delle più rilevanti quanto controverse questioni nel panorama in constante evoluzione del mercato e della comunicazione digitale: l’esplosione del volume di dati personali raccolti attraverso nuove pratiche commerciali e modelli di business costruiti sulla capacità di profilare i consumatori e i loro comportamenti online e utilizzare il loro profilo per targetizzare le proposte commerciali.
Insomma l’Online Targeting & behavioural advertising di cui si discute ancora poco in Italia sebbene tecniche di profilazione e targeting siano sempre più utilizzate al fine di analizzare il comportamento dei consumatori, misurare e selezionare l’audience e i mercati di riferimento e personalizzare le offerte, anche influenzando le scelte dei consumatori stessi.
Da una parte queste nuove tecniche di marketing possono comportare opportunità e benefici anche ai consumatori, dall’altra appare evidente che sollevano legittime preoccupazioni circa la tutela della loro privacy.
Personalmente mi troverò a moderare questo panel sugli Alternative business models e cercherò, nel mio piccolo, di favorire un dibattito meno dogmatico possibile rivolto a trovare soluzioni efficaci e condivise che rafforzino la fiducia dei consumatori nel mercato digitale.
Zingaretti: lo Stato italiano riconosca l’accesso a Internet grazie alla banda larga come servizio universale
novembre 11, 2009 alle 5:18 PM | Pubblicato su CONSUMATORI, DIRITTO, INTERNET | 2 commentiTag: appello agli amministratori locali, Banda larga, Nicola Zingaretti, Servizio Universale
Ricevo e riprendo con piacere la notizia dell’appello del Presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti a tutti gli amministratori locali per una raccolta di firme affinché lo Stato italiano riconosca l’accesso a Internet grazie alla banda larga come servizio universale:
BANDA LARGA: ZINGARETTI, E’ UN DIRITTO, APPELLO ENTI LOCALI A GOVERNO
E’ attivo da oggi sul sito della Provincia di Roma (www.provincia.roma.it) un appello online rivolto a tutti gli amministratori locali per una raccolta di firme affinché lo Stato italiano riconosca l’accesso a internet grazie alla banda larga come servizio universale. L’appello è stato lanciato dal presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti in un articolo pubblicato oggi su ‘La Repubblica’: “L’accesso deve essere universale, poiché esserne esclusi significa vivere una nuova forma di disuguaglianza che penalizza, oltre ai cittadini, anche le aziende. Ho trovato triste che il Governo italiano abbia congelato i fondi promessi per portare l’accesso alla Rete in banda larga a tutti i cittadini entro il 2012, mentre un Paese piccolo, ma all’avanguardia, come la Finlandia ha deciso di sancirlo come diritto legale e irrinunciabile”.
“Chiedo di intervenire – continua Zingaretti – ai presidenti di Regione, Provincia, Sindaci: a chiunque sia impegnato nel confronto con i bisogni dei cittadini e delle imprese nella speranza che la nostra richiesta arrivi in Parlamento. E’ arrivato il momento di aprire un’ampia riflessione su questo tema. Non farlo significa limitare l’operatività di aziende, delle persone ma anche dell’amministrazione pubblica. L’uso della Rete consentirebbe di risparmiare tanto denaro pubblico. Si tratta di un tema importante, che inizia con il diritto alla socialità ma passa attraverso la medicina, l’ambiente e si chiude con il rilancio delle imprese, anche di quelle più piccole». La Provincia di Roma sta realizzando il più imponente progetto in Italia per la diffusione del wi-fi gratuito per numero di abitanti coinvolti (circa 4 milioni di persone), superficie del territorio (5000 kmq) e Comuni interessati (121).
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