Pratiche commerciali scorrette: dagli “utonti” ai consumatori
aprile 16, 2012 alle 10:57 am | Pubblicato su CONSUMATORI, DIRITTO, POLITICA | Lascia un commentoTag: class action, CONSUMATORI, Consumatori Diritti e Mercato, pratiche commerciali scorrette, Utonti
La disciplina delle pratiche commerciali scorrette, ancora molto giovane, ha già dimostrato di poter dare ottimi risultati sia per quanto riguarda un più pieno enforcement dei diritti dei consumatori sia per quanto riguarda la riduzione di vere e proprie distorsioni di mercato da tempo inveterate nei settori tradizionali di consumo e ora tracimanti anche in quelli emergenti.
L’Antitrust ha, in tal senso, saputo valorizzare con coraggio e determinazione sin dalla sua prima implementazione in Italia gli aspetti innovativi insiti in questa normativa che, vale la pena ricordarlo (come la maggior parte delle norme a tutela del consumatore e del mercato) anche in questo caso deriva da una direttiva comunitaria.
Dall’analisi delle decisioni Antitrust in materia di pratiche commerciali scorrette pare, infatti, potersi leggere una chiara volontà di interpretare la protezione dei consumatori non più tanto o solo nel senso statico di tutela del soggetto inesorabilmente debole ma, in una chiave più moderna e dinamica, che guarda al riconoscimento dei suoi diritti come leva di promozione di un mercato più efficiente, innovativo e sostenibile. Insomma, se mi è concessa una piccola licenza, con il beneficio del dolus bonus, possiamo finalmente salutare il passaggio dalla tutela degli “utonti” al pieno riconoscimento dei diritti dei consumatori quali soggetti attivi e determinanti del mercato.
De iure condendo, per non disperdere questo valore, occorrerebbe affiancare al public enforcement un altrettanto efficiente private enforcement, eliminando le molte aporie presenti nella disciplina delle class action.
Per chi ne vuole sapere di più, qui l’articolo per esteso Pratiche commerciali scorrette: dagli “utonti” ai consumatori
Altroconsumo porta RAI in Tribunale: inibitoria contro gli oscuramenti sul satellite
novembre 2, 2009 alle 2:34 PM | Pubblicato su - Rai/Sky Tivù Sat, CONSUMATORI, DIRITTO, TV | 3 commentiTag: CONSUMATORI, Inibitoria, oscuramenti, Rai, Raiset, Sky, Tivù Sat, Tribunale di Roma
Altroconsumo si è occupato con serietà sin da subito degli oscuramenti sul satellite da parte di RAI, degli aspetti discutibili della creazione di Tivù Sat e della evidente violazione dell’art. 26 del Contratto di servizio. Lo ha fatto anche questo blog sin dai suoi primissimi post.
La questione è seria e coinvolge tematiche centrali per il nostro Paese quali una effettiva concorrenza e una vera libertà di informazione nel settore televisivo e la sussistenza in vita di un vero Servizio Pubblico, considerato anche che continuiamo a pagare il canone.
Ora, dopo aver ottenuto l’apertura dell’inchiesta da parte di AGCOM, considerato che purtroppo l’Autorità non è ancora intervenuta d’urgenza, Altroconsumo porta la questione davanti al Tribunale di Roma, con una inibitoria attraverso la quale chiede a RAI di porre immediatamente termine agli oscuramenti. Qui e di seguito il comunicato odierno dell’Associazione:
Ricorso Altroconsumo al Tribunale di Roma per oscuramento servizio pubblico RaiL’oscuramento delle trasmissioni del servizio pubblico radiotelevisivo RAI è una pratica commerciale scorretta, lesiva dei diritti e degli interessi collettivi dei consumatori utenti. A causa di quest’attività per oltre 1 milione e mezzo di famiglie che non saranno mai raggiunte dal digitale terrestre sarà impossibile accedere ai contenuti del servizio pubblico RAI attraverso il canale satellitare. Per evitare che la pratica degli oscuramenti continui Altroconsumo ha depositato il ricorso d’urgenza contro RAI presso il Tribunale di Roma.
Privare gli utenti della visione di telegiornali, programmi di attualità e approfondimento politico, persino le previsioni meteo, significa aver violato il Testo Unico sulla radiodiffusione, il contratto di servizio e la delibera 481/06/ CONS dell’Autorità garante per le comunicazioni. Queste norme impongono al servizio pubblico di trasmettere su tutte le piattaforme esistenti.
Secondo i calcoli di Altroconsumo dal 4 agosto al 4 ottobre 2009 è stato impossibile vedere sul satellite Raiuno per 87 ore 58 minuti e 54 secondi Raidue per 220 ore 26 minuti 23 secondi, Raitre per 104 ore 53 minuti 31 secondi.
Oscurare il contenuto del servizio pubblico RAI per gli utenti non è solo una violazione di diritti. Ci sono conseguenze economiche ben tangibili, poiché il pagamento del canone non è più condizione sufficiente per accedere ai programmi.
Gli utenti dovranno mettere mano al portafogli, dovendo acquistare il nuovo decoder satellitare Tivùsat, anche se già in possesso di un decoder satellitare generalista o Sky, pagando un canone di 6 euro per l’utilizzo del software di gestione della smartcard per accedere alla programmazione Tivùsat, e richiedere l’assistenza di un antennista, dovendo adeguare gli impianti satellitari domestici alla coesistenza dei due decoder.
L’associazione indipendente di consumatori chiede al giudice del Tribunale di inibire il prima possibile la pratica illecita degli oscuramenti.
Cambiare operatore telefonico: dal gioco del Monopoli delle tlc a quello dei telefoni senza filo
ottobre 2, 2009 alle 2:08 PM | Pubblicato su - Portabilità, CONSUMATORI, DIRITTO, TELECOMUNICAZIONI | 3 commentiTag: Agcom, Altroconsumo, codice segreto, CONSUMATORI, Monopoli italiano della telefonia, pin, portabilità, telefono senza fili
Gianni Rusconi, con questo articolo sul Sole.com prendendo spunto dalla lettera ad AGCOM di Altroconsumo torna sulla questione che avevo già sollevato qui Procedure di trasferimento nella telefonia fissa: il pin della discordia
Quasi tre anni fa, intervistato da Punto Informatico avevo rilevato che:
“il consumatore che lascia Telecom Italia per aderire all’offerta di un altro operatore in unbundling non può passare poi direttamente ad altro operatore mantenendo il proprio numero, ma deve per forza ritornare a Telecom (pagando i 150 euro per il nuovo allacciamento) e poi eventualmente da lì transitare a Infostrada, Tele2, Fastweb… sborsando in alcuni casi altre somme (90 euro nel caso di Fastweb) e una probabile penale per aver disdetto in anticipo il contratto con Telecom Italia. Tutto questo avviene in palese lesione della normativa vigente senza che l’AGCOM abbia comminato sanzioni di sorta contro l’ex monopolista. Insomma, il consumatore accorto che vuole passare da un operatore all’altro per far giocare la concorrenza a suo vantaggio è costretto a ripassare ogni volta per Telecom Italia. È un po’ come nel gioco del Monopoli dove si è costretti a passare ad ogni giro dal Via, con una differenza in negativo però data dal fatto che nel “Monopoli Italiano della telefonia” ad ogni giro invece di prendere i soldi dal Via si paga pegno a Telecom Italia!!!”
Ora che, con oltre dieci anni di ritardo, nell’estate del 2008 una Delibera AGCOM aveva finalmente permesso agli utenti di passare da un operatore all’altro senza pagare dazio, l’introduzione del PIN della discordia rischia a mio avviso di traslarci dal gioco del “Monopoli Italiano della telefonia” a quello dei “telefoni senza filo”. La differenza è che non si pagherebbe più dazio ogniqualvolta all’ex monopolista ma che si rischierebbe di rimanere quasi blindati presso il proprio operatore.
Non è che per caso qualche altro operatore di tlc nel frattempo ha, come dire, cambiato idea e, sebbbene sulla base di un parco utenti molto meno ampia di quella di TI, consideri ora più opportuno continuare a cacciare nella sua riserva indiana piuttosto che andare sul mercato ? Altrimenti non mi spiego perchò non si levino voci di protesta … parrebbe che il vizio italico di essere sempre e comunque a favore del mercato e della concorrenza MA CON IL MERCATO DEGLI ALTRI stia colpendo ancora …
vedi un update qui
Telecom Package: persa la Net Neutrality salviamo almeno l’emendamento 138
settembre 30, 2009 alle 6:05 PM | Pubblicato su CONSUMATORI, DIRITTO, INTERNET, PROPRIET INTELLETTUALE, TELECOMUNICAZIONI | 1 commentoTag: CONSUMATORI, emendamento 138, INTERNET, Net Neutrality, Telecom package
Ringrazio Scambio Etico per il commento al mio ultimo post sulla Neutralità della Rete e l’update, purtroppo negativo, circa i lavori del Comitato di Conciliazione. Ne parla anche Stefano oggi
Le cose si stanno effettivamente mettendo malino sul Telecom Package, nonostante la mobilitazione di molte associazioni con le quali anche Altroconsumo aveva condiviso recentemente questa lettera inviata ai parlamentari europei non ci sarà spazio per ritoccare in meglio quanto già approvato in seconda lettura per quanto riguarda il tema cruciale della Net Neutrality.
Per chi non fosse pratico dei complessi iter comunitari di produzione normativa, la procedura di codecisione e il cosiddetto comitato di conciliazione intervengono in caso di disaccordo tra Consiglio e Parlamento in seguito alla seconda lettura di una proposta, al fine di concordare un testo accettabile per le due parti.
Ebbene, quello che si è deciso l’altra sera e che indubbiamente getta un’ombra alquanto negativa sui lavori del Comitato che prenderanno parte nelle prossime 8 settimane è che oggetto del tentativo di conciliazione sarà solo ed esclusivamente il già tanto dibattuto emendamento 138.
Per due volte, in prima e in seconda lettura, il Parlamento europeo a larghissima maggioranza ha ribadito che non è possibile introdurre forme di sanzione che prevedano la disconnessione da Internet per i navigatori sospettati di aver scaricato file protetti da diritto d’autore, senza l’intervento di un giudice, bocciando così indirettamente anche la Hadopi, legge fortemente sostenuta in Francia dal Presidente Sarkozy, censurata dalla Corte Costituzionale francese e poi modificata, e alla quale ha dato modo a tratti di volersi ispirare anche il nostro governo.
Ora, se dopo quanto da più parti auspicato circa la Net Neutrality il Telecom Package perdesse anche il richiamo al fatto che nessuna restrizione può essere imposta ai diritti fondamentali dei cittadini senza l’intervento di un giudice come prescrive l’emendamento 138, ci sarebbe seriamente da chiedersi se sia giusto salvare nel suo complesso questo importante pacchetto di direttive che, sotto altri aspetti e per altri versi, contiene anche l’introduzione di norme auspicabili, soprattutto per noi italiani.
Procedure di trasferimento nella telefonia fissa: il pin della discordia
settembre 24, 2009 alle 2:53 PM | Pubblicato su - Portabilità, CONSUMATORI, DIRITTO, TELECOMUNICAZIONI | 1 commentoTag: Agcom, Altroconsumo, calabrò, codice segreto, CONSUMATORI, portabilità, telefonia fissa
Quello dei servizi non richiesti è indubbiamente un grosso bubbone non ancora debellato nell’ambito della telefonia, ben vengano quindi sanzioni pesanti per quegli operatori che continuano a macchiarsi in modo seriale di tali lesioni, e meccanismi più agili e veloci che permettano ai consumatori di ricevere il rimborso oltre ad un quantum adeguato per il danno subito.
Ciò che, invece, non si può e non si deve fare è introdurre strumenti burocratici che, oltre a non risolvere il problema, rischiano di bloccare il mercato, la concorrenza e quindi la libertà di scelta del consumatore. Questo in sintesi il problema sollevato da Altroconsumo allarmata dalla introduzione del codice numerico segreto che, secondo i dettami della delibera AGCOM 41/09/CIR , il vecchio operatore dovrebbe rilasciare al cliente per permettergli di passare a un nuovo gestore telefonico, il codice deve poi essere comunicato dal consumatore al nuovo operatore per rendere valido il passaggio.
Occorre paralrne ora perchè proprio in questi giorni l’AGCOM sta definendo le specifiche tecniche di implementazione di questo pin che diverrà poi operativo nella primavera del 2010
Quando giocavo a pallanuoto – Ebbene sì sono stato giovane e sportivo anch’io ! – capitava spesso che avessi un noioso fastidio al ginocchio destro, il mio allenatore per tutta risposta mi sottoponeva prima della partita a lunghi massaggi all’adduttore con il risultato che, facendomi molto più male la coscia non sentivo più così tanto il problema del ginocchio. Intorno al terzo tempo però mi toccava uscire perchè ero mal ridotto !
La stessa cosa mi sembra stia succedendo ora con l’Agcom che, invece di colpire ed eliminare la patologia, ovvero i servizi non richiesti, rischia di intaccare il funzionamento fisiologico del mercato. E’, infatti, evidente e concreto, come scriviamo nella lettera inviata all’Autorità il rischio che il codice segreto possa diventare uno strumento utilizzato (ritardi, errori, rifiuti nella fornitura del codice) dagli operatori per impedire o ritardare il passaggio dei loro clienti verso un concorrente, con la conseguenza di bloccare la già difficile crescita di una reale concorrenza nella telefonia fissa e congelare una situazione in cui l’operatore dominante possiede ancora circa l’80% del mercato.
La difficoltà nel cambiare operatore potrà inoltre creare una sorta di monopolio di ogni singola compagnia sui propri clienti, e rendere più facile per gli operatori praticare aumenti di prezzo e abusi ai danni dei consumatori, non potendo essi contare su procedure certe per “sfuggire” agli aumenti.
DRM, copia privata e equo compenso: posso fa ‘na domanda avvocà ?
settembre 19, 2009 alle 1:46 am | Pubblicato su - Equo Compenso, CONSUMATORI, DIRITTO, PROPRIET INTELLETTUALE | 1 commentoTag: CONSUMATORI, copia privata, diritto d'autore, drm, equo compenso, proprietà intellettuale, siae
C’è chi dice che, alla luce del combinato disposto degli articoli 71-sexies e 102-quater della legge sul diritto d’autore, la recente sentenza del Tribunale di Milano non farebbe una grinza. Mah, lascio molto volentieri a chi intenda trastullarsi con la materia tale esercizio ermeneutico, attenzione però che se si insiste il gesto può diventare onanistico.
In realtà la vera natura del combinato disposto dei suddetti articoli viene IMHO magistralmente sintetizzata, mutatis mutandis, nella domanda che nel video che vedete qui sopra, il cliente Proietti pone in fine all’avv. Proietti: “ferma un pò, posso fa ‘na domanda avvocà …”
Ma non è tutto qui purtroppo, il combinato disposto in realtà è un triangolo delle Bermuda, esiste infatti anche l’articolo 71 septies quello che riconosce agli aventi diritto, autori e produttori di fonogrammi, nonché produttori originari di opere audiovisive etc etc il cosiddetto equo !!!! compenso, ovvero un balzello su ogni supporto (come CD, DVD etc …) teoricamente utilizzabile per registrare una copia privata di un’opera protetta da diritto d’autore, poi se ci registri le tue foto del mare chissenefrega: paghi lo stesso !
Ora, cercando di tirare le fila di questo post – me ne rendo conto – un pò caotico, ritengo che alla luce della sentenza del Tribunale di Milano ogni residua legittimazione al già odioso e rozzo – in quanto basato su una presunzione – “equo compenso” dovrebbe cadere. Se, infatti, i Giudici hanno considerato lecito che, in presenza di misure tecniche di protezione il diritto alla copia privata in capo all’utente venga sostanzialmente meno qualcuno ci deve venire a spiegare a questo punto per quale motivo anche l’equo compenso non dovrebbe andarsi a fare benedire visto che è legato da un rapporto, come dire, sinallagmatico con il possibile esercizio della copia privata.
In conclusione, se qualche settimana fa rivolgendomi ai membri della Commissione ad hoc sull’equo compenso presso il Ministero dei Beni Culturali, dicevo: un no secco all’aumento delle tariffe per l’equo compenso su cd e dvd vergini e un no ancora più secco all’allargamento dell’equo compenso anche ai telefoni cellulari o altri supporti tecnologici, (come richiede invece SIAE), oggi, dopo la sentenza di Milano non si può che chiedere di eliminare completamente l’equo compenso.
Altroconsumo for Net Neutrality in Europe
settembre 17, 2009 alle 10:27 PM | Pubblicato su CONSUMATORI, DIRITTO, INTERNET | 6 commentiTag: Altroconsumo, CONSUMATORI, INTERNET, Net Neutrality, Neutralità della Rete, Parlamento europeo
Ritorno sulla Neutralità della Rete perchè Altroconsumo insieme a molte altre associazioni di tutta Europa hanno condiviso nella lettera che trovate qui sotto le loro preoccupazioni chiedendo ai parlamentari europei di impegnarsi a garantire una Rete libera, aperta e innovativa e salvaguardare le libertà fondamentali dei cittadini europei.
Sul sito di La Quadrature du Net c’è un form attraverso il quale ogni organizzazione può aggiungere la sua sigla a quella dei primi firmatari a supporto dell’iniziativa, vista l’imminente discussione sul Telecom Package direi che ne vale proprio la pena
We Must Protect Net Neutrality in Europe!
Open letter to the European Parliament
Net neutrality has been an indispensable catalyst of competition, innovation, and fundamental freedoms in the digital environment. A neutral Internet ensures that users face no conditions limiting access to applications and services. Likewise, it rules out any discrimination against the source, destination or actual content of the information transmitted over the network.Thanks to this principle, our society collectively built the Internet as we know it today. Except in some authoritarian regimes, everyone around the globe has access to the same Internet, and even the smallest entrepreneurs are on equal footing with the leading global enterprises. Moreover, Net neutrality stimulates the virtuous circle of a development model based on the growth of a common communication network that enables new uses and tools, as opposed to one relying on investments in filtering and controlling. Only under such conditions is Internet continuously improving our societies, enhancing freedom — including the freedom of expression and communication — and allowing for more efficient and creative markets.
However, Net neutrality is now under the threat of telecom operators and content industries that see business opportunities in discriminating, filtering or prioritizing information flowing through the network. All around Europe, these kind of discriminatory practices, detrimental to both consumers and innovation, are emerging. No court or regulator seems to have adequate tools to counter these behaviors and preserve the general interest. Some provisions introduced in the Telecoms Package could even encourage such practices.
We who have signed this open letter urge the European Parliament to protect the freedom to receive and distribute content, and to use services and applications without interference from private actors. We call on the Members of the Parliament to take decisive action during the ongoing negotiation of the Telecoms Package in order to guarantee a free, open and innovative Internet, and to safeguard the fundamental freedoms of European citizens.
Il recente annuncio di Vodafone ci deve fare riflettere su quanto sia fondamentale salvaguardare la Neutralità della Rete
settembre 15, 2009 alle 5:45 PM | Pubblicato su CONSUMATORI, DIRITTO, INTERNET | 12 commentiTag: Agcom, Altroconsumo, antitrust, CONSUMATORI, Neutralità della Rete, p2p, Vodafone, Voip
Sono state giornate particolarmente intense, e non sono riuscito a rispondere prima d’ora a Guido che qui mi chiamava direttamente in causa sulle questioni giustamente sollevate in primis da Stefano e di cui si è poi già ampiamente dibattuto in Rete circa questo annuncio di Vodafone
Uso Equo del Servizio Internet in mobilità
A partire dal 20 Novembre 2009, allo scopo di salvaguardare la qualità del servizio Internet a vantaggio di tutti i Clienti, la velocità massima di connessione alle applicazioni peer-to-peer o file sharing potrà essere limitata fra le ore 7:00 e le ore 22:00.
Inoltre nelle offerte Dati in Mobilità con computer e cellulare (iPhone, BlackBerry, etc…) saranno introdotte alcune limitazioni e nuove condizioni per il traffico effettuato con applicazioni VoIP.
Verifica di seguito i piani che ti permettono di effettuare traffico tramite le applicazioni VoIP.
Altroconsumo dice la sua qui , non ho molto da aggiungere sul caso di specie, se non ribadire che, prendendo spunto dall’annuncio di Vodafone, chiederemo ad AGCOM e AGCM di aprire un’indagine su tali pratiche di limitazioni di traffico che riteniamo siano già adottate anche da altri operatori.
Vorrei, invece, in via più generale, cogliere l’occasione di spiegare perchè ritengo la neutralità fondamentale per la salvaguardia di una Rete libera e competitiva:
Internet ha dimostrato di essere il più grande motore di crescita economica e di comunicazione democratica nella memoria moderna. La rivoluzione portata da Internet non è avvenuta per caso ma grazie al fatto che tutti possono contribuire a sviluppare programmi o servizi e renderli disponibili.
Insomma, tutto questo è avvenuto grazie alla neutralità della Rete che è ora in serio pericolo. Internet Service Providers, operatori di telecomunicazione e fornitori di contenuti collaborano sempre di più tra loro e sono tecnicamente in grado di limitare o di prioritarizzare l’accesso ai contenuti, ai servizi o alle applicazioni, decidendo in tal modo a quali contenuti, servizi, applicazioni gli utenti possono accedere. Vi è un rischio crescente che i consumatori abbiano minori possibilità di scelta e questo limiterebbe anche la concorrenza e la spinta all’innovazione. Siamo contrari ai walled garden (giardini recintati) integrati verticalmente.
Molti consumatori non sono consapevoli del fatto che gli Internet Service Provider sono ad esempio in grado di bloccare il loro accesso a certi siti web. Solo una percantuale ridotta di consumatori hanno ricevuto informazioni su come il loro Internet Service Provider gestisce l’accesso ai contenuti, applicazioni e servizi. Se i consumatori non sono in grado di accedere a un sito Internet, il più delle volte danno la colpa al sito stesso, e non al provider di servizi Internet.
Il dibattito sulla Neutralità della Rete non è solo un dibattito economico, ma su come la conoscenza è diffusa, utilizzata e prodotta di nuovo, sono in gioco la libertà di espressione e di partecipazione democratica.
I principi della concorrenza da soli non saranno in grado di regolare il mercato, il controllo di Internet e la Neutralità della Rete sono questioni troppo importanti sulle quali non vogliamo correre rischi
Questi i principi che rivendichiamo, in vista del dibattito che si terrà a breve in terza lettura al Parlamento europeo sul cosiddetto Telecom Package, a salvaguardia della neutralità della Rete:
– I consumatori debbono essere messi nella condizione di poter collegare tutti i dispositivi a loro scelta;
– I consumatori debbono essere messi in grado di accedere o fornire contenuti, servizi e applicazioni;
– I consumatori debbono avere il loro accesso libero da discriminazioni in base alla fonte, la destinazione, il contenuto o il tipo di applicazione.
Ciò implica che gli Internet Service Provider, gli operatori di tlc e le Reti di comunicazione non possono e non debbono:
– ingiustamente bloccare l’accesso a contenuti, applicazioni, servizi o dispositivi;
– ingiustificatamente degradare l’accesso a contenuti, applicazioni, servizi o dispositivi;
– dare priorità all’accesso e alla fornitura in base alla fonte o alla destinazione;
– operare discriminazioni nei confronti di alcuni fornitori di contenuti, applicazioni, servizi o dispositivi.
Istruttoria AGCOM su RAI e limiti per Tivù Sat: bene! bene? dipende se si fa sul serio
settembre 15, 2009 alle 3:08 PM | Pubblicato su - Rai/Sky Tivù Sat, CONSUMATORI, DIRITTO, TV | 7 commentiTag: Agcom, Altroconsumo, calabrò, CONSUMATORI, decoder, Rai, Raiset, Sky, Tivù Sat
Finalmente AGCOM apre ufficialmente un’istruttoria sugli oscuramennti sul satellite per verificare il rispetto da parte della Rai degli obblighi di servizio pubblico.
Come ricorderete, in un precedente post Questione RAI/SKY: AGCOM, se ci sei batti un colpo prima che sia troppo tardi mi chiedevo cosa stesse ancora attendendo l’Authority considerato che l’esposto di Altroconsumo sugli illegittimi oscuramenti da parte di RAI porta la data del 10 luglio.
Bene ! Bene ? Mica tanto … si avvicna lo switch off in alcune importanti regioni e quindi a questo punto era lecito aspettarsi un provvedimento d’urgenza. Come già paventavo qui rimane infatti il dubbio che l’AGCOM stia facendo semplicemente melina in attesa della modifica di cui si vocifera dell’art 26 del Contratto di Servizio che leverebbe le castagne dal fuoco all’Autorità.
Il Consiglio dell’Agcom ha inoltre deciso – su questo a maggioranza – che:
allo stato degli atti, non esistono i presupposti per l’avvio di un’istruttoria relativa alla costituzione della società Tivù-Sat ai sensi dell’art.43 del Testo Unico della radiotelevisione a condizione che le smart card Tivù-Sat non siano utilizzate per la fruizione di programmi a pagamento e che la piattaforma offra i propri servizi a tutti i soggetti che ne fanno richiesta a condizioni eque, trasparenti e non discriminatorie. Qualunque modifica agli accordi notificati all’Autorità comporterà il riesame della decisione.
Per maggiore intelleggibilità su questo aspetto ricordo che l’art. 43 del Testo Unico è quello relativo alle “Posizioni dominanti nel sistema integrato delle comunicazioni” e che Rai, Mediaset e Telecom hanno assicurato che non ci sarà coordinamento né editoriale, né commerciale su Tivù Sat … mah !
Altro punto sul quale AGCOM ha deciso di volerci vedere chiaro è quello sulle tipologie dei decoder attualmente sul mercato, la loro conformità degli accordi di cessione delle licenze alla normativa di settore nonchè tutte le iniziative utili all’adozione di un decoder unico.
mmm … noto che anche ad altri colleghi rimangono parecchi dubbi, staremo a vedere, nel frattempo voglio ribadire molto sinteticamente questo concetto: l’articolo 26 del Contratto di Servizio è in vigore, parla chiaro ed impegna la RAI nei confronti di tutti i cittadini
Art 26 Neutralità tecnologica 1. La Rai si impegna a realizzare la cessione gratuita, e senza costi aggiuntivi per l’utente, della propria programmazione di servizio pubblico sulle diverse piattaforme distributive, compatibilmente con i diritti dei terzi e fatti salvi gli specifici accordi commerciali.
L’emittente pubblica smetta quindi di oscurare abusivamente trasmissioni pagate da tutti noi con il canone !
Portabilità in tre giorni: vittoria di consumatori e AGCOM
settembre 14, 2009 alle 5:13 PM | Pubblicato su - Portabilità, CONSUMATORI, DIRITTO, TELECOMUNICAZIONI | Lascia un commentoTag: Agcom, Altroconsumo, cellulari, CONSUMATORI, portabilità, Telecom Italia, telefonini, Vodafone
Non capita spesso di poter assistere a vittorie così nette per i consumatori, ce ne ha regalata una oggi il Consiglio di Stato, la decisione è solo sulla sospensiva ma è talmente netta che la sentenza sul merito non dovrebbe presentare sorprese, è quindi più che giusto gioirne e portare a casa un rsultato che, peraltro, ci rimette al passo con l’Europa, dove si sta per decidere che per la portabilità da un operatore all’altro non dovrà passare più di un giorno.
Come ricordavo qui Altroconsumo è intervenuto al Consiglio di Stato ad adiuvandum dell’AGCOM quindi per me i motivi per festeggiare raddoppiano.
Ora, però, quello che ci sta a cuore è un mercato della telefonia mobile trasparente e competitivo, quello che rischia di accadere, invece, nei prossimi giorni è che gli operatori si daranno al far west completo, le associazioni dei consumatori si lamenteranno perchè, nonostante la vittoria al Consiglio di Stato, Vodafone, Telecom & C faranno ciò che vogliono e Agcom non sarà in grado di sanzionarli, visti gli strumenti farragionosi di cui l’Authority dispone. Ecco allora che Altroconsumo vuole mettere subito in campo una proposta concreta, quella di regolamentare le offerte di retention:
Offerte “rilancio” per iscritto
Ora si regolamentino le offerte di retention, vale a dire i tentativi che fanno gli operatori per trattenere i consumatori che manifestano l’intenzione di cambiare gestore. Le offerte di retention non sono il male assoluto ma vanno regolamentate. Ora che il Consiglio di Stato ha messo la parola fine a questa vicenda prescrivendo che la portabilità debbe essere portata a termine in tre giorni, non siamo contrari al fatto che in questi termini gli operatori possano rilanciare presentando nuove offerte. Purché esse siano trasparenti e regolamentate. Chiediamo che l’AGCOM apra subito un tavolo in tal senso, un punto di partenza imprescindibile è che le offerte siano inviate per iscritto, eventualmente anche via email.
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