When copyright goes bad: un bel video di Consumers International
aprile 21, 2010 alle 1:08 am | Pubblicato su - Fapav, CONSUMATORI, DIRITTO, INTERNET, PROPRIET INTELLETTUALE | 1 commentoTag: Consumers International, FAPAV, siae, when copyright goes bad
Mi sono imbattuto in un nuovo comunicato indubbiamente scritto da artisti, questa volta della SIAE e stavo per scrivere, così d’impulso, un terzo post della saga FAPAV: Mi FAPAV il piacere 3: the friends !
Ma come si fa a dire che La sentenza sul caso Telecom è innovativa e importante per Internet e il diritto d’autore. Boh, faccio veramente grossa difficoltà, se intendete approfondire vi lascio però ai commenti di Stefano e Guido perchè nel frattempo ho invece deciso sta sera di essere più propositivo, meno critico suvvia 😉 e quindi questo post lo dedico al bel video di Consumers International: When copyright goes bad, un pò lunghetto ma ve lo consiglio vivamente, poi mi fate sapere …
Notte
PS: Consumers International è l’organizzazione mondiale di consumatori, che raggruppa 220 associazioni di 115 Paesi
Ma mi FAPAV il piacere 2: l’assurdo
aprile 19, 2010 alle 7:11 PM | Pubblicato su - Fapav, CONSUMATORI, DIRITTO, INTERNET, PROPRIET INTELLETTUALE | 3 commentiTag: FAPAV, ma mi faccia il piacere, p2p, Telecom Italia, Tribunale di Roma
FAPAV (Federazione Antipirateria Audiovisiva) esprime il suo apprezzamento per la decisione del Tribunale di Roma che, in accoglimento della sua istanza, ha ordinato a Telecom Italia di comunicare alla Procura della Repubblica di Roma e al Ministero delle Comunicazioni tutte le informazioni relative alle violazioni dei Diritti d’Autore in danno di tutta la filiera audiovisiva, e quindi il cinema, l’home video e le televisioni, avvenute attraverso l’accesso ai siti con i contenuti illeciti….
Ma mi FAPAV il piacere …
aprile 17, 2010 alle 5:43 PM | Pubblicato su - Fapav, CONSUMATORI, DIRITTO, INTERNET, PROPRIET INTELLETTUALE | 1 commentoTag: FAPAV, Garante Privacy, ma mi faccia il piacere, p2p, Telecom Italia
Alessandro Longo su repubblica.it ci da una buona notizia:
SOLO l’autorità giudiziaria può obbligare i provider a comunicare i nomi degli utenti che scaricano file pirata, a bloccare siti e servizi che causano gli illeciti. È con questo motivo che il Tribunale civile di Roma, con una sentenza pubblicata oggi, ha rigettato la sostanza delle richieste di Fapav a Telecom Italia. Continua qui
Salutano favorevolmente questa decisione Stefano Guido Marco e, penso, tutti coloro che hanno a cuore la certezza del diritto, non poteva che andare così ma di questi tempi si tratta di una bella conferma.
Avevo già detto qui cosa pensavo dell’azione, al limite del temerario, promossa da FAPAV, ora il Garante Privacy, che è intervenuto nel giudizio, spero ci faccia sapere al più presto, come gli aveva chiesto Altroconsumo, se ci sono stati o meno da parte di FAPAV comportamenti lesivi della privacy degli utenti._
Update: Guido Scorza ha letto l’ordinanza e la commenta qui
In Rete non tutto è lecito: sono assolutamente d’accordo con FAPAV
febbraio 12, 2010 alle 11:26 PM | Pubblicato su - Fapav, CONSUMATORI, DIRITTO, INTERNET, PROPRIET INTELLETTUALE, TELECOMUNICAZIONI | 2 commentiTag: FAPAV, Garante Privacy, p2p, Sulla Rete non tutto è lecito, Telecom Italia
Come scrivevo qualche giorno fa in merito al caso FAPAV vs Telecom:
A volte si promuove una causa e poi in giudizio si è invece costretti a difendersi, a volte si entra in un Tribunale civile e si finisce in Procura, sono cose che capitano, questo potrebbe essere il caso di FAPAV anche perchè delle due l’una, o nei suoi atti ha dichiarato il falso, e vabbè capita se mossi dal sacro ardore della tutela dei diritti ! oppure, e questo sarebbe più grave, ha detto il vero…
Purtroppo non si è ancora completamente svelato l’arcano, l’impressione è che siamo solo alle prime schermaglie, nel frattempo il Garante Privacy è intervenuto nel giudizio e si sta interessando della questione anche Altroconsumo gli aveva chiesto di farlo e, proprio nella risposta inviata alla richiesta di chiarimenti del Garante pare che Fapav abbia già cominciato a calare le braghe, almeno sull’aspetto che, se confermato, sarebbe stato il più grave, si legge qui, infatti, tra le altre cose, che
FAPAV non ha ottenuto e non può ottenere alcuna corrispondenza tra le URL delle pagine web citate e l’attività telematica degli internauti italiani, poiché soltanto l’ISP può fornire questo tipo di informazioni circa l’attività dei suoi abbonati.
Ora, a parte che neanche gli ISP sono legittimati a farlo e che chiunque avesse dati di questo genere non potrebbe che averli ottenuti attraverso comportamenti gravemente illeciti e sanzionabili penalmente, resta il fatto che, da quanto riportavano i giornali, nel ricorso presentato al Tribunale FAPAV asseriva di conoscere anche su quali siti avevano navigato gli utenti monitorati, vabbè FAPAV ci dice adesso che era tutto uno scherzo, sarebbe però utile che il Garante confermasse che di scherzo si tratta e che nessuno ha violato il domicilio informatico di numerosissimi utenti e inserito malware nei loro pc. Attendiamo fiduciosi di avere una tale conferma._
C’è poi un altro aspetto, meno grave forse, ma mica tanto, quello dell”‘investigazione”, vogliamo chiamarla così ? sul p2p:
a quanto consta, alcuni associati FAPAV hanno fatto ricorso ad una società specializzata nella protezione dei diritti d’autore, incaricata di fornire statistiche dei download a partire dai cosiddetti “fake” (o “files decoy”, file che contengono il trailer di un film ripetuto in serie) diffusi da territorio straniero nelle reti peer-to-peer per simulare i file di opere protette dal diritto d’autore. Lo strumento utilizzato altro non è che una versione del software open source eMule, modificato in modo da visualizzare la ripartizione dei download per ISP.
Non mi dilungo su questo punto e rinvio ai primi commenti di Stefano Quintarelli, mi limito ad aggiungere che anche qui vorrei essere confortato dal Garante al più presto sul fatto che non ci sia stata alcuna violazione dei dati personali degli utenti perchè, insomma, su questa fantomatica istantanea anonimizzazione degli IP attraverso un procedimento rapido ed immediato allo stato mantengo, come dire, qualche piccolo scetticismo.
Critico da tempo la politica delle major e ancora di più le Istituzioni che si appiattiscono su di essa, ma non sono un fan del p2p, non mi sono mai appassionato alle sorti di Pirate Bay è, infatti, oltremodo triste che non si sia ancora trovata una modalità condivisa e legale per distribuire e condividere contenuti in Rete, se andiamo avanti di questo passo però rischiamo di giocarci qualcosa di più e di più grave. C’è, infatti, un problema di fondo in tutta questa storia di FAPAV che va alla base del principio di legalità, quandanche hai subito un danno, un torto, o perlomeno pensi che questo sia il caso, comunque non puoi pretendere di fare valere i tuoi diritti attraverso prove raccolte in maniera illecita e se lo fai devi essere punito severamente, questo a tutela della stabilità dell’Ordinamento.
In un comunicato di oggi FAPAV tra le altre cose asserisce:
Le infondate supposizioni del Garante della privacy e il clamore che ne è conseguito appaiono costituire un oggettivo incoraggiamento al fenomeno della pirateria – che costituisce un reato – e a rafforzare l’errato convincimento che sulla rete tutto è lecito, perché l’impunità per le eventuali malefatte è garantita dalla legge sulla privacy.
Condivido una cosa: è assolutamente errato il convincimento che in Rete tutto sia lecito e da quanto è emerso finora sembra proprio che FAPAV dovrebbe riflettere intensamente su questa verità anche e soprattutto per quanto riguarda i suoi stessi comportamenti.
FAPAV, qui si va sul penale …
gennaio 29, 2010 alle 12:28 am | Pubblicato su - Fapav, DIRITTO, INTERNET, PROPRIET INTELLETTUALE, TELECOMUNICAZIONI | 2 commentiTag: FAPAV, p2p, Peppermint, privacy, si va sul penale, Telecom Italia
Alessandro Longo mi ha chiesto qualche battuta di commento sul caso FAPAV vs Telecom, trovate l’intero articolo qui su Repubblica.it Ve ne consiglio la lettura.
Cosa ho detto:
“Secondo noi l’industria del copyright sta calpestando i diritti inviolabili degli utenti, nel caso Fapav”, dice Marco Pierani, responsabile rapporti istituzionali di Altroconsumo. “In questo caso, in modo ancora più grave che nella vicenda Peppermint: Fapav ha coinvolto molti più utenti e ha scavato più a fondo nelle loro attività”, continua Pierani.
L’udienza è fissata per il 10 febbraio e secondo me ne vedremo delle belle. A volte si promuove una causa e poi in giudizio si è invece costretti a difendersi, a volte si entra in un Tribunale civile e si finisce in Procura, sono cose che capitano, questo potrebbe essere il caso di FAPAV anche perchè delle due l’una, o nei suoi atti ha dichiarato il falso, e vabbè capita se mossi dal sacro ardore della tutela dei diritti ! oppure, e questo sarebbe più grave, ha detto il vero.
Dico sarebbe più grave perchè qui saremmo ben oltre la fattispecie di Peppermint, Fapav infatti dice di conoscere quali siti hanno visitato gli utenti e come fanno ad avere questa informazione? Come ricorda giustamente Alessandro
L’unico modo per ottenerla sarebbe di introdurre un malware spia sui pc degli utenti, azione di vera e propria pirateria informatica.
Blog su WordPress.com.
Entries e commenti feeds.