Liquidi Veloci Mobili … mica tanto

ottobre 6, 2009 alle 11:07 PM | Pubblicato su CONSUMATORI, DIRITTO, INTERNET, PROPRIET INTELLETTUALE, TELECOMUNICAZIONI, TV | 3 commenti
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liquidi velociOggi non sono riuscito, come ieri a Pisa ,  a postare in diretta su FB quanto avveniva al convegno al Cinema Adriano a Roma dove si teneva l’evento Liquidi Veloci Mobili: Contenuti Digitali e Risorse della Conoscenza organizzato dalla Fondazione Luca Barbareschi, non c’era connessione Wifi e anche le chiavette non prendevano, ciononostante siamo stati allietati dalla visione di filmati in 3 D che hanno inframmezzato il corso del convegno. Di seguito i miei  appunti sparsi.

Liquidi, veloci, mobili … beh … a dare inizio ai lavori è il Ministro Bondi parla con orgoglio del reintegro dei fondi del FUS (Fondo Unico per lo spettacolo), 60 milioni. Bisogna non solo rivendicare ulteriori risorse ma fare anche quelle riforme lungamente attese nel Paese che danno la forza in più pre rivendicarle. Porterà al Consiglio dei Ministri nelle prossime settimane la riforma delle fondazioni lirico sinfoniche. Al Senato c’è intanto la riforma del Cinema, alla Camera la riforma dello spettacolo … – lo sapevo è fuori tema, non mi stupisce, d’altra parte il Governo non ha una vera politica su Internet, i contenuti digitali, la Rete …

…. Che cosa dobbiamo ancora vedere prima di capire che la tv dovrebbe essere capace di informare e formare il cittadino, questo deve fare – sembra avviato su una polemica tutta politica ma Barbareschi lo stoppa: ma non possiamo tirarci fuori, sulla governance della RAI c’è la responsabilità della poltica (apprezzabile)

Prende la parola Barbareschiil padrone di casa – vuole che da questo convegno vengano fuori proposte concrete, l’unica che non c’è sta mattina è la Rai, qual’è la visione della RAI sui contenuti digitali ? è strano che non siano qui, non possiamo pensare a un futuro dei contenuti multimediali senza capire che ruolo giocherà la Rai …

Barbareschi è appena tornato dagli Emirati Arabi … saranno gli aggregatori come Google, come Facebook a raccogliere la pubblicità  e allora se noi non ci muoviamo e facciamo una vera rivoluzione copernicana rischiamo grosso, voglio uscire da qui non con le chiacchiere ma con proposte concrete (e due), Dada è un esempio. Il governo ci deve dare leggi in modo che noi possiamo operare. Facebook pericolosissimo …

Flavia Barca – Fondazione Rosselli, proietta slides 5 fattori: informatizzazione e digital divide – domanda strutturalmente bassa – disponibilità a pagare ? – mercato pubblicitario ancora telecentrico – il prodotto italiano fa difficoltà a varcare i confini. Internet da minaccia a opportunità, come raggiungere l’utente finale ? Quale modello di business ? – molte domande, ma mi sembra, poche risposte

Paolo Ferrari ANICA, Il problema è la pirateria, per quanto riguarda la qualità non siamo secondi a nessuno – eccoci ci risiamo ! – Lamenta che il governo non ha fatto un granchè, il prezzo dei contenuti cala continuamente, le tv non riconocono più il valore ai contenuti, pagano poco e gli unici che riconoscono i nostri contenuti sono i pirati – mah ROTFL ! – lamenta di nuovo che il governo non ha fatto nulla sulla pirateria, interviene Barbareschi: però basta chiedere aiuti al governo ssenza pensare a nuovi modelli di business, continuaimao a difendere prodotti audiovisi che poi non rientrano negli investiumenti, non è il caso si pensare che i cinema stanno chiudendo ? continuaimao ad arroccarci su filere distributive obsolete .. – bravo !

Davide Rossi – UNIVIDEO scoprire l’amercia non basta a fare il rinascimento, tutti i rivoluzionari sono rivoluzionari finchè non entrano nella stanza dei bottoni – il riferimento penso sia a Google, avendolo sentito anche ieri a Pisa – non esiste quel popolo della Rete così compatto come si vuole descrivere, il popolo della Rete non esiste affatto, metà degli italiani ritiene che Internet non gli serve, ok all’ebanking ai servizi di e-health etc etc ma non a contenuti gratis, il nostro settore ha fatto evoluzioni dalla cassetta al dvd – sic !!!!! – adesso abbiamo il blu ray, tra l’altro anche un operatore online adesso può essere nostro socio ! La gente percepisce Internet come strumento low cost o no cost non c’è nulla da fare …

Barbareschi ribatte con la storia degli acquaioli e gli acquedotti, la creazione degli acquedotti mette fuori gioco gli acquaioli, non servono più – come dire, ora che ci sono le “autostrade digitali” bisognerebbe immettere lì contenuti – Davide Rossi ribatte con la floridità dell’industria delle acque minerali, finchè ci saranno bottigliette di Ferrarelle in giro, che ha tuttora un mercato e fa grande pubblicità, anche i dvd  …

Beretta – Eutelsat risponde a Rossi che aveva detto che bisogna preoccuparsi di quelle aziende che fanno molto fatturato con pochissimi dipendenti, lui allora deve preoccuparsi, fa un sacco di fatturato e non ha molti dipendenti: 610

Il satellite può essere un complemento di quella rete terrestre che può andare a svilupparsi

Giubitosi bisogna distinguere tra fisso e mobile, il mobile ok. L’unico progresso sulla banda larga è la convegnistica, non c’è un piano del governo!. Ritorna sugli acquaioli e acquedotti esprimendo posizione forti e rivolte al futuro.

Stella – Telecom Italia – occorre avvicinare la gente alle tecnologie, a Internet attraverso la tv, questo abbassa le barriere e fa avvicinare a Internet tutta quella popolazione che ora è lontana dalla Rete

Novari Tutti con Internet hanno parlato di rivoluzione, ma la vera rivoluzione è arrivata con il web 2.0 Il problema non è tanto il downlink ma down e up perchè oggi chi costruisce contenuti sono gli utilizzatori, si tratta di una nuova economia molto più “democratica” che trasferisce più valore agli utenti. Lui è nato lepre, provoca e poi scappa ! ecco le provocazioni:

1 chi pensa di bloccare il p2p attraverso meccanismi di blocco è un pazzo

2 dobbiamo affrontare il problema dell’ideologia della gratuità

3 Griffin: gli Internet provider come sostituti di imposta – idea della tassa sull’adsl

4 il problema grosso di questo Paese è disarmare le lobby

5 il problema di Internet è che non c’è un sistema di billing embedded per pagare su Internet ci sono modalità assurde, si potrebbe andare avanti ma la lobby delle banche s’è messa di mezzo

6 elimiare le finsetre

Lesina – AT &T – 3 screen strategy: tv – high speed internet – wireless. L’idea di tassare i consumatori no, i consumatori debbono pagare quello che vedono. L’operatore di tlc deve poter gestire la sua rete – e non a caso AT&T è stata tra i le più tenaci a favore lobby a Bruxelles per evitare regole rigide sulla net neutrality

Calabrò mai come oggi i contenuti sono elemento chiave nel sistema delle omunicazioni, content is king. La Rai è in posizione di stallo. Rischio di un ritorno di pubblici passivi nell’era del digitale e dell’interattività ! Quale tutela per il diritto d’autore online ? dilemma digitale: trovare giusto bilanciamento tra diffusione e tutela della proprietà intellettuale. Non si riesce a trovare strumenti tecnici. Cita discussione sul telecom Package e HADOPI, e che c’è un partito pirata al parlamento europeo, aggregatori Internet. Il potenziale dell’archivio Rai è immenso ..

Ultrabanda è stato precursore come Giovanni Battista, ora viene invocata anche da altri però bisogna metterci anche i soldi, non vuole passare il cerino al suo successore – mancano ancora oltre due anni – senza avere portato in porto la cosa, che poi finisce sulla croce come il successore di Giovanni Battista. Vuole una Rete di nuova generazione in fibra. Web 3.0 !!

Realtà reale e virtuale sono sempre più intersecate, l’Agcom guarda a questa evoluzione con grande attenzione e da una prospettiva privilegiata – c’è da chiedersi se si tratti di realtà virtuale 😉 -. L’immaginazione è più importante della conoscenza, nel lungo periodo è la cultura che definisce il futuro di un Paese.

Gina Neri sistema che sta andando in deriva a causa degli aggregtori Internet, un minimo di riflessione su dove vogliamo andare va fatto. Ci sono modelli di business che depredano. Ce l’ha con Google e cita anche il fatto che loro (Mediaset) hanno mosso una causa a Youtube

Pelliccioli distingue tra pirateria e modello di business. Il modello di business corrente ha distrutto la profittabilità delle case discografiche. Bisogna abbassare i prezzi. Non è distruzione di valore ma trasferimento di valore dal business ai consumatori, per l’azienda è una opportunità, va colta

Caterina Caselli dice di essetre timida … stanno pagando un prezzo esagerato all’affermazione della società dell’informazione, chiunque usufruisce di contenuti protetti deve pagare il giusto non troppo, non poco, il giusto. Hadopi, copia privata non è un diritto ma una concessione , Pirate Bay

Sparata incredibile sulla pirateria …

Pierluigi Celli  Per produrre le idee servono contesti liberi, se non nascono le idee non andiamo da nessuna parte. Bisogna puntare sulle idee sul pensiero e sulla creatività, al resto ci sarà qualcun altro che ci pensa, le tecnologie le reti etc etc noi ci poniamo questi problemi ma i nostri figli non lo faranno più

Ambrogetti rapporto tra tv e Internet

Cosa ho detto io ? ho parlato di disruptive technology. La tecnologia abilita e rende di fatto obsoleti una serie di modelli di business ma apre incredibili nuove opportunità. Questo grazie a Internet ma soprattutto al web 2.0 – ha ragione Novari – Attenzione, non è disinternediazione ma reintermediazione. Cosa può fare l’industria? difendere le proprie posizioni di rendita o aprirsi al futuro. Cosa può fare la politica? Accompagnare e stimolare l’industria verso il futuro o proteggerla nel business del passato. La chiusura iniziale può essere comprensibile, ma insistere ancora oggi diventa preoccupante. Certo se ci si apre al futuro non sono rose e fiori per tutti e quindi bisogna mettere in campo risorse per l’impatto sociale del cambiamento. Purtroppo invece continuiamo a menarcela sulla pirateria … Rispetto a quanto si è detto oggi quindi: Liquidi veloci, mobili, contenuti digitali … mica tanto !

Con Novari non sono invece d’accordo sull’equo compenso sulle adsl. Ho toccato altri punti nel poco tempo a disposizione, comunque Raffaele Barberio che ringrazio ha detto che metterà a disposizione i video di tutti gli interventi. Ho chiuso dicendo che stiamo mettendo a rischio anche un’altra cosa, il principio di effettività del diritto, questo promuovendo leggi che non corrispondono più al sentire di gran parte dei cittadini … Segnalo che Enzo Mazza alla fine mi ha dato due volte ragione, non so se è un titolo di merito 😉

Internet Governance Forum: appunti sparsi sulla sessione “sicurezza e libertà d’espressione, quale equilibrio ?”

ottobre 5, 2009 alle 10:07 PM | Pubblicato su DIRITTO, INTERNET | 1 commento
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igf09cPartito all’alba con la Freccia della Versilia – ehm … si fa per dire: 5 ore e 25 minuti da Bergamo a Pisa, però bei paesaggi da vedere – oggi ho dedicato tutta la giornata all’Internet Governance Forum

Questi i miei appunti già postati su FB sui passaggi che ho ritenuto più salienti della sessione “sicurezza e libertà d’espressione, quale equilibrio ?”:

Guido  da inizio alle danze e, dopo aver fatto la storia dell’emendamento D’Alia – anche se D’Alia non c’è – passa al ddl Alfano, al ddl Lussana, per finire con il ddl Pecorella … tutti riassunti così in pochi minuti fanno un certo effetto (peraltro s’è dimenticato il ddl Barbareschi e il ddl Carlucci)

D’Alia non c’è ma viene letto un suo documento scritto … si parte dal telegrafo …

Si da ora lettura all’autoapologia dell’emedamento D’Alia … è surreale, ma che fa insiste ? peccato che non sia qui

…. coloro che usano la Rete Internet come zona franca … eddaje ..

In sala c’è Vimercati e Guido lo saluta ricordando anche il suo ddl o meglio suo e di Vita, ecco almeno un ddl apprezzabile, sebbene, purtroppo, non verrà mai approvato

Un passo in avanti, Pancini (Google) prende la parola e non parte dal telegrafo ma dall’esperienza di Yahoo! ed Ebay

Pancini ricorda il caso Yahoo! e il blocco imposto dal tribunale francese alle aste con memorabilia naziste, sembra passato un secolo, non lo ricordavo neanche più, è un caso molto importante però: bravo Pancini

Pancini: Internet come luogo sul quale non si può esercitare controllo, questo è il problema per molti, bravo Marco !

Pancini va a chiudere, qualche proposta finale, il framework posto dalla direttiva sul commercio elettronico configura ancora oggi il giusto bilanciamento

Guido cita Natalino Irti: il legislatore dovrebbe produrre regole certe – aihmè questo non è il caso attualmente nel settore della società dell’informazione

Guido: Facebook troppo spesso ultimamente si arroga il diritto di decidere cosa è lecito e cosa no pubblicare su FB, questo fa molta paura

Paolo Nuti: è un equivoco colossale che si possa sequestrare un sito tramite filtraggio della Rete … il filtraggio funziona invece quando l’utente filtrato desidera essere filtrato, ecco perchè nella fattispecie della pedofilia funziona, mentre non funziona certo per Pirate Bay

Nuti: Il blocco è una forma di censura, non una forma di sequestro, questo non è chiaro al legislatore

Conclusioni di Nuti: ogni forma di censura fallisce su Internet, bisogna invece arrivare ad accordi internazionali per fare cose concrete e mirate, ma rispettosi della libertà di informazione

Baldassarra: la prima censura della Rete venne operata con la finanziaria del 2005 attraverso la black list di siti di scommesse

Baldassarra: Diciamolo molto chiaramente: non è possibile filtrare la Rete, questo by design, perchè chi l’ha progettata l’ha protetta da questi interventi – bravo !

Baldassarra: Tutto quello di cui stiamo parlando oggi è basato su un banale errore: noi providers abbiamo avvallato

Interviene Nuti: no noi non abbiamo avvallato, abbiamo dovuto giocare di rimessa … interventi dal pubblico, la discussione si riscalda

Baldassarra: sbeffeggia le assurdità della decisione del Tribunale di Bergamo su PirateBay… da morire …

Baldassarra: si stanno proteggendo posizioni di rendita del passato: bravo !

Baldassarra spettacolare cita il caso del pdl Carlucci scritto in realtà da Davide Rossi … che è in sala e alza la mano !!!

Microfono a Palmieri, annuncia 17 slides, l’ultima ce la fa vedere solo se reagiamo in un determinato modo – simpatico !

Palmieri vuole fare una discussione, non un dibattito come a Porta a Porta dove poi nessuno cambia idea, Palmieri ha un’ottima retorica, non c’è dubbio e sa quali punti andare a toccare, vediamo dove vuole andare a parare

Slide di Palmieri: Internet non è un luogo a parte, non è utopia e, più sotto, in piccolo: non è nemmeno il luogo dove finalmente si realizza il 68

Palmieri: il “Popolo della Rete” non esiste

Palmieri: anche in Internet valgono le leggi che guidano il vivere civile (libertà d’espressione sì, diritto all’insulto no)

click mi si è scaricata la batteria … 

… e da qui in poi non ho più appunti, ricordo solo che nel suo intervento Busetto, Confindustria Servizi Innovativi riferisce che è assurdo che si possano meglio trovare contenuti sul p2p che con offerte legali, ma come lo dovevo dire io 😉 e che nel mio breve intervento ho contestato il titolo della sezione: quale bilanciamento? qui si debbono facilitare le opportunità che apre la Rete in termini sociali ma anche economici, basta a guardare al futuro con glio occhi del passato, basta a difendere posizioni di rendita, basta ad avere paura di Internet solo perchè non si può controllare (come la tv) …. ho poi chiesto all’On.le Palmieri qual’è la posizione della maggioranza e del governo sulle negoziazioni in corso a Bruxelles sul Telecom Package, non ha avuto modo di rispondermi, magari se passa di qui e ci lascia due righe …

Diritto di Rete in tour

ottobre 2, 2009 alle 6:58 PM | Pubblicato su CONSUMATORI, DIRITTO, INTERNET, PROPRIET INTELLETTUALE, TELECOMUNICAZIONI, TV | 5 commenti
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diritto di reteLa prossima settima avrò occasione di esprimere il punto di vista dei consumatori in rappresentanza di Altroconsumo in tre conferenze dedicate alla Rete, alla libertà di espressione, ai contenuti digitali, ma anche al diritto d’autore, alle telecomunicazioni e, più in generale, all’innovazione di cui c’è così tanto bisogno nel nostro Paese.

Si parte lunedì 5 con l’importante appuntamento dell’ Internet Governance Forum a Pisa,  dove intervengo in questo panel Sicurezza e libertà di espressione: quale equilibrio ? presieduto dall’amico Guido

Martedì 6 poi proseguo per Roma, Luca Barbareschi mi ha chiesto, infatti, di rappresentare la voce dei consumatori a questo convegno organizzato dalla sua fondazione “Liquidi, veloci, mobili: contenuti digitali e risorse per la conoscenza”. Intervengo nel panel finale I nuovi contenuti che corrono in rete prima delle conclusioni affidate al Presidente dell’AGCOM Corrado Calabrò e al Presidente della Camera Gianfranco Fini. Soprattutto al primo avrei tante domande da porre ma anche per il secondo ne avrei qualcuna, chissà che non riesca a cogliere l’occasione.

Infine, giovedì 8, sempre a Roma gli amici Carmelo ed Elio mi hanno chiesto di parlare all’8° Convegno Nazionale sul Diritto Amministrativo Elettronico  è sempre un onore per me essere lì, quest’anno intervengo nella sessione Diritto di accesso alla Rete: Banda larga, net neutrality, servizi on line: il ruolo della PA, moderata da Luca Conti.

Sarà un pò come portare in tour i temi che stiamo approfondendo e le battaglie che stiamo affrontando quest’anno nell’ambito della Campagna Diritto di Rete spero di avere modo di confrontarmi serenamente ed in senso costruttivo con politici ed operatori del settore, se nel frattempo avete suggerimenti o volete che mi faccia portavoce di alcune istanze specifiche fatemi sapere, vi leggo con piacere.

Cercherò anche di fare anche un pò di liveblogging qui su Twitter, su Facebook e su Friendfeed.

PS: dimenticavo, invece mercoledì 7 vado a giocare a rugby a Piacenza, ma questa è un’altra storia, speriamo che il 5 il 6 e l’8 non ce ne sia bisogno 😉

Telecom Package: persa la Net Neutrality salviamo almeno l’emendamento 138

settembre 30, 2009 alle 6:05 PM | Pubblicato su CONSUMATORI, DIRITTO, INTERNET, PROPRIET INTELLETTUALE, TELECOMUNICAZIONI | 1 commento
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BlackoutTPRingrazio Scambio Etico per il commento al mio ultimo post sulla Neutralità della Rete e l’update, purtroppo negativo, circa i lavori del Comitato di Conciliazione. Ne parla anche Stefano oggi

Le cose si stanno effettivamente mettendo malino sul Telecom Package, nonostante la mobilitazione di molte associazioni  con le quali anche Altroconsumo aveva condiviso recentemente questa lettera inviata ai parlamentari europei non ci sarà spazio per ritoccare in meglio quanto già approvato in seconda lettura per quanto riguarda il tema cruciale della Net Neutrality.

Per chi non fosse pratico dei complessi iter comunitari di produzione normativa, la procedura di codecisione e il cosiddetto comitato di conciliazione intervengono in caso di disaccordo tra Consiglio e Parlamento in seguito alla seconda lettura di una proposta, al fine di concordare un testo accettabile per le due parti.

Ebbene, quello che si è deciso l’altra sera e che indubbiamente getta un’ombra alquanto negativa sui lavori del Comitato che prenderanno parte nelle prossime 8 settimane è che oggetto del tentativo di conciliazione sarà solo ed esclusivamente il già tanto dibattuto emendamento 138.

Per due volte, in prima e in seconda lettura, il Parlamento europeo a larghissima maggioranza ha ribadito che non è possibile introdurre forme di sanzione che prevedano la disconnessione da Internet per i navigatori sospettati di aver scaricato file protetti da diritto d’autore, senza l’intervento di un giudice, bocciando così indirettamente anche la Hadopi, legge fortemente sostenuta in Francia dal Presidente Sarkozy, censurata dalla Corte Costituzionale francese e poi modificata, e alla quale ha dato modo a tratti di volersi ispirare anche il nostro governo.

Ora, se dopo quanto da più parti auspicato circa la Net Neutrality il Telecom Package perdesse anche il richiamo al fatto che nessuna restrizione può essere imposta ai diritti fondamentali dei cittadini senza l’intervento di un giudice come prescrive l’emendamento 138, ci sarebbe seriamente da chiedersi se sia giusto salvare nel suo complesso questo importante pacchetto di direttive che, sotto altri aspetti e per altri versi, contiene anche l’introduzione di norme auspicabili, soprattutto per noi italiani.

Net Neutrality: ecco le “regole” della FCC per preservare una Rete Internet libera e aperta

settembre 21, 2009 alle 6:52 PM | Pubblicato su CONSUMATORI, DIRITTO, INTERNET | Lascia un commento
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jgCome preannunciato, Julius Genachowski, il Presidente della Federal Communications Commission FCC ha illustrato le nuove “regole” per salvaguardare la Net Neutrality.
Trovate qui l’intero discorso pronunciato oggi presso il Brookings Institution di Washington.
Questo blog si è già occupato della Neutralità della Rete a seguito del molto discusso annuncio di Vodafone e, poi, presentando la lettera condivisa da Altroconsumo e molte altre associazioni ai parlamentari europei.
Sapete dunque come la penso, ritengo le questioni che si stanno affrontando oggi molto importanti per il futuro della Rete e non solo, quanto annunciato e dichiarato dalla FCC andrà quindi soppesato e valutato con attenzione anche perchè avrà indubbiamente un’influenza notevole sul Telecom Package in discussione in Europa e, di conseguenza, anche in Italia.
Spero che anche nel nostro Paese si possa ora finalmente aprire un dibattito serio, maturo e costruttivo, stiamo parlando del nostro futuro e, soprattutto, di quello dei nostri figli.

Altroconsumo for Net Neutrality in Europe

settembre 17, 2009 alle 10:27 PM | Pubblicato su CONSUMATORI, DIRITTO, INTERNET | 6 commenti
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AllBitsAreCreatedEqual_01Ritorno sulla Neutralità della Rete perchè Altroconsumo insieme a molte altre associazioni di tutta Europa hanno condiviso nella lettera che trovate qui sotto le loro preoccupazioni chiedendo ai parlamentari europei di impegnarsi a garantire una Rete libera, aperta e innovativa e salvaguardare le libertà fondamentali dei cittadini europei.

Sul sito di La Quadrature du Net c’è un form attraverso il quale ogni organizzazione può aggiungere la sua sigla a quella dei primi firmatari a supporto dell’iniziativa, vista l’imminente discussione sul Telecom Package direi che ne vale proprio la pena

We Must Protect Net Neutrality in Europe!
Open letter to the European Parliament
Net neutrality has been an indispensable catalyst of competition, innovation, and fundamental freedoms in the digital environment. A neutral Internet ensures that users face no conditions limiting access to applications and services. Likewise, it rules out any discrimination against the source, destination or actual content of the information transmitted over the network.

Thanks to this principle, our society collectively built the Internet as we know it today. Except in some authoritarian regimes, everyone around the globe has access to the same Internet, and even the smallest entrepreneurs are on equal footing with the leading global enterprises. Moreover, Net neutrality stimulates the virtuous circle of a development model based on the growth of a common communication network that enables new uses and tools, as opposed to one relying on investments in filtering and controlling. Only under such conditions is Internet continuously improving our societies, enhancing freedom — including the freedom of expression and communication — and allowing for more efficient and creative markets.

However, Net neutrality is now under the threat of telecom operators and content industries that see business opportunities in discriminating, filtering or prioritizing information flowing through the network. All around Europe, these kind of discriminatory practices, detrimental to both consumers and innovation, are emerging. No court or regulator seems to have adequate tools to counter these behaviors and preserve the general interest. Some provisions introduced in the Telecoms Package could even encourage such practices.

We who have signed this open letter urge the European Parliament to protect the freedom to receive and distribute content, and to use services and applications without interference from private actors. We call on the Members of the Parliament to take decisive action during the ongoing negotiation of the Telecoms Package in order to guarantee a free, open and innovative Internet, and to safeguard the fundamental freedoms of European citizens.

Chi t’ha dato la licenza ?

settembre 9, 2009 alle 8:11 am | Pubblicato su CONSUMATORI, DIRITTO, INTERNET, PROPRIET INTELLETTUALE | 4 commenti
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musica onlineAlessandro su repubblica.it ci racconta di come a solo un mese dal suo lancio il sito di streaming musicale di Telecom Italia Next Music  abbia chiuso improvvisamente i battenti probabilmente per un problema di carenza di diritti sui titoli messi a disposizione degli utenti.

Nel caso specifico ovviamente bisognerà fare maggiore chiarezza su come siano effettivamente andate le cose prima di poter esprimere un parere definitivo ma, più in generale, circa la difficoltà di avviare nel nostro Paese servizi innovativi di questo tipo o, a maggior ragione, che comprendano il vero e proprio download, non posso che concordare con Guido che, ricordando anche il caso Spotify, leggere qui per deprimersi, parla per l’appunto della sensazione di essere Figli di un Paese minore

Quale che siano le ragioni all’origine della storia è difficile accettare l’idea che nel nostro Paese le dinamiche di circolazione dei diritti d’autore in ambito telematico abbiano raggiunto un livello di complessità tale da indurre o, comunque, far ritrovare un gigante come Telecom a comportarsi da pirata nel senso deteriore del termine. E’ una conclusione sulla quale credo sia urgente una riflessione multistakeholders e al riparo dai soliti estremismi che, sin qui, hanno caratterizzato ogni discussione sul rapporto tra contenuti audiovisivi e web.

Aggiungo solo questo per ora: sono di ritorno da una riunione presso la Commissione europea dedicata proprio alla deleteria complessità del sistema di licenze per la distribuzione online della musica, ebbene durante la riunione, per altri aspetti purtroppo ancora interlocutoria e non certo risolutiva delle tante questioni aperte, mi ha colpito una dichiarazione molto netta che suonava più o meno così: “Piracy is indeed a problem but I think and we have to admit that for a large part piracy came from the too much complex and bureaucratic system of licensing that undermined until now the legal distribution of music online” – per i non anglofoni e in maiuscolo: LA PIRATERIA E’ IN EFFETTI UN PROBLEMA MA RITENGO E DOBBIAMO AMMETTERE CHE PER LARGA PARTE LA PIRATERIA E’ DERIVATA DAL SISTEMA TROPPO COMPLESSO E BUROCRATICO DI LICENZE CHE HA INFICIATO FINORA LA DISTRIBUZIONE LEGALE DELLA MUSICA ONLINE.

La notizia è che questa frase non l’ho detta io, nè un altro rappresentante dei consumatori ma un alto rappresentante di una major discografica !!!! Forse che la riflessione multistakeholders auspicata da Guido stia prendendo le prime mosse ? … Perlomeno in Europa

TV vs Internet: ci fai o ci sei ? un pò ci fai … un pò ci sei

settembre 3, 2009 alle 10:22 am | Pubblicato su - TV vs Internet: ci fai o ci sei ? un pò ci fai ... un pò ci sei, INTERNET, TV | 8 commenti
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Tv vs InternetE’ successo ancora, ieri sera nella puntata di Matrix dedicata ai social network. Come in molti altri casi prima, sia chiaro, non solo sui canali Mediaset ma anche in RAI, si è scaduti in beceri luoghi comuni con sottofondo di tecnofobia dirompente e ospiti a dir poco inpreparati ad affrontare seriamente i grandi temi epocali che pone la Rete in termini sociali, giuridici e anche di business. Perchè, sì si parlava in maniera molto raffazzonata di Facebook e Twitter ma alla fine era Internet che risultava demonizzata nel suo tutto senza fare alcuna distinzione tra il mezzo e i contenuti, senza neanche provare minimamente ad interrogarsi sulle potenzialità (e anche sui pericoli, per carità, gli effetti della disruptive technology hanno i loro lati negativi) di uno strumento che sta comunque cambiando il mondo.

Quello che mi chiedo, anche e soprattutto alla luce dei dati incontrovertibili sulla crisi emergente della pubblicità in tv è se in casi come questi si tratti di sciatteria o se vi sia dietro una volontà precisa, non che tra le due alternative saprei scegliere quale sia la meno inquietante, ma certo varrebbe la pena di capire come stanno le cose.

Di fronte a situazioni molto simili a queste di evidente ma anche palesemente ostentata ignoranza un mio mitico e compianto professore di greco del liceo cadeva spesso in una sorta di dubbio amletico e poteva continuare a chiedersi per minuti, davanti alla classe attonita: “ci fai o ci sei ? … – e poi si rispondeva da solo – secondo me un pò ci fai un pò ci sei“. Ora, da ieri sera, lo capisco molto di più, perchè il medesimo dubbio inestricabile mi ha attanagliato tutta la notte: questi ci fanno o ci sono ? O, per spiegarmi meglio: sono stati messi insieme ospiti prevalentemente impreparati sulla materia in modo che venisse fuori questa sorta di becera e volgare demonizzazione di Internet ? Oppure non c’è stata alcuna intenzionalità nella cosa ? Insomma: ci fai o ci sei? un pò ci fai un pò ci sei … ah quanto ti capisco ora Prof !

E voi cosa ne pensate ?

Aste online al ribasso: domani faccio una telefonatina all’Antitrust

settembre 1, 2009 alle 9:53 PM | Pubblicato su CONSUMATORI, DIRITTO, INTERNET | 11 commenti
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aste al ribassoIeri Katia Ancona è tornata sulla questione mai risolta della qualificazione giuridica e della legittimità o meno delle aste online al ribasso qui su Kata Web  

Si moltiplicano i siti che offrono prodotti costosi a pochi centesimi. C’è chi solleva dubbi sulla legalità di questi sistemi ma il problema principale è costituito dalla difficoltà di classificazione: si tratta di giochi di abilità, di azzardo, di lotterie o di vere e proprie aste? Ma soprattutto, si vince davvero?

Nel bell’articolo si snocciolano con dovizia di particolari gli aspetti controversi di queste fattispecie IMHO, diciamolo subito, di giochi d’azzardo o lotterie  che stanno facendo un grosso successo sul web e, oltre a riportare i pareri di Guido e Nicola correttamente in conclusione si da conto di come Altroconsumo già nel gennaio 2008 avesse inviato un esposto all’Antitrust per pratiche commerciali scorrette rispetto ad una (anzi due, Bidplaza e poi Youbid) delle prime aste online al ribasso apparse sul web italiano, al tempo non c’era stata ancora quella proliferazione descritta nell’articolo.
 
L’esposto era corposo e molto ben argomentato, beninteso non tanto per merito mio ma di Antonia una brava giurista che faceva uno stage in Altroconsumo in quel periodo e che mi aveva aiutato a stenderlo, è lungo e non sto qui a riportarlo, ma una sintesi la trovate qui
 
Ho già avuto modo di scrivere in un altro post  che la disciplina delle pratiche commerciali scorrette ha già dimostrato di poter dare ottimi risultati per quanto riguarda la tutela del consumatore e di come l’Antitrust abbia dato sinora una applicazione esemplare a questa nuova normativa. Ebbene, questo è, invece, uno di quei pochi casi dove non è andata così, a distanza di più di un anno e mezzo non si hanno risposte , domani faccio una telefonatina all’Antitrust …

Ancora su Google e Antitrust: chi mi leva quello strano retrogusto?

agosto 31, 2009 alle 4:52 PM | Pubblicato su - Quello strano retrogusto, CONSUMATORI, DIRITTO, INTERNET | 19 commenti
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gTorno sulla questione Google News e istruttoria Antitrust perchè, dai commenti ricevuti, mi sono accorto di aver dato per scontato alcuni passaggi: che Google abbia portato incredibile innovazione in Internet e trasferito valore agli utenti è fuori di dubbio, che gli editori tradizionali (rappresentati in questo caso dalla FIEG), così come, mutatis mutandis, le major dell’audiovisivo, le collective societies e le reti televisive scontino invece carenza di innovazione e che stiano combattendo in varie forme una lotta di retroguardia a tutela protezionistica di modelli di business ormai obsoleti e di una catena del valore da rivedere completamente è altrettanto evidente a tutti.

Quanto riporta oggi in un interessante post Luca De Biase circa l’intervento in quel di Vedrò di Gian Arturo Ferrari, Direttore Generale della divisione libri della Mondadori è una conferma e va letto in questa stessa linea. Quando, anche nel settore librario, gli editori invece di cercare di trovare nuove forme per continuare a trasferire valore al pubblico nel nuovo contesto tecnologico parlano, infatti, di “variabile impazzita di internet. Un’ideologia dell’uguaglianza, del peer-to-peer, inconsapevole che non tiene conto dell’economia che sta dietro i libri e che tende semplicemente a diffondere libri senza pagamento”, i commenti vanno da sè.

D’altra parte, quello che stiamo vivendo è un momento di passaggio epocale per quanto concerne l’intero mercato dei mass media in primis perchè il meccanismo di sostenibilità economica del sistema basato sulla pubblicità “tradizionale” da segni evidenti di crisi e i nuovi modelli di pubblicità online non sono ancora in grado di fornire la stessa affidabilità dal punto di vista dei ritorni economici.

I nuovi strumenti si stanno tuttavia affinando e allora IMHO è proprio in questo preciso momento che chi ha a cuore la salvaguardia degli interessi generali dovrebbe cercare di guardare anche un pò oltre le diatribe dell’oggi tra dinosauri in via di estinsione e nuove specie che sembrano invece coincidere in toto con la loro azione, la loro innovazione e la loro rispondenza agli interessi e alle esigenze degli utenti per focalizzare invece la propria attenzione sugli scenari in divenire (e già in parte attuali) che vanno a delinearsi.

Perchè, è vero che, come spiegano, sotto diversi punti di vista, Stefano e Guido l’istruttoria Antitrust contro Google probabilmente non porterà a nulla ma a me rimane ancora quello strano retrogusto per il quale non sento di trovarmi completamente a mio agio in uno scenario dove, una volta passata la nottata, ci troveremo ad avere un soggetto già ampiamente dominante sul mercato dei motori di ricerca che, oltre a non dover rendere conto a nessuno sui propri algoritmi, maneggerà, al di fuori di ogni controllo, gli strumenti intrusivi del targeting advertising.

Insomma, magari mi sbaglio, ma c’è qualcuno che mi leva questo retrogusto? Stiamo pur sempre parlando di un presupposto fondamentale della libertà di informazione diamine, e cioè di come ci sarà presentato il mondo attraverso occhi che non sono i nostri, in un regime di concorrenza precario e quindi senza grande possibilità di scelta nè di controllo pubblico o diffuso, vogliamo parlarne ?

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