Una proposta correttiva per il Codice di autodisciplina di Internet

Maggio 18, 2010 alle 2:12 am | Pubblicato su CONSUMATORI, DIRITTO, INTERNET | 4 commenti
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L’ho già detto e lo ripeto, il “Codice di autodisciplina a tutela della dignità della persona su rete Internet” per come impostato è, a mio avviso, una emerita castroneria.

Poi Guido Scorza, con la sua solita chiarezza, ha avuto modo di approfondire ed è stato ripreso sulla stessa linea da Zambardino e Gilioli che vedono nel Codice Maroni/Romani (ma forse è più corretto chiamarlo Romani/Maroni) un nuovo tentativo del governo di imbavagliare la libertà di espressione in Rete.

Marco Scialdone ci ricorda che le previsioni del Codice sono in realtà già presenti nelle condizioni generali di servizio dei principali social network o delle piattaforme che ospitano UGC e che, quindi, si starebbe facendo tanto rumore per nulla, d’altra parte se non c’è nulla di diverso da quello che molti già fanno e, come rileva Guido Vetere 

… con esiti talvolta paradossali (su facebook: neofascisti tollerati, buontemponi censurati), talvolta comici (su iphone: la venere di botticelli giudicata pornografica) … Che senso ha sancire con un protocollo di intesa governativo una pratica già consolidata? Nella migliore delle ipotesi, non ne ha alcuno.

Occorre ricordare che questa iniziativa del governo ha preso inizialmente le mosse, quale reazione a caldo, ai deprecabili fatti di Piazza Duomo del dicembre scorso e ai gruppi su Facebook e altri social network che avevano inneggiato al lancio della statuetta del duomo al Premier. Alcuni esponenti della maggioranza sull’onda dell’emozione più che su considerazioni adeguatamente riflettute, avevano auspicato misure speciali per contrastare i delitti di istigazione a delinquere e di apologia di reato commessi in Rete. 

Successivamente, avevamo appreso con soddisfazione che, all’esito della riunione indetta il 22 dicembre dal Ministro dell’Interno con alcuni rappresentanti delle società di connettività, servizi Internet e social network si era deciso di percorrere la strada dell’autoregolamentazione. Altroconsumo a quel punto  aveva chiesto formalmente ai ministri Maroni e Romani  di poter prendere parte ai lavori di predisposizione del codicie di autoregolamentazione : 

Altroconsumo ha già avuto modo, nel corso del 2009, nell’ambito della campagna “Diritto di Rete”, di argomentare la propria contrarietà rispetto a disegni di legge – fortunatamente mai approvati – che avrebbero rischiato di comprimere la libertà d’espressione, garantita dall’art. 21 della nostra Costituzione.

D’altra parte, rimane a nostro avviso giusto ed opportuno richiamare tutti alla responsabilità dei propri comportamenti anche in Rete e colpire gli eventuali abusi della libertà di manifestazione del pensiero ma deve in ogni caso rimanere l’autorità giurisdizionale ad ordinare la rimozione – anche in via cautelare – di contenuti da social networks, blog e siti Internet senza per questo oscurare intere piattaforme di comunicazione.

Sulla base di queste brevi e preliminari considerazioni, siamo a chiedere di poter prendere parte alle prossime riunioni del tavolo che lavorerà alla predisposizione di un codice di autoregolamentazione. Rimane, infatti, che oggetto di tale codice saranno per massima parte i c.d. user generated contents e che i protagonisti del web sono e saranno sempre di più gli utenti, sta ad essi agire con responsabilità anche in Rete ma, d’altra parte, anche alle loro legittime rappresentanze dovrebbe essere concesso di poter contribuire attivamente e in senso costruttivo alla discussione in atto.

Purtroppo non siamo mai stati invitati ma non è tanto questo il punto quanto che il Codice, così come pare sia stato strutturato e visibile nelle bozze che ha messo a disposizione  il Sole24Ore  presenta alcune palesi criticità. Prendiamo l’art. 3.1 lett. f), il cuore del Codice, secondo il quale gli operatori aderenti si impegnano a:

proporre testi contrattuali che facciano riferimento al presente Codice e alle Linee guida, e nei quali venga comunque espressamente prevista la possibilità di rimuovere eventuali contenuti illeciti o potenzialmente lesivi della dignità umana, immessi/pubblicati dai contraenti ovvero di risolvere il contratto, previa diffida qualora gli utenti pongano in essere comportamenti contrari alla legge, al presente Codice e alle linee guida

Ora, se è vero che Facebook e altre piattaforme di social network – a mio avviso interpretando il loro ruolo in maniera estensiva e sconfinando quasi a divenire veri e propri editori – hanno già oggi nelle rispettive condizioni generali clausole che consentono loro di rimuovere un contenuto immesso/pubblicato da un utente qualora lo ritengano lesivo di diritti di terzi o di norme imperative di legge, va da sè che ove esercitino effettivamente tali clausole si prendono tutte le responsabilità del caso e rischiano di essere chiamati a rispondere nei confronti dell’utente qualora successivamente, al vaglio dell’Autorità giudiziaria, si renda evidente che tali contenuti non erano affatto lesivi di alcunchè.

Con il Codice, non solo promosso dai Ministri Romani e Maroni ma da questi anche redatto, c’è invece un bel salto in avanti considerato che l’art. 3.1 eterointrodotto nelle condizioni generali degli aderenti rischierà di avere una portata che travalica evidentemente il mero regime privatistico. Si conderi, in tal senso, che il relativo Protocollo d’intesa tra Ministeri e Providers è da ritenersi in attuazione dell’art. 18 del Decreto legislativo 9 aprile 2003, n. 70 che, al comma 1, prevede quanto segue: Le associazioni o le organizzazioni imprenditoriali, professionali o di consumatori promuovono l’adozione di codici di condotta che trasmettono al Ministero delle attività produttive e alla Commissione Europea con ogni utile informazione sulla loro applicazione e sul loro impatto nelle pratiche e consuetudini relative al commercio elettronico. E, cosa ancor più rilevante, che per gli aderenti che non si comportino in linea con gli impegni stabiliti dal Codice – tra i quali quello di rimuovere tempestivamente i contenuti ritenuti lesivi – è prevista la sanzione dell’estromissione dal Codice stesso.

Insomma, sembra di poter dire che, attravreso modalità niente affatto democratiche, si stia tentando di mettere in capo ai provider prerogative (e responsabilità?) che oltre a non essere loro proprie e per le quali non hanno le necessarie capacità gestionali non sono comunque previste dalla legge vigente. Di tal che se domani, una volta che il Codice Romani/Maroni sarà in vigore, un provider aderente rimuovesse, in applicazione del Codice stesso, un contenuto immesso/pubblicato da un utente ritenendolo potenzialmente lesivo della dignità umana, incorrerebbe poi in responsabilità alcuna nei confronti dell’utente “censurato” ove successivamente, al vaglio dell’Autorità giudiziaria, si rendesse evidente che tale contenuto non era affatto lesivo di alcunchè? Ne dubito …

Non è un balzo in avanti da poco e non è esente da conseguenze nefaste, continuo a pensare che il Codice si rileverà semplicemente inutile, il male minore, ma certo nessuno ci assicura che invece non possa essere un giorno utilizzato per comprimere la libertà d’espressione in Rete.

La mia intenzione non è però quella di gridare al lupo e anzi, proprio con l’auspicio che non ve ne sia mai bisogno, propongo una piccola ma rilevante modifica al Codice secondo lo schema che segue:

– Il provider notifica all’utente che ravvisa nei contenuti da quest’ultimo immessi/pubblicati in Rete potenziali aspetti lesivi “della dignità umana” e che ove l’utente non accetti di rimuovere immediatamente tali contenuti lo comunicherà all’Autorità giudiziaria

– L’utente riconosce che i contenuti sono potenzialmente lesivi, questi ultimi sono immediatamente rimossi

– L’utente non riconosce che i contenuti sono potenzialmente lesivi e chiede, quindi, che non siano rimossi. I contenuti rimangono online e il provider comunica immediatamente all’Autorità giudiziaria l’ipotesi di lesione e quest’ultima decide in tempi rapidissimi

Che ne pensate ?

Questo è a mio avviso il massimo che si può scrivere in tale Codice di autoregolamentazione, nulla di più, altrimenti entrerebbe in evidente contrasto con l’art. 1 comma 3 della nuova Direttiva Quadro delle Comunicazioni Elettroniche che, per comodità, incollo di seguito con l’avvertenza che in essa si parla non solo di access to ma anche di use of services and applications through electronic communications networks:

Measures taken by Member States regarding end-users’ access to or use of services and applications through electronic communications networks shall respect the fundamental rights and freedoms of natural persons, as guaranteed by the European Convention for the Protection of Human Rights and Fundamental Freedoms and general principles of Community law.

Any of these measures regarding end-users’ access to or use of services and applications through electronic communications networks liable to restrict those fundamental rights or freedoms may only be imposed if they are appropriate, proportionate and necessary within a democratic society, and their implementation shall be subject to adequate procedural safeguards in conformity with the European Convention for the Protection of Human Rights and Fundamental Freedoms and general principles of Community law, including effective judicial protection and due process. Accordingly, these measures may only be taken with due respect for the principle of presumption of innocence and the right to privacy. A prior fair and impartial procedure shall be guaranteed, including the right to be heard of the person or persons concerned, subject to the need for appropriate conditions and procedural arrangements in duly substantiated cases of urgency in conformity with the European Convention for the Protection of Human Rights and Fundamental Freedoms. The right to an effective and timely judicial review shall be guaranteed.

4 commenti »

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  1. […] By admin at 18 Maggio, 2010, 8:44 am // Invito a leggere la sintesi di Marco: Una proposta correttiva per il Codice di autodisciplina di Internet « L’angolo di Pierani. […]

  2. non se ne può più di questi attacchi alla rete! stanno diventando come Goebbels e il suo ministaro per la propaganda!

  3. […] By admin at 19 Maggio, 2010, 10:10 pm // Invito a leggere la sintesi di Marco: Una proposta correttiva per il Codice di autodisciplina di Internet « L’angolo di Pierani. […]

  4. […] giorno fa nel commentare la bozza di Codice di autodisciplina di Internet Romani/Marioni ricordavo, citando in questo Marco Scialdone, come Facebook abbia già oggi nelle sue condizioni […]


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