Liquidi Veloci Mobili … mica tanto

ottobre 6, 2009 alle 11:07 PM | Pubblicato su CONSUMATORI, DIRITTO, INTERNET, PROPRIET INTELLETTUALE, TELECOMUNICAZIONI, TV | 3 commenti
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liquidi velociOggi non sono riuscito, come ieri a Pisa ,  a postare in diretta su FB quanto avveniva al convegno al Cinema Adriano a Roma dove si teneva l’evento Liquidi Veloci Mobili: Contenuti Digitali e Risorse della Conoscenza organizzato dalla Fondazione Luca Barbareschi, non c’era connessione Wifi e anche le chiavette non prendevano, ciononostante siamo stati allietati dalla visione di filmati in 3 D che hanno inframmezzato il corso del convegno. Di seguito i miei  appunti sparsi.

Liquidi, veloci, mobili … beh … a dare inizio ai lavori è il Ministro Bondi parla con orgoglio del reintegro dei fondi del FUS (Fondo Unico per lo spettacolo), 60 milioni. Bisogna non solo rivendicare ulteriori risorse ma fare anche quelle riforme lungamente attese nel Paese che danno la forza in più pre rivendicarle. Porterà al Consiglio dei Ministri nelle prossime settimane la riforma delle fondazioni lirico sinfoniche. Al Senato c’è intanto la riforma del Cinema, alla Camera la riforma dello spettacolo … – lo sapevo è fuori tema, non mi stupisce, d’altra parte il Governo non ha una vera politica su Internet, i contenuti digitali, la Rete …

…. Che cosa dobbiamo ancora vedere prima di capire che la tv dovrebbe essere capace di informare e formare il cittadino, questo deve fare – sembra avviato su una polemica tutta politica ma Barbareschi lo stoppa: ma non possiamo tirarci fuori, sulla governance della RAI c’è la responsabilità della poltica (apprezzabile)

Prende la parola Barbareschiil padrone di casa – vuole che da questo convegno vengano fuori proposte concrete, l’unica che non c’è sta mattina è la Rai, qual’è la visione della RAI sui contenuti digitali ? è strano che non siano qui, non possiamo pensare a un futuro dei contenuti multimediali senza capire che ruolo giocherà la Rai …

Barbareschi è appena tornato dagli Emirati Arabi … saranno gli aggregatori come Google, come Facebook a raccogliere la pubblicità  e allora se noi non ci muoviamo e facciamo una vera rivoluzione copernicana rischiamo grosso, voglio uscire da qui non con le chiacchiere ma con proposte concrete (e due), Dada è un esempio. Il governo ci deve dare leggi in modo che noi possiamo operare. Facebook pericolosissimo …

Flavia Barca – Fondazione Rosselli, proietta slides 5 fattori: informatizzazione e digital divide – domanda strutturalmente bassa – disponibilità a pagare ? – mercato pubblicitario ancora telecentrico – il prodotto italiano fa difficoltà a varcare i confini. Internet da minaccia a opportunità, come raggiungere l’utente finale ? Quale modello di business ? – molte domande, ma mi sembra, poche risposte

Paolo Ferrari ANICA, Il problema è la pirateria, per quanto riguarda la qualità non siamo secondi a nessuno – eccoci ci risiamo ! – Lamenta che il governo non ha fatto un granchè, il prezzo dei contenuti cala continuamente, le tv non riconocono più il valore ai contenuti, pagano poco e gli unici che riconoscono i nostri contenuti sono i pirati – mah ROTFL ! – lamenta di nuovo che il governo non ha fatto nulla sulla pirateria, interviene Barbareschi: però basta chiedere aiuti al governo ssenza pensare a nuovi modelli di business, continuaimao a difendere prodotti audiovisi che poi non rientrano negli investiumenti, non è il caso si pensare che i cinema stanno chiudendo ? continuaimao ad arroccarci su filere distributive obsolete .. – bravo !

Davide Rossi – UNIVIDEO scoprire l’amercia non basta a fare il rinascimento, tutti i rivoluzionari sono rivoluzionari finchè non entrano nella stanza dei bottoni – il riferimento penso sia a Google, avendolo sentito anche ieri a Pisa – non esiste quel popolo della Rete così compatto come si vuole descrivere, il popolo della Rete non esiste affatto, metà degli italiani ritiene che Internet non gli serve, ok all’ebanking ai servizi di e-health etc etc ma non a contenuti gratis, il nostro settore ha fatto evoluzioni dalla cassetta al dvd – sic !!!!! – adesso abbiamo il blu ray, tra l’altro anche un operatore online adesso può essere nostro socio ! La gente percepisce Internet come strumento low cost o no cost non c’è nulla da fare …

Barbareschi ribatte con la storia degli acquaioli e gli acquedotti, la creazione degli acquedotti mette fuori gioco gli acquaioli, non servono più – come dire, ora che ci sono le “autostrade digitali” bisognerebbe immettere lì contenuti – Davide Rossi ribatte con la floridità dell’industria delle acque minerali, finchè ci saranno bottigliette di Ferrarelle in giro, che ha tuttora un mercato e fa grande pubblicità, anche i dvd  …

Beretta – Eutelsat risponde a Rossi che aveva detto che bisogna preoccuparsi di quelle aziende che fanno molto fatturato con pochissimi dipendenti, lui allora deve preoccuparsi, fa un sacco di fatturato e non ha molti dipendenti: 610

Il satellite può essere un complemento di quella rete terrestre che può andare a svilupparsi

Giubitosi bisogna distinguere tra fisso e mobile, il mobile ok. L’unico progresso sulla banda larga è la convegnistica, non c’è un piano del governo!. Ritorna sugli acquaioli e acquedotti esprimendo posizione forti e rivolte al futuro.

Stella – Telecom Italia – occorre avvicinare la gente alle tecnologie, a Internet attraverso la tv, questo abbassa le barriere e fa avvicinare a Internet tutta quella popolazione che ora è lontana dalla Rete

Novari Tutti con Internet hanno parlato di rivoluzione, ma la vera rivoluzione è arrivata con il web 2.0 Il problema non è tanto il downlink ma down e up perchè oggi chi costruisce contenuti sono gli utilizzatori, si tratta di una nuova economia molto più “democratica” che trasferisce più valore agli utenti. Lui è nato lepre, provoca e poi scappa ! ecco le provocazioni:

1 chi pensa di bloccare il p2p attraverso meccanismi di blocco è un pazzo

2 dobbiamo affrontare il problema dell’ideologia della gratuità

3 Griffin: gli Internet provider come sostituti di imposta – idea della tassa sull’adsl

4 il problema grosso di questo Paese è disarmare le lobby

5 il problema di Internet è che non c’è un sistema di billing embedded per pagare su Internet ci sono modalità assurde, si potrebbe andare avanti ma la lobby delle banche s’è messa di mezzo

6 elimiare le finsetre

Lesina – AT &T – 3 screen strategy: tv – high speed internet – wireless. L’idea di tassare i consumatori no, i consumatori debbono pagare quello che vedono. L’operatore di tlc deve poter gestire la sua rete – e non a caso AT&T è stata tra i le più tenaci a favore lobby a Bruxelles per evitare regole rigide sulla net neutrality

Calabrò mai come oggi i contenuti sono elemento chiave nel sistema delle omunicazioni, content is king. La Rai è in posizione di stallo. Rischio di un ritorno di pubblici passivi nell’era del digitale e dell’interattività ! Quale tutela per il diritto d’autore online ? dilemma digitale: trovare giusto bilanciamento tra diffusione e tutela della proprietà intellettuale. Non si riesce a trovare strumenti tecnici. Cita discussione sul telecom Package e HADOPI, e che c’è un partito pirata al parlamento europeo, aggregatori Internet. Il potenziale dell’archivio Rai è immenso ..

Ultrabanda è stato precursore come Giovanni Battista, ora viene invocata anche da altri però bisogna metterci anche i soldi, non vuole passare il cerino al suo successore – mancano ancora oltre due anni – senza avere portato in porto la cosa, che poi finisce sulla croce come il successore di Giovanni Battista. Vuole una Rete di nuova generazione in fibra. Web 3.0 !!

Realtà reale e virtuale sono sempre più intersecate, l’Agcom guarda a questa evoluzione con grande attenzione e da una prospettiva privilegiata – c’è da chiedersi se si tratti di realtà virtuale 😉 -. L’immaginazione è più importante della conoscenza, nel lungo periodo è la cultura che definisce il futuro di un Paese.

Gina Neri sistema che sta andando in deriva a causa degli aggregtori Internet, un minimo di riflessione su dove vogliamo andare va fatto. Ci sono modelli di business che depredano. Ce l’ha con Google e cita anche il fatto che loro (Mediaset) hanno mosso una causa a Youtube

Pelliccioli distingue tra pirateria e modello di business. Il modello di business corrente ha distrutto la profittabilità delle case discografiche. Bisogna abbassare i prezzi. Non è distruzione di valore ma trasferimento di valore dal business ai consumatori, per l’azienda è una opportunità, va colta

Caterina Caselli dice di essetre timida … stanno pagando un prezzo esagerato all’affermazione della società dell’informazione, chiunque usufruisce di contenuti protetti deve pagare il giusto non troppo, non poco, il giusto. Hadopi, copia privata non è un diritto ma una concessione , Pirate Bay

Sparata incredibile sulla pirateria …

Pierluigi Celli  Per produrre le idee servono contesti liberi, se non nascono le idee non andiamo da nessuna parte. Bisogna puntare sulle idee sul pensiero e sulla creatività, al resto ci sarà qualcun altro che ci pensa, le tecnologie le reti etc etc noi ci poniamo questi problemi ma i nostri figli non lo faranno più

Ambrogetti rapporto tra tv e Internet

Cosa ho detto io ? ho parlato di disruptive technology. La tecnologia abilita e rende di fatto obsoleti una serie di modelli di business ma apre incredibili nuove opportunità. Questo grazie a Internet ma soprattutto al web 2.0 – ha ragione Novari – Attenzione, non è disinternediazione ma reintermediazione. Cosa può fare l’industria? difendere le proprie posizioni di rendita o aprirsi al futuro. Cosa può fare la politica? Accompagnare e stimolare l’industria verso il futuro o proteggerla nel business del passato. La chiusura iniziale può essere comprensibile, ma insistere ancora oggi diventa preoccupante. Certo se ci si apre al futuro non sono rose e fiori per tutti e quindi bisogna mettere in campo risorse per l’impatto sociale del cambiamento. Purtroppo invece continuiamo a menarcela sulla pirateria … Rispetto a quanto si è detto oggi quindi: Liquidi veloci, mobili, contenuti digitali … mica tanto !

Con Novari non sono invece d’accordo sull’equo compenso sulle adsl. Ho toccato altri punti nel poco tempo a disposizione, comunque Raffaele Barberio che ringrazio ha detto che metterà a disposizione i video di tutti gli interventi. Ho chiuso dicendo che stiamo mettendo a rischio anche un’altra cosa, il principio di effettività del diritto, questo promuovendo leggi che non corrispondono più al sentire di gran parte dei cittadini … Segnalo che Enzo Mazza alla fine mi ha dato due volte ragione, non so se è un titolo di merito 😉

3 commenti »

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  1. enzo mazza non è così male come lo dipingono …

    🙂

    comunque giornata interessante e grazie per (post) live twitting

    🙂

  2. Ma la “sparata incredibile sulla pirateria” della Caselli qual è? Dai, diccelo, non fare la Major che si tiene i contenuti per sé, rendili liquidi…

    Comunque, quale che sia stata la sparata, la prossima volta che la senti parlare di pirateria potresti risponderle: nessuno mi può giudicare, nemmeno tu.

    Per quanto riguarda Novari: “eliminare le finestre” in che senso? Ce l’ha su con Windows?

  3. @Michele con Enzo rimangono punti di vista divergenti ma certo la situazione attuale di assoluta mancanza nel governo di una politica per lo sviluppo dei contenuti digitali è deleteria anche per l’industria musicale e non solo, per cui, proprio perchè Enzo è una persona avveduta, ci sono molti punti di convergenza con i consumatori, bisognerebbe lavorarci di più sopra …
    @Leo Novari ha chiesto di eliminare le finestre ormai assurde e obsolete nel senso di garantire che i contenuti audiovisivi in digitale siano posti a disposizione del pubblico attraverso Internet contestualmente alla loro messa in circolazione nei circuiti tradizionali … la stessa cosa che diciamo noi da tempo … e aggiungerei: con modalità idonee a consentirne una fruizione a prescindere dalla disponibilità di uno specifico device di riproduzione e/o dal ricorso ad uno specifico software. Circa la Caselli, fa il suo lavoro !!! ma dovrebbe chiedere eventualmente ammortizzatori sociali, non bloccare lo sviluppo


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