Generazione Perduta: non vogliamo essere Subcommissari di un Paese senza speranza
agosto 11, 2012 alle 7:17 PM | Pubblicato su DIRITTO, POLITICA | 1 commentoTag: Fiducia, Futuro, impegno, innovazione, merito, Paese, Politica, progetto, rispetto
Quando Guido Scorza mi ha sottoposto il Manifesto della Generazione Perduta ho dato subito la mia adesione di slancio e senza esitazione: Rispetto, Merito, Impegno, Progetto e Fiducia, sono le cinque parole chiave sulle quali ricostruire insieme, prima che sia troppo tardi, un futuro per il nostro Paese.
Si tratta, infatti, in questo particolare frangente per l’Italia, di cinque parole semplici ma dense di significato/i che, per vero, non possono certo essere considerate patrimonio esclusivo della generazione dei 30-40enni.
Questa generazione ha però, a mio avviso, una particolare specificità e potenzialità tali per cui, al lordo della grave mancanza di sensibilità dimostrata nelle sue dichiarazioni del Presidente del Consiglio Monti, è l’intrinseco pensiero del Premier che andrebbe capovolto: se l’Italia ce la vuole fare infatti non può assolutamente permettersi ora di cercare di “limitare i danni” per i 30-40 enni ma, al contrario, deve puntare su tali forze nuove eliminando tutte quelle odiose barriere che ne limitano l’entrata nella gestione della Cosa Pubblica.
Beninteso, non faccio solo ed esclusivamente riferimento alle cariche elettive della Politica perchè se è vero che un ringiovanimento del Parlamento – dove purtroppo si finisce spesso per essere impegnati piu o meno consapevolmente a schiacciare bottoni – sarebbe certo auspicabile anche le alte cariche della Pubblica Amministrazione, delle Autorità Indipendenti e di tutte quegli Enti ed Entità, anche solo per essere smantellati o ricondotti ad un senso di minima utilità per la collettività, andrebbero aperti e dati in gestione a chi ha la testa più fresca e – si spera – quindi meno condizionata dal giogo dei compromessi, da anni di scorie partitocratiche, nepotismi e corporativismi, ovvero da tutto quel coacervo di gangli e incrostazioni di cui il Paese dovrebbe al più presto liberarsi se vuole avere un futuro.
Giusto per spiegarmi meglio vorrei ricordare – così per fare un piccolo esempio – come la SIAE, tra i più beceri, inefficienti ed obsoleti monopoli pubblici che, non a caso sta facendo questa brutta fine sia peraltro retta attualmente da un ultranovantenne, codiuvato da due Subcommissari – così li hanno definiti – quarantenni, ove il suffisso “sub” sta lì probabilmente a significare che per la tenera età non potevano certo aspirare ad essere Commissari fully fledged !
Bisogna essere molto prgamatici, nonostante il Paese stia attraversando una gravissima crisi economica ma, soprattutto ed in primis una crisi politica senza precedenti, nonostante appaia di tutta evidenza la necessità di una profonda iniezione di innovazione che deve passare anche dal cambiamento delle persone che dovranno implementarla nell’ambito di un auspicabile rinnovato patto di fiducia con la cittadinanza ed un ritorno alla vera Politica, non ci sarà mai nessuno che ci farà spazio, quello spazio dovremo certo andarcelo a prendere forti del consenso che solo una Battaglia di Civiltà e Democrazia potrà garantirci.
Il mio auspicio è allora che iniziative come Generazione Perduta o altre simili diventino al più presto iniziative politiche perchè non vogliamo essere Subcommissari di un Paese senza speranza e anzi ci sentiamo già sulle spalle gli oneri e le responsabilità di un’operazione di salvataggio.
Ma va ?! A Bernabè piace l’evoluzione del pensiero della Kroes …
agosto 3, 2012 alle 5:44 PM | Pubblicato su CONSUMATORI, DIRITTO, INTERNET, POLITICA, TELECOMUNICAZIONI | 3 commentiTag: Banda larga, Bernabè, Commissaria Kroes, Fibra ottica, Inno genna, rame, Telecom Italia
Dall’intervista a Bernabè sul Sole24Ore di oggi.
E ci credo che a Bernabè piace “l’evoluzione del pensiero della Kroes” a noi invece moooolto meno … Sul tema mi sono espresso già più e più volte.
Per carità Bernabè fa il suo mestiere e i suoi lobbisti hanno ottenuto un ottimo – anche se non definitivo – risultato, la partita vera si giocherà a settembre e, allora, vale la pena ribadire che gli interessi di Telecom Italia e dei suoi azionisti, anche se legittimi, confliggono inesorabilmente con l’interesse generale che dovrebbe essere considerato prevalente e al di sopra di essi, se è vero – come è vero – che l’aumento della penetrazione della banda larga e la posa della fibra possono abilitare, da una parte, una democrazia più partecipata e moderna e, dall’altra, quello sviluppo economico e quindi quella crescita considerevole del PIL tali da assumere una funzione anticiclica in questo momento di crisi.
Chi latita – per ora – è la politica che dovrebbe trovare il modo di far prevalere l’interesse generale sull’interesse legittimo ma a breve termine e tutto rivolto su loro stessi di investitori e incumbent.
Prendo ancora una volta in prestito su questo tema i commenti di Inno Genna che trovo molto significativi:
E’ ufficiale: Telecom Italia non investirà in fibra
Le dichiarazioni di questi giorni di Franco Bernabé ai giornali non consentono repliche o speculazioni: più chiaro di così. A seguito del nuovo corso della Kroes, secondo cui il prezzo di accesso alla rete telefonica in rame deve rimanere lo stesso (NDR: cioè quasi niente: si tratta di investimenti fatti dallo Stato italiano decine di anni fa), il CEO di Telecom Italia incassa e ci spiega il SUO di nuovo corso: (a) profitti stabili dalla rete in rame; (b) prezzi non orientati ai costi – quindi molto elevati e fuori mercato – per le fibre (se ce ne saranno mai); (c) ripagamento del debito e, perchè no, erogazione di dividendi interessanti. Champagne!
E lo sviluppo della rete in fibra ottica, quella che dovrebbe ammodernare il paese? Non se ne fa niente, Bernabè non potrebbe essere più esplicito, anche perchè sta parlando ai mercati finanziari ed agli investitori (quelli che investono in azioni e bond, non in opere, innovazione o idee): “Non accelereremo la diffusione della rete in fibra, anche perché l’indicazione dell’Unione Europea è solo programmatica, vedremo prima quali sono le decisioni finali e comunque la diffusione della rete è spinta da clienti e redditività: non faremo nulla che possa compromettere obiettivi globali nel breve termine perché vogliamo comunque il deleavereage – cioè la riduzione del debito) per Telecom”.
Lo sviluppo della fibra ottica non è pertanto un obiettivo strategico di Telecom, ma una semplice eventualità (un incidente, secondo me). Secondo Bernabè, la rete ad alta velocità si svilupperà solo grazie alla spinta “dei clienti e della redditività”. Ma ciò vuol dire che non avverrà mai, perchè il possesso della rete in rame consente a Telecom di bloccare qualsiasi iniziativa di modernizzazione, che venga da Telecom stessa oppure da un competitor: infatti, gli elevati profitti della rete in rame, combinati con il fatto che i servizi colà erogati sono in grado di cannibalizzare quelli su fibra, rendono poco profittevole una rete in fibra alternativa. Quindi, questa migrazione non conviene a Telecom, la quale ha però tutti gli strumenti per stroncare tentativi di concorrenza (facendo prezzi predatori sui servizi in rame, quanto basta per scoraggiare la concorrenza).
La grande rete in fibra di Telecom potrebbe nascere solo per un capriccio (cosa improbabile), oppure a fronte di qualche straordinario “regalone” pubblico, come avvenuto con il caso della provincia di Trento (e non è un caso che la Commissione Europea, lato Almunia, abbia aperto un’investigazione, per violazione delle norme sugli aiuti di Stato).
Intendiamoci: qua è là Telecom butterà giù qualche fibra, ma sostanzialmente in VDSL, e solo dove si tratta di parare la concorrenza di qualche competitor fastidioso. Ma niente a che fare con lo “step change”, il cambio di passo, che occorrerebbe per cablare il paese.
AGCOM e massima trasparenza: vi teniamo d’occhio, a domani !
agosto 1, 2012 alle 7:13 PM | Pubblicato su CONSUMATORI, DIRITTO, TELECOMUNICAZIONI | 2 commentiTag: Accountability, Agcom, Consiglio AGCOM domani, massima trasparenza, Tariffe Fisso mobile, Telecom Italia
Domani si terrà la prima riunione del nuovo Consiglio AGCOM, senz’altro apprezzabile la novità della pubblicazione dell’ordine del giorno di Consiglio e Commissioni CIR e CSP, così annunciata sul sito dell’Autorità: In un’ottica di massima trasparenza l’Autorità ha deciso di pubblicare da oggi, 1 agosto 2012, l’ordine del giorno delle riunioni del proprio Consiglio nonché della Commissione infrastrutture e reti (Cir) e della Commissione servizi e prodotti (Csp).
Ora, però, per dirla tutta, gli aggettivi hanno un certo peso e quindi aspetterei un attimo a parlare di massima trasparenza, certo noi eravamo abituati al buio pesto e sarà difficile fare peggio del precedente Consiglio ma, per il momento, soprattutto se l’aggettivo è autoattribuito dall’Autorità stessa avrei meglio consigliato al redattore della notizia sul sito dell’AGCOM una espressione più equilibrata e meno altisonante del tipo: nell’ottica della normale trasparenza di cui deve connottarsi l’attività dell’organo di vertice di una Autorità di Garanzia …
Diverso sarà se, come auspicato da uno di quelli che, per merito e competenza, avremmo voluto vedere sedere tra i nuovi Commissari, l’Autorità si determinerà a rendere note non solo le sue decisioni ma anche le dissenting opinion dei Commissari che eventualmente voteranno contro e le loro motivazioni, questo sarebbe sì un grosso passo in avanti in termini di accountability e allora sarei io in primis a parlare di massima trasparenza dell’Autorità, a prescindere dal fatto che deciderà o meno come piacerebbe a me.
Comunque, bando alle ciance, altrimenti mi danno come al solito del polemico 😉 nel merito la Commissione per le Infrastrutture e le Reti si occuperà, tra le altre cose, al primo punto in agenda di
Approvazione dell’offerta di riferimento di Telecom Italia per l’anno 2012 relativa ai servizi di raccolta, terminazione e transito delle chiamate nella rete telefonica pubblica fissa e disposizioni sulle condizioni economiche della portabilità del numero su rete fissa: esiti della consultazione pubblica avviata con la delibera n. 7/12/CIR e determinazioni conseguenti
Bene, quando ancora purtroppo non vigeva la normale trasparenza in AGCOM, avevo saputo in maniera carbonara che nell’ultima riunione del precedente Consiglio, anche a seguito della nostra esplicita richiesta di un intervento dell’Autorità, si era discusso dell’aumento delle tariffe fisso-mobile di Telecom Italia che riteniamo illegittimo. Il Consiglio aveva discusso della cosa ma non era arrivato ad alcuna conclusione definitiva – mi dicono – poi il mandato del precedente Consiglio era giunto a termine e l’Autorità era caduta in una sorta di letargo e, così, dal 1 luglio erano aihmè scattati gli aumenti di Telecom.
Occorre anche brevemente ricordare che quando, precedentemente, lo scorso novembre 2011, l’AGCOM aveva approvato il piano di riduzione delle terminazioni mobili, molto opportunamente, proprio per evitare che i risparmi non fossero riversati a favore dei consumatori aveva ritenuto utile introdurre nella Delibera 621/11/CONS la seguente specifica previsione in ordine alla vigilanza sul mercato retail: “V.48 L’Autorità, inoltre, al fine di verificare se ed in quale misura le riduzioni delle tariffe di terminazione si riflettano sui prezzi praticati all’utenza finale, ribadisce e sottolinea quanto già stabilito con la delibera n. 284/10/CONS, riguardo la necessità di proseguire nell’attività di monitoraggio dei prezzi dei servizi fisso-mobile praticati da Telecom Italia, riservandosi di azionare i poteri regolamentari e di vigilanza di cui dispone, qualora dovessero emergere elementi di criticità sotto il profilo della concorrenza e della tutela del consumatore”.
Come abbiamo già ampiamente dimostrato – per chi vuole fare un ripassino sulla questione può leggere qui – quegli elementi di criticità sotto il profilo della tutela del consumatore sono già evidentemente emersi, quelli relativi alla concorrenza rischiano di evdienziarsi a strettissimo giro, l’AGCOM non dovrebbe quindi a mio avviso attendere un minuto di più ed esercitare subito i suoi poteri di vigilanza dichiarando illegittimi gli aumenti di Telecom Italia, recuperando così il tempo perduto.
Tornando infine alla questione della trasparenza che è effettivamente importante, qualsiasi cosa decida domani l’AGCOM mi impegno ad essere io il primo a dichiarare che l’Autorità avrà adottato nuovi criteri di massima trasparenza se, a conclusione della riunione del Consiglio e della Commissione per le Infrastrutture e le Reti il relativo comunicato stampa dell’AGCOM preciserà:
a) se la questione degli aumenti delle tariffe fisso-mobile di Telecom Italia è stata affrontata;
b) quale è stata in dettaglio la decisione adottata;
c) se la decisione è stata presa all’unanimità e
d) in caso contrario espliciterà quale Commissario ha votato contro e per quali motivi
Blog su WordPress.com.
Entries e commenti feeds.