Class Action Trenord: Altroconsumo chiama a raccolta i pendolari, più siamo più contiamo!

Maggio 27, 2014 alle 10:38 am | Pubblicato su CONSUMATORI, DIRITTO | 1 commento
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FaccedaTrenordAltroconsumo ha già raccolto migliaia di preadesioni; circa 700mila i pendolari lombardi coinvolti nelle giornate di caos del dicembre 2012.

Con la pubblicazione oggi del messaggio di diffusione disposto dal giudice parte la raccolta formale delle adesioni alla class action di Altroconsumo contro Trenord. In corsa per il risarcimento migliaia di pendolari.

L’azione risarcitoria era stata ammessa dalla Corte d’Appello il 4 marzo 2014. L’ordinanza parla chiaro: migliaia di pendolari hanno diritto di agire collettivamente per essere risarciti per i disservizi gravissimi subiti per oltre dieci giorni nel dicembre 2012, quando il sistema di trasporto sui rotaie andò in tilt, con treni cancellati, corse dirottate, ritardi epocali a effetto valanga su utenti inermi.

I numeri di chi è stato coinvolto nel caos di un anno e mezzo fa sono impressionanti e dicono molto di ciò che successe allora: infatti i pendolari che hanno già preaderito all’iniziativa di Altroconsumo sono stati sino a oggi circa 17.000. Il numero totale dei pendolari in Lombardia che, in quanto tali, possono aderire alla class action promossa da Altroconsumo è di 700.000 utenti.

Continua a leggere qui il comunicato di Altroconsumo

Qui per aderire alla Class Action

 

IVA sulla TIA ora basta: Altroconsumo lancia 8 class actions

ottobre 23, 2012 alle 11:08 am | Pubblicato su CONSUMATORI, DIRITTO, POLITICA | Lascia un commento
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20121023-115122.jpgSe in una situazione di crisi economica lo Stato comincia a calpestare la certezza del diritto non rispettando esso stesso consapevolmente e per scelta le leggi a discapito degli interessi di coloro che – come i consumatori presi singolarmente – non possono essere in grado di farsi valere, significa che stiamo cominciando a scendere una china pericolosa.

Pagare le tasse, per quanto stiano diventando sempre più gravose, è doveroso. Ma, sia chiaro, solo quelle dovute. E’ invece assolutamente inaccettabile che venti milioni di cittadini siano stati costretti a pagare loro malgrado una tassa sulla tassa e che lo Stato continui a non voler restituire tutti i soldi indebitamente incassati per anni.

E’ per questo motivo che Altroconsumo mette in campo un’azione in primis a tutela dello Stato di diritto che, per la sua portata – almeno in Italia – non ha precedenti.

Due miliardi di euro: è la somma che deve essere rimborsata ai cittadini che hanno pagato l’Iva sulla Tariffa d’igiene ambientale, poiché l’imposta non era dovuta, come scritto dalla Corte Costituzionale nella sentenza del 2009.
La cifra non è un’ipotesi ma arriva direttamente dalla fonte più accreditata a fare i conti in tasca al Fisco: la direzione generale delle Finanze del ministero dell’Economia. Fonte che si affretta ad aggiungere, in un incontro coi rappresentanti di Altroconsumo: i soldi non li restituiremo, l’interesse generale sul rispetto del vincolo di bilancio deve prevalere sul seguire la legge.

Per l’associazione di consumatori la misura è colma, come testimoniato anche dalle 35.000 adesioni di cittadini alla petizione online promossa da Altroconsumo stessa. Continua a leggere qui il comunicato di Altroconsumo

Queste le otto società municipalizzate target delle class actions di Altroconsumo:

Municipalizzata Sede della società Bacino di riferimento
AMA Roma Roma Roma
HERA Spa Bologna Emilia Romagna
QUADRIFOGLIO Spa Firenze Toscana
IREN Spa Reggio Emilia Emilia
AAMPS Spa Livorno Livorno
TRENTA Spa Trento Trento/Rovereto
VERITAS Spa Venezia Veneto
CONTARINA Spa Treviso Veneto

Altroconsumo vs Intesa Sanpaolo: la class action s’ha da fare!

settembre 26, 2011 alle 4:14 PM | Pubblicato su CONSUMATORI, DIRITTO | Lascia un commento
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E’ una decisione importante quella della Corte d’Appello di Torino, maggiori info su Altroconsumo e di seguito
 

Class action Intesa San Paolo: via libera dal giudice

La Corte d’appello di Torino ha dichiarato ammissibile l’azione collettiva risarcitoria presentata da Altroconsumo contro Intesa Sanpaolo s.p.a. per le commissioni di scoperto di conto applicate ai correntisti in rosso dopo il 15 agosto 2009 (una class action è possibile in Italia solo per eventi successivi a questa data). Spese che Altroconsumo ritiene illegittime e quindi da restituire.

Spese non dovute
Quello che chiediamo è il risarcimento dei costi illeciti fatti pagare ai correntisti di Intesa Sanpaolo: si tratta di spese, come la “Commissione per scoperto di conto (Csc)”, fatte pagare dalla banca sui conti non affidati, vale a dire i conti ai quali, al momento dell’apertura, non è concesso un fido. Spese che sono state introdotta dalla banca in sostituzione delle commissioni di massimo scoperto abolite per legge nel 2009.
La Corte d’appello di Torino ha ritenuto che Altroconsumo rappresenti adeguatamente gli interessi dei correntisti e che la class action non possa essere bloccata sul nascere, come richiesto da Intesa Sanpaolo.
“E’ un risultato senza precedenti per i correntisti bancari coinvolti e per i consumatori più in generale, in un momento di grave sofferenza finanziaria del Paese e dell’intera area euro, e di discussione sulla credibilità del settore bancario”, ha dicharato Paolo Martinello, presidente di Altroconsumo. “La trasparenza e il rispetto delle regole sono criteri da applicare irrinunciabilmente alla priopria clientela e utenza. In mancanza, i diritti dei correntisti devono poter essere tutelati attraverso il nuovo strumento della class action, che per la prima volta in Italia viene ammesso nei confronti di un importante istituto bancario, per una vicenda che coinvolge migliaia di consumatori” – ha concluso Martinello.

Continuano le adesioni
Ora la palla torna al tribunale di Torino che dovrà decidere tempi e modalità di pubblicità dell’azione e di raccolta delle adesioni.
Nel frattempo, tutti i consumatori interessati, ovvero i correntisti di Intesa Sanpaolo che pur non avendo un fido sono andati in rosso e hanno subìto dopo il 15 agosto 2009 l’applicazione di voci di spesa come la “Commissione per scoperto di conto (CSC)”, possono compilare il form di pre-adesione alla class action.

Le altre class action
Otteniamo così il via libera alla prima delle tre class action in corso per ristabilire i diritti negati ai consumatori. Si attende ancora l’esito per le altre due richieste d’azione collettiva: quella sull’ipotesi di cartello nelle tariffe dei traghetti in viaggio per la Sardegna e quella sull’interruzione di servizio pubblico da parte della Rai nei confronti dei telespettatori paganti il canone di abbonamento.

Class Action: in 50.000 contro la RAI, entro breve il Tribunale di Roma dovrà decidere sull’ammissibilità dell’azione

luglio 15, 2011 alle 6:26 PM | Pubblicato su - Class Action vs RAI, CONSUMATORI, DIRITTO, TV | Lascia un commento
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Sì, siamo ora oltre 50.000 !!! Il grande supporto che abbiamo ricevuto rafforza la nostra azione collettiva e conferma la sua alta valenza civica, non ci meritiamo una tv di servizio pubblico finanziata con il canone che non rispetti i diritti primari dei cittadini ad un’informazione libera, plurale ed indipendente, è una questione di civiltà giuridica che va al di là e sta al di sopra del dibattito politico, è la nostra, la vostra battaglia!

Maggiori info per la preadesione qui sul sito di Altroconsumo.

Il 22 giugno scorso si è tenuta di fronte al Tribunale di Roma la prima udienza. Contestualmente la Rai ha depositato un ricorso cautelare contro Altroconsumo chiedendo al Giudice che ci venga sostanzialmente impedito in questa fase di promuovere l’azione e di darne adeguata informazione ai cittadini abbonati Rai, cosa che francamente ci sembra assurda. Alla successiva udienza dell’8 luglio si è finalmente tenuta la discussione davanti al Collegio e si attende ora la decisione sull’ammissibilità.

Colgo l’occasione per ribadire che solo quando il Giudice – come auspichiamo – dichiarerà l’azione ammissibile, Altroconsumo contatterà tutti coloro che hanno manifestato l’intenzione di aderire per raccogliere la documentazione necessaria a confermare formalmente la loro adesione alla Class Action.

Mentre la Rai continua con il vizietto della lesione della par condicio si avvicina la prima udienza della Class Action promossa da Altroconsumo: 1 giugno davanti al Tribunale di Roma

Maggio 24, 2011 alle 3:32 PM | Pubblicato su - Class Action vs RAI, CONSUMATORI, DIRITTO, TV | 4 commenti
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Ieri AGCOM ha di nuovo sanzionato la RAI per violazione della par condicio da parte di TG1 e Tg2, qui e di seguito i commenti di Altroconsumo:

Agcom multa TG1 e TG2. Class action contro RAI per violazione contratto servizio pubblico. 1 giugno prima udienza

TG1 e TG2 sanzionati da Agcom per lesione della par condicio, con gli interventi del Presidente del Consiglio venerdì scorso 20 maggio in prime time, dimostrano l’attualità e l’emergenza di intervenire affinché la RAI riprenda l’attività di servizio pubblico nel rispetto dei diritti costituzionali di tutti gli utenti a un’informazione obiettiva, imparziale ed equilibrata e degli impegni presi sottoscrivendo il contratto, appunto, di Servizio pubblico, per il quale si paga il canone.

Gli utenti ne sono consapevoli: oltre 27.500 cittadini hanno manifestato ad Altroconsumo la volontà di aderire alla class action attraverso il numero verde 800.131.889 o su www.altroconsumo.it/rai.

Il 1 giugno si terrà la prima udienza davanti al Tribunale di Roma. Con l’azione collettiva risarcitoria Altroconsumo chiede il risarcimento del danno, stimato sui 500 euro a testa, subito dagli utenti che pur pagando il canone non hanno potuto fruire di un’informazione obiettiva, imparziale e equilibrata.

La conferma formale all’adesione sarà necessaria successivamente alla verifica dell’ammissibilità dell’azione da parte del Tribunale.

La multa esemplare di 258.230 euro al TG1 è la misura massima prevista dalla legge, in quanto recidiva – il TG1 era infatti già stato sanzionato una decina di giorni fa per 100.000 euro, e fa il paio con la multa di 100.000 euro al TG2, entrambe per lesione dei regolamenti elettorali emanati dalla Commissione parlamentare di Vigilanza e dall’Agcom. Per lo stesso motivo sono stati sanzionate anche TG5, TG4 e Studio Aperto.

Vale la pena ribadirlo, si tratta di una azione intesa a tutelare un interesse generale, una questione di civiltà giuridica che va al di là e sta al di sopra del dibattito politico, non è questa la tv di servizio pubblico che ci meritiamo e ciò a prescindere dalla parte politica che ognuno di noi supporta, vota o promuove.

La RAI deve tornare a rispettare le sue obbligazioni nei confronti di tutti i cittadini. Più siamo più contiamo, continuate ad aderire alla Class Action di Altroconsumo

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